«Il 4 settembre 1989 a Liegnitz, in Polonia, il vescovo Ivan M. mi regalò Chlaj, ‘Cammino’ in ucraino, una edizione del 1974 stampata a Monaco di Baviera. Fu il mio primo contatto con il libro e il suo autore.
Il libro divenne un gioiello per noi seminaristi clandestini, in quel periodo della Chiesa delle catacombe. Lo leggevamo tutti i giorni. Il direttore spirituale ci diceva che, dopo la Sacra Scrittura, dovevamo mettere Chlaj al posto d’onore.
Ogni giorno aprivo il libro a caso e lì leggevo. In questo modo scoprivo quello che Dio mi voleva dire, esattamente, quel giorno
Ogni giorno aprivo il libro a caso e lì leggevo. In questo modo scoprivo quello che Dio mi voleva dire, esattamente, quel giorno.
ho riempito 'Cammino' di appunti e di sottolineature a matita
Fino ad oggi ho conservato il libro come una reliquia dei tempi della clandestinità e della vita spirituale. Guardo la mia copia e mi accorgo di averlo studiato con attenzione: l’ho riempito di appunti e di sottolineature a matita (è il mio modo di trattare i libri, di approfondirli e analizzarli). Mi rallegro molto del fatto che si stia preparando una nuova edizione, con una traduzione migliore e una punteggiatura moderna».