Beata Guadalupe, "ampiamente imperfetta" | Rivista "Vocazioni"

​Guadalupe era una donna “ampiamente imperfetta”, ma sempre generosa e aperta alla volontà del Signore. Per questo è riuscita a “fare meraviglie anche in circostanze difficili”. Pubblichiamo parte di un articolo, pubblicato nell’edizione di marzo/aprile 2021 della rivista “Vocazioni”, nel quale Lodovica Maria Zanet traccia un profilo della beata Guadalupe Ortiz de Landázuri.

È una domenica del gennaio 1944 e Guadalupe ha 27 anni. Entrata in chiesa per la Messa, ricorderà sempre – di quella mattina – che si distrasse parecchio. Ma è proprio allora che qualcosa di inaudito, di tutto nuovo e sconvolgente si fa strada: «intuì la vicinanza di Dio e più tardi disse che si sentì toccata dalla grazia». Distratta com’era, quella domenica – nelle sue distrazioni – semplicemente aveva accolto. L’esperienza è così sconvolgente che appena incontra un amico gli esprime il bisogno di parlare a un sacerdote.

E l’amico le segnala Josemaría Escrivá de Balaguer, un prete spagnolo che guidava da meno di due decenni i primi passi di un nuovo cammino nella Chiesa, l’Opus Dei: cercare Dio nella vita ordinaria.Questo “segno” non poteva però cominciare solo dalla Chimica. Doveva essere un segno relazionale. Così a Guadalupe tocca farsi esperta anche nei lavori di casa: lavorerà, da quel momento, soprattutto in residenze femminili, come direttrice e animatrice della presenza dell’Opera. E le saranno date molte occasioni di sorridere di sé e delle proprie imperfezioni, lì a litigare con “l’orlo a giorno”, «in molte cose molto maldestra», «con una sicurezza perfino fastidiosa».

Ammette: «mi sto rendendo conto di difetti molto grandi che quasi nemmeno conoscevo […] mi pare che già non lo rifarò più, e dopo un minuto ci ricasco». Lei era l’opposto di quel suo innamorato perfettissimo: era, invece, ampiamente imperfetta. Ma generosa, pronta a rettificare, con un’esuberanza unica di cuore e di vita. E profondamente retta. Quando le troppe incombenze le fanno trascurare un po’ la preghiera, lei annota ma non perde la pace: in tutto Dio può essere servito. Allora importa poco quel che si fa: l’importante è farlo bene. Scrive a Josemaría Escrivá: «Che gioia poterle dire che sono qui, oggi con un incarico di direzione e domani all’ultimo posto».

Lodovica Maria Zanet


L’articolo integrale è disponibile nell’edizione di marzo/aprile 2021 della rivista “Vocazioni”.