Auguri di Natale di mons. Fernando Ocáriz (2023)

Il prelato dell'Opus Dei ci invita a vivere il Natale accompagnando le persone che soffrono per i conflitti e per la povertà.

"Adorazione dei pastori", Chiesa Prelatizia di Santa Maria della Pace

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Carissimi, Gesù custodisca le mie figlie e i miei figli!

È logico che nelle festività natalizie continuiamo ad avere ben presenti i conflitti che sconvolgono la terra di Gesù e il resto del mondo. Sapere che siamo figli di uno stesso Padre ci fa sentire molto vicino, molto nostro ciò che avviene in qualsiasi luogo. «Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme» (1Cor 12, 26). Cerchiamo di essere generosi nella preghiera e nel sacrificio, poiché sappiamo che «il più piccolo dei nostri atti compiuto nella carità ha ripercussioni benefiche per tutti» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 953). Al tempo stesso, chiediamo al Signore la sua grazia perché la preoccupazione per la pace nel mondo ci faccia anche formulare propositi concreti, fare tutto quello che possiamo per portare la pace nei nostri ambienti familiari, professionali…

«Pace, verità, unità, giustizia. Come sembra difficile, a volte, – osservava san Josemaría – la missione di superare le barriere che impediscono la convivenza umana; eppure noi cristiani siamo chiamati a operare il grande miracolo della fraternità» (È Gesù che passa, n. 157). La contemplazione del Natale di Gesù può essere un’ottima occasione per eliminare barriere tra noi e gli altri e considerare piuttosto quello che ci unisce. Non lasciamo l’ultima parola alle divergenze nei rapporti con le persone. Rivolgendo lo sguardo al presepe, al bambino che nasce per tutti, possiamo trovare la forza di perdonare, di chiedere perdono, di comprendere e di amare.

La grotta di Betlemme ci parla anche di povertà. Gesù nacque con ben poco a disposizione ma ricco d’amore: quello di Maria, di Giuseppe e dei pastori. Come diceva papa Francesco, «tutta gente povera, accomunata da affetto e stupore, non da ricchezze e grandi possibilità. La povera mangiatoia fa dunque emergere le vere ricchezze della vita: non il denaro e il potere, ma le relazioni e le persone» (Omelia, 24-XII-2022). Cristo ci mostra che il miglior regalo che possiamo fare in questi giorni non è qualcosa di materiale ma preghiera e affetto. Cerchiamo di estendere il nostro affetto ai più bisognosi, con la vostra vicinanza e accompagnando ogni gesto di aiuto con una preghiera a Dio. In tal modo, anche se non potremo risolvere tutte le situazioni di povertà, molte più persone godranno della ricchezza di sentirsi amate.

La Vergine Maria, che seppe accogliere serenamente e con amore tutti i momenti della vita del Figlio, ci aiuterà a trovare la pace e la gioia che ottiene chi lascia nascere Gesù anche nel proprio cuore.

Tanti auguri e una benedizione piena di affetto,

vostro Padre

Roma, 15 dicembre 2023


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