Commento al Vangelo: 11 febbraio. Nostra Signora di Lourdes

Vangelo e commento l'11 febbraio, Nostra Signora di Lourdes.

Vangelo (Mc 7,1-13)

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate - i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie, di oggetti di rame e di letti -, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
"Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini".
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: "Onora tuo padre e tua madre", e: "Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte". Voi invece dite: "Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio", non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».


Commento

Il racconto si apre con l’obiezione che gli scribi e i farisei rivolgono a Gesù, accusando i suoi discepoli di non seguire i precetti rituali secondo le tradizioni. In questo modo, gli interlocutori intendevano colpire l’attendibilità e l’autorevolezza di Gesù come Maestro perché dicevano: “Ma questo maestro lascia che i discepoli non compiano le prescrizioni della tradizione”. Ma Gesù replica forte e replica dicendo: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”» (vv. 6-7). Così dice Gesù. Parole chiare e forti! (...) Anche oggi il Signore ci invita a fuggire il pericolo di dare più importanza alla forma che alla sostanza. Ci chiama a riconoscere, sempre di nuovo, quello che è il vero centro dell’esperienza di fede, cioè l’amore di Dio e l’amore del prossimo, purificandola dall’ipocrisia del legalismo e del ritualismo. (Angelus, domenica 2 settembre 2018)


Oggi celebriamo la festa della Madonna di Lourdes. Ogni 11 febbraio commemoriamo la prima apparizione di Maria a santa Bernardetta Soubirous a Lourdes. Nel 1992, san Giovanni Paolo II istituì, in questa data, la Giornata Mondiale del Malato. Il fatto di Lourdes ci dice che Maria è decisiva nella storia dell’umanità. Come nella scena del Vangelo delle nozze di Cana, nella quale Maria è la grande protagonista. L’evangelista non ha remore nel collocarla davanti a suo Figlio nella vicenda delle nozze.

Nell’antico Oriente, la celebrazione delle nozze poteva durare anche diversi giorni. Soprattutto quando gli invitati dovevano giungere da luoghi lontani e dopo un lungo viaggio a piedi. Questo fatto giustifica in qualche modo l’indolenza degli sposi e dei servitori, che magari, con il passare dei giorni di festeggiamento, non si resero conto che fosse venuto a mancare il vino. Che disastro! «Come è possibile celebrare le nozze e fare festa se manca quello che i profeti indicavano come un elemento tipico del banchetto messianico (cfr. Am 9, 13-14; Gl 2, 24; Is 25, 6)?»[1]. Questo piccolo dettaglio, poco importante per tutti, è colto dalla sensibilità femminile e pratica di Maria, abituata a porre attenzione e interesse per gli altri. Quando si avvede del problema, pensa subito che suo Figlio può risolverlo. «Non hanno vino». «Guarda come prega suo Figlio, a Cana. E come insiste, senza perdersi d'animo, con perseveranza. — E come ottiene. —Impara»[2].

La richiesta di Maria trascende ormai la scena di Cana e fa vibrare nel cuore di suo Figlio la promessa della salvezza che Dio ha annunciato nella Genesi. Per questo Gesù la chiama con solennità biblica ”Donna”, e pronuncia quell’apparente rimprovero che non è arrivata la sua ora. Un rimprovero che Maria sembra ignorare: «Disse ai servitori: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”». Queste sono le ultime parole di Maria raccolte nei vangeli, Sono un materno testamento per tutti gli uomini.

Gesù non solo cede alla richiesta di sua Madre, ma vuole anche la collaborazione dei servitori che Maria gli presenta. Colui che ordinariamente moltiplica il vino dall’acqua che viene filtrata dalle vigne nei campi, ora ne accelera il processo direttamente dall’acqua che viene trasformata con il lavoro degli uomini. Quando sappiamo essere generosi e sappiamo usare i mezzi per i nostri scopi - «le riempirono fino all'orlo» -, Dio, con la sua opera santificatrice, benedice e trasforma l’impegno umano in opera divina, come segno del suo amore e a beneficio di tutti. «E le cose più ordinarie diventano straordinarie, soprannaturali, quando abbiamo la buona volontà di fare quello che Dio vuole da noi»[3].

Possiamo anche osservare un altro particolare. Il racconto ci dice che lì c’erano sei anfore con una capacità complessiva di quasi 600 litri. L’ acqua che serviva per il rito di purificazione degli ebrei è trasformata da Dio in vino di eccellente qualità e molto abbondante, perché «è cominciata la festa di Dio per tutta l’umanità»[4]. L’abbondanza del vino è un simbolo dell’immenso amore di Dio per gli uomini e prefigura il sangue dell’Agnello che si immolerà sino alla fine per attrarre tutti a sé. Significa, anche, la dedizione del cristiano agli altri per il nuovo comandamento dell’amore, la cui misura è il non avere misura. Maria accelera l’ora di Gesù: quella del mistero pasquale della sua morte e della sua resurrezione, suggerito da quell’appunto temporale con il quale inizia il racconto: «il terzo giorno».

Nel racconto vediamo la grandezza di Maria che è capace di cambiare i piani originari di Dio. Che cosa non farà mai Gesù per sua madre? Tu e io possiamo chiede aiuto a Maria, nostra madre. Come interceditrice davanti a Dio, ci farà ottenere le grazie necessarie per migliorare la nostra vita interiore. Ci aiuterà, noi e quelli che abbiamo intorno a noi, a guarire le ferite dell’anima e del corpo. Papa Francesco affermava: «Chiediamo per la sua intercessione che il Signore conceda la salute del corpo e dell’anima a tutti coloro che soffrono a causa di qualche malattia e dell'attuale pandemia, e dia forza a coloro che li assistono e accompagnano in questo tempo di prova che stanno vivendo»[5].

Pablo Edo


[1] Papa Francesco, Udienza generale, 8 giugno 2016.

[2] San Josemaría, Cammino, n. 502.

[3] San Josemaría, Lettera 14-IX-1951, n.23.

[4] Benedetto XVI, Gesù di Nazaret. Dal Battesimo alla Trasfigurazione, Rizzoli, Milano 2007

[5] Papa Francesco, Udienza, 11 febbraio 2021.