Commento al Vangelo: L’Eucaristia, sapienza divina

Vangelo e commento della 20ª domenica del tempo ordinario. «Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». L’Eucaristia è fonte di Sapienza: apre i nostri cuori a Dio e ci istruisce nel cammino della vita.

Vangelo (Gv 6, 51-58)

“Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?”. Gesù disse loro: “In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno”.



Commento

Le parole di Gesù che il Vangelo della Messa di oggi ci ricorda, ci aprono al mistero della vita divina. La prima lettura ci offre una chiave di comprensione tramite il libro dei Proverbi: è la stessa Sapienza che, dopo aver costruito la sua casa, ha preparato un banchetto, ha versato il vino, ha apparecchiato la tavola e ha invitato tutti a mangiare e a bere per entrare nelle vie della prudenza e della vita (cfr Pr 9,1-6). Ecco un’introduzione a un mistero che parla e che si offre, esso stesso, come alimento. Un mistero, l’amore divino, che si spiega da sé e che si offre come cibo e bevanda che ci trasforma dandoci la stessa vita divina.

Da quando veniamo al mondo non smettiamo di imparare. I genitori ci educano, veniamo istruiti nelle istituzioni educative, impariamo dagli amici, otteniamo esperienza dalla vita. Tutto questo è, in un modo o nell’altro, sapienza. Ma solo una Sapienza è capace di arrivare nel profondo del cuore umano, solo una Sapienza può darci qualcosa per essere, e non semplicemente qualcosa per avere: Cristo stesso, che si è fatto alimento affinché possiamo divinizzarci e partecipare della profondità del suo amore. Questa Sapienza ci istruisce dall’interno, è Maestra che ci arricchisce in modo umile e nascosto. Ma, potremmo dire, totalmente vero, perché solo essa arriva al sacrario intimo della persona.

Il Salmo della Messa di oggi ci ricorda la promessa divina: «Venite, figli, ascoltatemi: vi insegnerò il timore del Signore. Chi è l’uomo che desidera la vita e ama i giorni in cui vedere il bene? Custodisci la lingua dal male, le labbra da parole di menzogna. Sta’ lontano dal male e fa’ il bene, cerca e persegui la pace» (Sal 34,12-15). L’Eucaristia ci istruisce non solo come un ricordo del mistero pasquale, ma ci parla dal cuore. Anzi, ci permette di parlare con Dio anche attraverso la nostra esistenza, il nostro lavoro ordinario, le nostre relazioni. E questo proprio perché, in quanto dono del Corpo e del Sangue, apre la nostra carne e il nostro spirito alla comprensione e all’accettazione della realtà profonda delle cose, della missione di prendersi cura e governare tutto il creato, per farne luogo di incontro con Dio e dimora di Dio con gli uomini.

Non possiamo percorrere il cammino a cui il Signore, creandoci, ci invita, se non conosciamo la meta, né i sentieri che ci conducono ad essa e quelli che ci deviano. Newman osserva che con il loro peccato Adamo ed Eva ebbero conoscenza del bene e del male, ma ottennero questa conoscenza immergendosi nel male. Solo Dio conosce il male senza immergersi in esso, senza cadere nelle sue grinfie. Cristo, Sapienza di Dio, ci istruisce nelle vie divine e anche nelle astuzie del male, senza bisogno di immergerci in esso. Ci chiede solo di mangiarlo, di accettarlo come fonte di vita, di desiderarlo, di parlare con lui con un dialogo da cuore a cuore[1].

San Paolo dice agli Efesini: «Fate dunque molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti, ma da saggi, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi. Non siate perciò sconsiderati, ma sappiate comprendere qual è la volontà del Signore» (Ef 5,15-17). Chi ci permette di rimanere vigili? chi ci aiuta a non lasciarci ingannare da tante false offerte? chi ci dà la forza per non smettere di guardare alla meta verso cui ci dirigiamo? L’Eucaristia è vita perché, in quanto alimento, ci dà vita, e perché, in quanto legge interiore, legge di carità, ci aiuta ad aspirare alla Vita ogni giorno con maggiore intensità e fermezza. Inoltre l’Eucaristia non solo edifica interiormente ciascuno di noi, bensì edifica tutta l’umanità, unisce le persone, fa la Chiesa, il Corpo di Cristo.

Juan Luis Caballero

[1] Cfr. J. H. Newman, Sermones parroquiales, “La ignorancia del mal", ed. Encuentro, Madrid 2015.