“Ero piuttosto lontana dalla Chiesa. Quando ho letto la biografia del fondatore dell’Opus Dei, ho percepito il suo grande entusiasmo. Si notava che era molto innamorato della Chiesa e ne fui contagiata. Allora ho potuto di tutto cuore dire “sì” alla Chiesa, “sì” al Papa.
Anche l’esigenza di essere cristiani tutti d’un pezzo s’incise profondamente nella mia memoria: Non dobbiamo restare prigionieri delle etichette; vi voglio cristiani dalla testa ai piedi. Io allora ero interiormente divisa. La vita religiosa da una parte e la quotidianità dall’altra erano due ambiti tra i quali c’era poco in comune. Ora però ho capito che posso unificare questi aspetti, che posso santificare il lavoro, che posso trasformarlo in preghiera, avendo chiaro che non conta la sua importanza, ma conta come lo faccio, con quanto amore, con quale dedizione.
Non importa nemmeno che il lavoro sia coronato dal successo, ma che sia offerto a Dio. Ho scoperto che non è così importante che i bambini distruggano subito il lavoro da poco terminato in casa – per esempio, la pulizia -, perché so che non ho lavorato inutilmente. Ora faccio le stesse cose di prima, ma in modo unitario, coerente. Sono capace di reagire con più serenità.
C’era un altro punto che mi preoccupava. Mio marito era protestante e io avevo un progetto per portarlo alla conversione, ma certe volte avevo l’impressione che tutto procedesse troppo lentamente. Invece la realtà è stata ben diversa da ciò che avevo previsto. Bisogna confidare di più in Dio, mettendo tutto nelle sue mani. Un giorno domandai a un sacerdote dell’Opus Dei che mi orienta nella direzione spirituale che cosa potevo fare per aiutare mio marito a convertirsi; mi ha dato questo consiglio: “Ama tuo marito con tutto il cuore”. Ora mi dico continuamente che non avrebbe potuto darmi un consiglio migliore, dato che solo con l’amore possiamo aiutare gli uomini ad avvicinarsi di più a Cristo.
La gioia che irradiava san Josemaría mi ha sempre impressionato. Egli aveva avuto molti problemi, di salute, economici e tutti quelli che incontrò per fondare l’Opus Dei. Era giovane e indubbiamente questi problemi dovettero coinvolgerlo molto. Però non perse mai l’allegria. Lo si nota chiaramente nei filmati dei suoi incontri con gruppi di persone. Le sue parole trasmettono allegria. Dopo averlo conosciuto, ogni volta che ho un problema, penso a lui e mi sento di nuovo in forma e motivata per continuare a lavorare”.
Relazione pubblicata su “La alegría de los hijos de Dios”, Alberto Michelini. © 2002 Ufficio Informazioni dell’Opus Dei.