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Ospite a Chiesa Viva, programma in onda su Tv2000, lo scorso 19 dicembre, José Luis González Gullón, ha parlato di “Opus Dei. Una storia”, il nuovo libro scritto insieme a John F. Coverdale che, narrando la storia dell’Opera, mostra qual è l’identità dei suoi membri, con i loro successi e i loro limiti nel corso del tempo: «Siamo due storici e abbiamo dedicato cinque anni a fare una ricerca approfondita. In primo luogo nell’archivio storico dell’Opus Dei, qui a Roma, e poi in altri archivi. Ci siamo detti: siamo storici, dobbiamo dare una risposta a tutte le domande che come storici abbiamo. Dall’inizio dell’Opus Dei, fino ai tempi più recenti. Sono sicuro che abbiamo toccato tutti i temi, che abbiamo dato una risposta chiara, soprattutto grazie alle fonti che ci dicono qual è la verità nascosta dietro i vari fatti della storia dell’Opera».
Nel processo di stesura di “Opus Dei. Una Storia” José Luis González Gullón ha scoperto molte cose che non conosceva: «Quello che mi ha colpito di più è il rapporto fra la realtà, le attività di ogni persona come cristiano e la realtà collettiva-corporativa, che in questo caso è l’Opus Dei. Le attività collettive, come il Centro Elis, sono la punta dell’iceberg, ma la realtà dell’Opus Dei è soprattutto costituita da uomini, donne, coppie, che vivono una vita cristiana lì dove lavorano e dove abitano. E questo io l’ho vissuto anche a casa mia: i miei genitori sono dell’Opus Dei e mi hanno dato un esempio di vita cristiana normale, autentica. Ed è così che io ho imparato a conoscere Gesù. Ciò che più di tutto mi colpisce, quindi, sono i laici che sono chiamati da Dio: voi laici nella Chiesa cattolica siete il 99,92%. Noi sacerdoti diocesani, i religiosi, siamo solo lo 0,08%. Abbiamo molta visibilità, ma il nostro messaggio deve arrivare a quel 99,92%, questa è la missione che abbiamo, non soltanto nell’Opus Dei».
Quella all’Opera è una chiamata che arriva dritta al cuore: «Il fondatore ha capito che il carisma va trasmesso di persona in persona. Nell’Opus Dei ci sono molte attività collettive, come ad esempio il Centro Elis, che danno una visibilità e nelle quali è possibile conoscere e capire il carisma dell’Opera. Ma la maggioranza delle persone conoscono l’Opus Dei grazie a colleghi di lavoro, amici, padri, figli… è una trasmissione che si fa di persona in persona».
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