Non solo clienti, ma anime

Elena Scotti attualmente in pensione dopo aver svolto la professione di farmacista, è sposata con Paolo da quarantaquattro anni e dal felice matrimonio sono nati otto figli. Racconta della sua vocazione.

Ho conosciuto l’Opus Dei verso la metà degli anni ‘70, quando abitavamo al quartiere Tiburtino di Roma e la nostra parrocchia era S. Giovanni Battista al Collatino, affidata ai sacerdoti dell’Opus Dei. Don Francesco Angelicchio, che ne era il parroco, ha contribuito molto a farci conoscere lo spirito dell’Opera, ma anche alcune persone, mamme e papà come noi, che vivevano con coerenza e fedeltà il cristianesimo nella loro vita ordinaria, sono state per noi un grande esempio. Sia io che mio marito abbiamo compreso che il Signore ci chiamava a cercare la santità in mezzo al mondo con una vocazione specifica di soprannumerari nell’Opus Dei. Tutto – famiglia, lavoro, relazioni sociali – pur rimanendo lo stesso, diventava materia da santificare, luogo dove farmi santa santificando chi mi stava intorno. Un panorama stupendo!

Come tutte le cose semplici a capirsi, in questa nuova ottica, il metterle in pratica è una vera e propria entusiasmante lotta e quindi ci si può stancare. Allora la cura continua e premurosa che nell’Opus Dei mi è stata data, nel rispetto della più piena libertà, è stata il sostegno per “non mollare”, e per andare avanti sempre con più lena e gioia. Attraverso i mezzi di formazione e la direzione spirituale mi è giunto tutto l’aiuto necessario per mettere a fuoco il mio carattere e rafforzare la mia personalità, eliminando gli aspetti troppo esuberanti, valorizzando le qualità positive a volte nascoste.

La direzione spirituale e la correzione fraterna sono state per me un aiuto salutare che mi ha permesso di correggere atteggiamenti sbagliati guadagnando in saggezza e amabilità verso gli altri, maturando dal profondo dell’anima un amore verso Dio sempre più grande. Il compimento del piano di vita è stato il mezzo imprescindibile per comprendere il progetto di Dio su di me e sulla mia famiglia e così avere la spinta per cominciare e ricominciare ogni giorno.

Anche nella vita professionale l’orizzonte umano coincideva con la chiamata divina alla santità: distribuendo medicinali avevo la possibilità di essere Opus Dei. Le persone che si avvicinavano al banco della farmacia non erano più solo clienti, ma anime da servire, aiutare, consigliare. Era un mare senza sponde: giovani mamme, anziani, uomini e donne di ogni età. Lo spirito apostolico diventava un anelito incontenibile, “un traboccare della vita interiore”.

Nella vita di famiglia (divenuta col passare degli anni molto numerosa e arricchita dalla gioia di ben venticinque nipotini) il compito si va ancora completando e rinnovando continuamente.

Una cosa è certa: ringrazio il Signore per la vocazione all’Opus Dei perché, nonostante le prove, mi sento molto felice e spero che anche Lui si rallegri guardando questa bella famiglia che vuole essere un segno vivente del Suo Amore.