Non dobbiamo avere paura

Lucia Sarcinelli, madre di 5 figli, ha trovato nell’insegnamento di san Josemaría la chiave che le permette di superare le difficoltà quotidiane e nella filiazione divina, che ha cercato di insegnare ai suoi figli, la capacità di osare di più.

Se dovessi riassumere con una parola la mia vita direi che il verbo più appropriato è: osare! Osare l’impossibile, osare dove le persone non pensano e non credono di farcela. Ciò è dovuto non a una sorta di mania di grandezza o a un egocentrismo innato, ma ha un sua spiegazione. Tutto è partito da un settembre di molti anni fa, quando ancora frequentavo le scuole superiori. 

Fui invitata a un Centro Culturale per ragazze dove, oltre ad attività divertenti e simpatiche, si tenevano incontri di formazione spirituale con sacerdoti e laici dell’Opus Dei. Gli orizzonti che mi si presentavano erano sì esigenti, ma molto accattivanti e di altissima prospettiva interiore. Non mi si parlava di vivere una vita cristiana qualsiasi, ma di arrivare alla santità vivendo pienamente in questo mondo e amandolo appassionatamente, come diceva San Josemaría. Da allora mi sforzo di vivere così la mia permanenza terrena.

L’osare, a questo punto, diventa una parola corrente nel quotidiano perchè ho imparato dal fondatore dell'Opus Dei che, con l’aiuto di Dio, possiamo tutto: chi muove le pedine della grande scacchiera non sono io ma è Lui, io sono solo una semplice pedina e che tuttavia sa di essere amata con un amore personale e di essere oggetto della sua Provvidenza sapientissima.

Mi sono sposata, ho avuto cinque figli (una femmina e quattro maschi di età compresa tra i venti e i sette anni); un lavoro professionale autonomo di formazione informatica che mi occupa le mattine; collaboro con la Direzione delle Scuole gestite da genitori: sono iniziative promosse da alcuni papà e mamme ispirate al messaggio di San Josemaría; frequento i mezzi di formazione spirituale della Prelatura dell’Opus Dei e ne faccio parte come Soprannumeraria.

Sicuramente la dottrina e l’insegnamento di San Josemaría sono state e sono per me un forte impulso per far bene le mie attività nel quotidiano, per comprendere che si può fare di più non per farci grandi davanti agli altri, ma per il Signore, perché, nonostante il Suo amore, rimaniamo sempre debitori nei suoi confronti. Non c’è esercizio più grande che imparare ad amare e… più si impara e più si ama sia nei giorni monotoni e grigi che nelle grandi gioie o difficoltà.

In mio marito e nei miei figli trovo la via che conduce direttamente a Dio. Le difficoltà esistono in famiglia, nel lavoro e nei rapporti interpersonali; le troveremo sempre, sono pronte ad aspettarci durante il cammino. Il segreto sta nel trovare la chiave giusta per scioglierle umanamente e soprannaturalmente.

Paragono i miei figli alle dita della mano: sono cinque ma tutte diverse tra loro. C’è bisogno di sostenere con dolcezza e affetto il più piccolo, il mignolo, perché più fragile e indifeso; sempre più spesso mi cerca e mi interroga il più grande, il pollice, che crede di essere forte e robusto ma ha bisogno di consigli, si sente adulto ma in fondo non lo è. Non è facile essere sempre e comunque a loro disposizione perché non basta amare, ma, come diceva il fondatore dell'Opus Dei, anche l’amore ha la sua pedagogia. Pertanto, per me diventa importante usare tutti i mezzi per essere più “formata” come mamma, moglie e professionista, aumentando le mie competenze, ma senza accontentarmi delle mete raggiunte. San Josemaría ci ha sempre insegnato che siamo tutti figli di Dio e come tali non dobbiamo avere paura, perché Lui, che è Padre, non ci abbandonerà mai nonostante le nostre miserie e le nostre cadute.

L’osare, parola ardita, si scioglie e acquista il significato di fare tutte le attività con il Suo aiuto, mai da sola. Questo mi porta a una grande pace interiore e a essere sempre allegra; se devo essere sincera… quasi sempre!!!