Il Signore mi chiedeva di più…

Paolo Bontempi, avvocato a Faenza e soprannumerario dell'Opus Dei, racconta come fece a scoprire la propria vocazione cristiana.

Conosco l’Opus Dei dal lontano 1986, quando un caro amico mi invitò a frequentare a casa sua alcuni incontri di approfondimento della dottrina cristiana. A partire da quegli incontri ho cominciato a comprendere che vivere cristianamente poteva e doveva significare qualcosa di più che rispettare il precetto della santificazione delle feste e la partecipazione ai Sacramenti: che gli insegnamenti del Vangelo potevano essere concretamente vissuti in ogni momento della giornata e di questa impostazione della vita potevano essere rese partecipi le persone che incontravo nelle mie varie attività. Questa nuova prospettiva ha così cominciato ad accompagnarmi negli anni successivi alla laurea, prima durante il servizio militare, poi nel matrimonio (ho una moglie e tre figlie stupende) e poi nella professione di avvocato. Ho cominciato a sentire l'esigenza di offrire al Signore una maggiore disponibilità.

Una esperienza dura, ma che mi ha aiutato molto, è stata la lunga malattia e poi la morte di mia madre. Esperienza che mi ha costretto a rendermi conto che la serenità di una famiglia può essere improvvisamente messa in crisi da vicende imprevedibili, e occorre allora comprendere che tutto rientra in un progetto di Dio, anche se forse incomprensibile ai nostri occhi e contrario ai nostri desideri.

In quel doloroso periodo, ho toccato con mano quanto lei sapesse sopportare serenamente e con coraggio la croce della malattia. Tutto questo, anzichè gettare la mia famiglia nello sconforto, dette a tutti noi molta serenità e unità e ho quindi cominciato a chiedermi se anch’io non avessi potuto offrire a Dio qualcosa di più di quello che avevo fatto fino ad allora. Decisi di utilizzare al meglio la strada che Dio mi aveva fatto conoscere nell’Opera, diventando soprannumerario dell'Opus Dei.

Ringrazio Dio per questa scelta. Anche se mi trovo ogni giorno a fare i conti con i miei limiti per non essere riuscito a concretizzare qualche proposito, so esattamente che il cammino intrapreso è quello giusto e che non mi resta che sforzarmi ogni giorno per partecipare, nelle mie occupazioni quotidiane, al progetto di redenzione che Dio conta di compiere anche con il mio aiuto. La mia vita ha cambiato prospettiva: non più una personale e quasi egoistica ricerca di serenità interiore come punto di arrivo, ma il partire da questa situazione per portarvi anche altre persone con le quali posso venire in contatto in famiglia, nel lavoro, nello svago…

Tra le occasioni per contribuire alla realizzazione di questo meraviglioso progetto di Dio, vi è ovviamente la mia attività professionale che occupa gran parte del mio tempo: svolgo la professione di avvocato in Romagna, mi sono specializzato in materia bancaria e finanziaria e ho avuto l’occasione, dal 1998, di avere un incarico di insegnamento all’Università di Padova, dove insegno Diritto bancario.

Apparentemente la materia finanziaria e il diritto commerciale in genere sono settori aridi, governati dalla logica del profitto a ogni costo, dove l’aspetto umano e morale passa decisamente in secondo piano. In realtà è proprio in questi settori che l’impegno per un lavoro ben fatto, l’attenzione alle persone e ai valori, la correttezza e coerenza nel comportamento, generano stupore nelle persone e quindi sono efficaci strumenti di apostolato.

Alle volte capita di entrare in urto con mentalità materialistiche o con l’abitudine a compromessi discutibili dal punto di vista morale, ma anche in queste occasioni lo scontro diventa poi l’occasione per trasmettere un messaggio di fede, molto credibile, perché fondato su una rinuncia: in un ambiente dove il guadagno è il fine di ogni attività umana non c’è niente che rende più credibili che far vedere di rinunciare a un guadagno per difendere dei valori.

Mi capita spesso di dover lottare contro un pericolo: la frenesia del lavoro, delle scadenze ravvicinate da rispettare a tutti i costi, del timore di non riuscire a fare tutto, il che porta con sé la tentazione di trascurare l’orazione quotidiana o la Santa Messa o qualche impegno di formazione.

Lo svolgimento dell’attività professionale mi ha purtroppo messo in contatto con realtà quali quella della sempre crescente crisi delle famiglie e del moltiplicarsi del numero di separazioni e divorzi. Per contrastare questo fenomeno ho trovato efficace percorrere tre strade: la prima sta nel non dare per scontata la separazione tra due coniugi che chiedono la mia assistenza, tentando invece di ricomporre la crisi coniugale. La seconda strada è quella di precisare subito ai clienti che io non mi occuperò del loro eventuale divorzio per motivi di coscienza. La terza è in un'ottica di una prevenzione: con l’aiuto di una persona che ha molta esperienza nell’ambito dei corsi di orientamento familiare (OF), ho contribuito all’organizzazione di un incontro di formazione sulla famiglia, una domenica al mese per tutta la durata di un anno.

L’iniziativa è stata sorprendentemente accolta da un gran numero di coppie di amici e conoscenti che non solo hanno partecipato regolarmente, ma hanno anche capito che, su argomenti importanti quali l’amore coniugale e l’educazione dei figli, non si può improvvisare, ma occorre condividere fondamentali valori di vita.

Al termine di quell’anno di incontri, assieme a una serie di coppie che vi avevano preso parte, ho deciso di iscrivermi con mia moglie a un vero e proprio corso di orientamento familiare. Spero con questo di acquisire la formazione necessaria per poter essere di aiuto a tante famiglie a prevenire fenomeni di crisi nei rapporti coniugali o nei rapporti tra genitori e figli o magari spero di poter dare un contributo di maggior competenza familiare, oltre che giuridica, alle coppie che si rivolgeranno a me come avvocato.

Sono anche molto felice di poter insegnare all’Università: ho la splendida opportunità di rimanere a contatto con il mondo dei giovani studenti e di contribuire alla loro formazione trasmettendo non solo le conoscenze scientifiche, ma anche le esperienze professionali maturate nell’ambito della mia professione. Anche in questo settore i ragazzi si sentono spesso attratti dall’esperienze professionali vissute in prima persona e dalla disponibilità che riesco a trasmettere loro. Sono molti gli studenti che mi chiedono la tesi ed è lì che il rapporto personale si fa più approfondito consentendomi di conoscere meglio le loro qualità, anche umane e di stabilire amicizie che proseguono poi nella vita.