Il Papa e le famiglie

Riportiamo gli interventi di Papa Francesco per la Giornata della Famiglia, 26 e 27 ottobre 2013.

All'Angelus il Papa affida a Maria le famiglie di tutto il mondo

Il Papa all’Angelus ha salutato tutti i pellegrini, “specialmente voi, care famiglie, – ha detto - venute da tanti Paesi. Grazie di cuore! Rivolgo un cordiale saluto ai Vescovi e ai fedeli della Guinea Equatoriale, qui convenuti in occasione della ratifica dell’Accordo con la Santa Sede. La Vergine Immacolata protegga il vostro amato popolo e vi ottenga di progredire sulla via della concordia e della giustizia. Adesso pregheremo insieme l’Angelus. Con questa preghiera invochiamo la protezione materna di Maria, nostra Madre, per le famiglie del mondo intero, in modo particolare per quelle che vivono situazioni di maggiore difficoltà. Maria, Regina della Famiglia, prega per noi! Diciamo insieme: Maria, Regina della Famiglia, prega per noi! Maria, Regina della Famiglia, prega per noi!”.

Preghiera di Papa Francesco alla Santa Famiglia

Alla fine della celebrazione, prima dell'Angelus, il Papa ha elevato una preghiera alla Santa Famiglia davanti all'icona che la raffigura. Di seguito il testo di questa preghiera:

Gesù, Maria e Giuseppe

a voi, Santa Famiglia di Nazareth,oggi, volgiamo lo sguardo

con ammirazione e confidenza;in voi contempliamo

la bellezza della comunione nell’amore vero;a voi raccomandiamo tutte le nostre famiglie,

perché si rinnovino in esse le meraviglie della grazia.

Santa Famiglia di Nazareth,scuola attraente del santo Vangelo:

insegnaci a imitare le tue virtù con una saggia disciplina spirituale,

donaci lo sguardo limpido che sa riconoscere l’opera della Provvidenza

nelle realtà quotidiane della vita.

Santa Famiglia di Nazareth,custode fedele del mistero della salvezza:

fa’ rinascere in noi la stima del silenzio,rendi le nostre famiglie cenacoli di preghiera

e trasformale in piccole Chiese domestiche,rinnova il desiderio della santità,

sostieni la nobile fatica del lavoro, dell’educazione,dell’ascolto, della reciproca comprensione e del perdono.

Santa Famiglia di Nazareth,

ridesta nella nostra società la consapevolezza del carattere sacro e inviolabile della famiglia,

bene inestimabile e insostituibile. Ogni famiglia sia dimora accogliente di bontà e di pace

per i bambini e per gli anziani,per chi è malato e solo,

per chi è povero e bisognoso.

Gesù, Maria e Giuseppe voi con fiducia preghiamo, a voi con gioia ci affidiamo.

Messa di Papa Francesco nella giornata della Famiglia

Oltre centomila persone alla Messa in Piazza San Pietro presieduta dal Papa nella Giornata della Famiglia in occasione dell’Anno della Fede. Papa Francesco nell’omelia ha sottolineato che le Letture di questa 30.ma domenica del tempo ordinario “ci invitano a meditare su alcune caratteristiche fondamentali della famiglia cristiana”.

La prima è la famiglia che prega. “Il brano del Vangelo – ha affermato - mette in evidenza due modi di pregare, uno falso – quello del fariseo – e l’altro autentico – quello del pubblicano. Il fariseo incarna un atteggiamento che non esprime il rendimento di grazie a Dio per i suoi benefici e la sua misericordia, ma piuttosto soddisfazione di sé. Il fariseo si sente giusto, si sente a posto, si pavoneggia di questo, e giudica gli altri dall’alto del suo piedestallo. Il pubblicano, al contrario, non moltiplica le parole. La sua preghiera è umile sobria, pervasa dalla consapevolezza della propria indegnità, delle proprie miserie: quest’uomo davvero si riconosce bisognoso del perdono di Dio, della misericordia di Dio. Quella del pubblicano è la preghiera del povero, è la preghiera gradita a Dio che, come dice la prima Lettura, «arriva fino alle nubi» (Sir 35,20), mentre quella del fariseo è appesantita dalla zavorra della vanità".

Il Papa ha quindi proseguito: "Alla luce di questa Parola, vorrei chiedere a voi, care famiglie: pregate qualche volta in famiglia? Qualcuno sì, lo so. Ma tanti mi dicono: ma come si fa?, Ma si fa come il pubblicano, è chiaro, umilmente davanti a Dio. Ognuno con umiltà si lascia guardare dal Signore e chiede la sua bontà che venga a noi. Ma in famiglia come si fa? Perché sembra che la preghiera è una cosa personale, e poi non c’è mai un momento adatto, tranquillo in famiglia… Sì, è vero, ma è anche questione di umiltà, di riconoscere che abbiamo bisogno di Dio, come il pubblicano! E tutte le famiglia hanno bisogno di Dio. Tutti, tutti. Bisogno del suo aiuto, della sua forza, della sua benedizione, della sua misericordia, del suo perdono. E ci vuole semplicità! Per pregare in famiglia ci vuole semplicità. Pregare insieme il “Padre nostro”, intorno alla tavola, non è una cosa straordinaria, è facile, dà tanta forza! E anche pregare l’uno per l’altro! Il marito per la moglie, la moglie per il marito, ambedue per i figli, i figli per i genitori, per i nonni … Pregare l’uno per l’altro. Questo è pregare in famiglia, e questo fa forte la famiglia: la preghiera.

“La seconda Lettura – ha aggiunto - ci suggerisce un altro spunto: la famiglia custodisce la fede. L’apostolo Paolo, al tramonto della sua vita, fa un bilancio fondamentale, e dice: «Ho conservato la fede» (2 Tm 4,7). Ma come l’ha conservata? Non in una cassaforte! Non l’ha nascosta sottoterra, come quel servo un po’ pigro. San Paolo paragona la sua vita a una battaglia e a una corsa. Ha conservato la fede perché non si è limitato a difenderla, ma l’ha annunciata, irradiata, l’ha portata lontano. Si è opposto decisamente a quanti volevano conservare, “imbalsamare” il messaggio di Cristo nei confini della Palestina. Per questo ha fatto scelte coraggiose, è andato in territori ostili, si è lasciato provocare dai lontani, da culture diverse, ha parlato francamente senza paura. San Paolo ha conservato la fede perché, come l’aveva ricevuta, l’ha donata, spingendosi nelle periferie, senza arroccarsi su posizioni difensive”.

“Anche qui – ha sottolineato il Papa - ci possiamo chiedere: in che modo noi, in famiglia, custodiamo la nostra fede? La teniamo per noi, nella nostra famiglia, come un bene privato, come un conto in banca, o sappiamo condividerla con la testimonianza, con l’accoglienza, con l’apertura agli altri? Tutti sappiamo che le famiglie, specialmente quelle giovani, sono spesso “di corsa”, molto affaccendate; ma qualche volta ci pensate che questa “corsa” può essere anche la corsa della fede? Le famiglie cristiane sono famiglie missionarie. Ma, ieri abbiamo sentito, qui in piazza, la testimonianza di famiglie missionarie. Sono missionarie anche nella vita di ogni giorno, facendo le cose di tutti i giorni, mettendo in tutto il sale e il lievito della fede! Conservare la fede in famiglie e mettere il sale e il lievito della fede nelle cose di tutti i giorni”.Papa Francesco ha poi affrontato un ultimo aspetto che si ricava dalla Parola di Dio: “la famiglia che vive la gioia. Nel Salmo responsoriale si trova questa espressione: «i poveri ascoltino e si rallegrino» (33/34,3). Tutto questo Salmo è un inno al Signore, sorgente di gioia e di pace. E qual è il motivo di questo rallegrarsi? E’ questo: il Signore è vicino, ascolta il grido degli umili e li libera dal male. Lo scriveva ancora san Paolo: «Siate sempre lieti … il Signore è vicino!» (Fil 4,4-5). Eh … a me piacerebbe fare una domanda, oggi. Ma, ognuno la porta nel suo cuore, a casa sua, eh?, come un compito da fare. E si risponde da solo. Come va la gioia, a casa tua? Come va la gioia nella tua famiglia? Eh, voi date la risposta”.

“Care famiglie – ha proseguito il Papa - voi lo sapete bene: la gioia vera che si gusta nella famiglia non è qualcosa di superficiale, non viene dalle cose, dalle circostanze favorevoli… La gioia vera viene da un’armonia profonda tra le persone, che tutti sentono nel cuore, e che ci fa sentire la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della vita. Ma alla base di questo sentimento di gioia profonda c’è la presenza di Dio, la presenza di Dio nella famiglia, c’è il suo amore accogliente, misericordioso, rispettoso verso tutti. E soprattutto, un amore paziente: la pazienza è una virtù di Dio e ci insegna, in famiglia, ad avere questo amore paziente, l’uno con l’altro. Avere pazienza tra di noi. Amore paziente”.

Solo Dio sa creare l’armonia delle differenze. Se manca l’amore di Dio, anche la famiglia perde l’armonia, prevalgono gli individualismi, e si spegne la gioia. Invece la famiglia che vive la gioia della fede la comunica spontaneamente, è sale della terra e luce del mondo, è lievito per tutta la società. Famiglie gioiose”.

Quindi ha concluso: “Care famiglie, vivete sempre con fede e semplicità, come la santa Famiglia di Nazaret. La gioia e la pace del Signore siano sempre con voi!”.

Incontro del Papa con le famiglie in piazza san Pietro

Gli sposi “pregano insieme e con la comunità” perché “hanno bisogno dell’aiuto di Gesù” “per accogliersi l’un l’altro ogni giorno, e perdonarsi ogni giorno”. Lo ha ricordato Papa Francesco nel discorso alle migliaia di famiglie provenienti da oltre 70 paesi del mondo.

Tantissime persone hanno affollato Piazza San Pietro nel pomeriggio del 26 ottobre per il Pellegrinaggio alla tomba di San Pietro nell’Anno della fede. In tutto circa 100mila i presenti fra genitori, bambini e nonni.

Questa piazza “vi abbraccia: siamo un solo popolo, con un’anima sola, convocati dal Signore che ci ama e ci sostiene”. Papa Francesco rivolge le sue parole piene di calore ad una Piazza San Pietro colorata da una distesa di palloncini, festante, gremita da migliaia di famiglie: neonati in carrozzina, bambini di ogni età, genitori, nonni, ci sono anche bisnonni, riuniti per ascoltare le parole del Papa e per la Professione di Fede. Papa Francesco arriva sul Sagrato mano nella mano con dieci bambini e subito scherza con loro affettuosamente, chiedendogli se sanno farsi il segno della Croce. “Famiglia, vivi la gioia della fede” è il tema del Pellegrinaggio e il Papa si sofferma proprio sul modo in cui sperimentare questa gioia nella famiglia, oggi. Papa Francesco conosce le difficoltà che le famiglie vivono. “La vita spesso è faticosa”, “lavorare è fatica”, “ma – ricorda il Papa – quello che pesa di più nella vita è la mancanza di amore”; “pesano certi silenzi, a volte anche in famiglia, fra marito e moglie, fra genitori e figli”. Il Papa pensa anche agli anziani soli e alle famiglie che non sono aiutate a sostenere chi in casa ha bisogno di cure speciali. A tutte le famiglie Papa Francesco ricorda le parole di Gesù: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi”. “Il Signore conosce le nostre fatiche" e i pesi della nostra vita, dice, ma anche il nostro profondo desiderio di trovare la gioia del ristoro:

“Gesù ha detto: 'La vostra gioia sia piena'. Gesù vuole che la nostra gioia sia piena! Lo ha detto agli apostoli e lo ripete oggi a noi. Allora questa è la prima cosa che stasera voglio condividere con voi, ed è una parola di Gesù: Venite a me, famiglie di tutto il mondo - dice Gesù - e io vi darò ristoro, affinché la vostra gioia sia piena. E questa Parola di Gesù portatela a casa, portatela nel cuore, condividetela in famiglia. Ci invita ad andare da Lui per darci, per darvi e per darci a tutti la gioia”.

Papa Francesco si rifà poi al Rito del Matrimonio dove ci si promette di essere fedeli sempre “nella gioia e nel dolore”. “Come Abramo” gli sposi si mettono in cammino insieme e il Papa ricorda che proprio questo è il matrimonio: “partire e camminare insieme, mano nella mano, affidandosi alla grande mano del Signore”:

“Mano nella mano, sempre e per tutta la vita! E non fare caso a questa cultura del provvisorio, che ci taglia la vita a pezzi! Con questa fiducia nella fedeltà di Dio si affronta tutto, senza paura, con responsabilità”.

Il Papa ricorda quindi che gli sposi cristiani non sono ingenui, conoscono i problemi e i pericoli della vita. Ma non hanno paura di assumersi la loro responsabilità, davanti a Dio e alla società. Senza scappare, senza isolarsi, senza rinunciare alla missione di formare una famiglia e di mettere al mondo dei figli e “i cristiani - sottolinea - si sposano nel Sacramento perché sono consapevoli di averne bisogno!”. Papa Francesco ribadisce, quindi, quanto sia importante per gli sposi pregare insieme:

“E nel loro Matrimonio pregano insieme e con la comunità. Perché? Perché si usa fare così? No! Lo fanno perché ne hanno bisogno, per il lungo viaggio che devono fare insieme: un lungo viaggio che non è a pezzi, dura tutta la vita! E hanno bisogno dell’aiuto di Gesù, per camminare insieme con fiducia, per accogliersi l’un l’altro ogni giorno, e perdonarsi ogni giorno! E questo è importante, eh! Nelle famiglie saper perdonarsi”.

Poi ripete le tre parole-chiave che servono per portare avanti una famiglia: permesso, grazie e scusa: “Ma sentite questo consiglio: non finire la giornata senza fare la pace. La pace si rifà ogni giorno in famiglia! Senza chiedersi scusa: 'scusatemi' ecco e si rincomincia di nuovo. Permesso, grazie, scusa! Lo diciamo insieme? Permesso, grazie e scusa! Facciamo queste tre parole in famiglia! Perdonarsi ogni giorno!”.

Sono tanti i momenti belli in famiglia: il pranzo insieme, l’uscita nel parco o in campagna, la visita ai nonni “ma – sottolinea il Papa – se manca l’amore manca la gioia, manca la festa, e l’amore ce lo dona sempre Gesù: Lui è la fonte inesauribile, e si dona a noi nell’Eucaristia”. E lì Lui “ci dà la sua Parola e il Pane della vita, perché la nostra gioia sia piena”. Quindi il Papa si sofferma sull’icona presente, che raffigura la Presentazione di Gesù al Tempio, dove si intrecciano tre generazioni: Simeone e Anna, i due anziani, rappresentano “la fede come memoria” e il Papa invita ad ascoltare i nonni che sono la saggezza di un popolo; Maria e Giuseppe sono la famiglia santificata dalla presenza di Gesù. “Rimanete sempre unite a Gesù – conclude - e portatelo a tutti con la vostra testimonianza”. E dopo la Professione di Fede, Papa Francesco saluta le famiglie durante il giro con la jeep scoperta in piazza San Pietro.

    Radio Vaticana