Esperienze per la famiglia

Carmen e Giorgio Tarassi vivono a Milano, sono sposati da 26 anni e hanno due figlie. Hanno man mano approfondito il loro interesse per le tematiche familiari a partire dalla loro famiglia fino ad arrivare al FAMILY DAY.

Carmen: Il nostro impegno per la famiglia è partito ovviamente da noi due e dalle nostre due figlie e lì ci siamo resi conto della bellezza, ma anche delle difficoltà di essere in due e di essere genitori e di come sia necessario ricevere – e quindi dare – molta formazione in questo ambito: pur essendo entrambi laureati e professionisti, in questo campo eravamo, come tutti, degli autodidatti. Per prima cosa abbiamo partecipato a un corso di Orientamento familiare con altre coppie giovani. Quando poi le nostre figlie hanno iniziato la scuola, le abbiamo iscritte alla Scuola Monforte, del FAES, un’associazione sorta per iniziativa di un gruppo di genitori e che ha come primo obiettivo nella propria Carta d’identità quello di “aiutare i genitori a riscoprire la bellezza del loro compito”. Abbiamo perciò accettato nella classe della nostra prima figlia il compito di “coppia incaricata”, per favorire il clima di amicizia tra i genitori della classe e sviluppare per loro iniziative di formazione, e poi quello di “genitori coordinatori” di tutto il lavoro formativo per le altre famiglie delle elementari. A un certo punto, mi è capitata l’occasione di riprendere a lavorare proprio alla scuola Monforte – alla nascita della nostra prima figlia avevamo deciso che io interrompessi il mio lavoro professionale di insegnante – e ora mi occupo di dirigere sia questa Scuola sia tutto il lavoro formativo per docenti e genitori di tutte le 12 scuole FAES d’Italia. In un momento in cui è messa in grande discussione, l’alleanza scuola-famiglia rimane la risorsa di base del nostro sistema educativo grazie agli incontri che vengono organizzati per i genitori e soprattutto alla loro collaborazione con il docente tutor nell’educazione dei figli.

Giorgio: Io ho proseguito l’impegno nell’Orientamento familiare, nell’Associazione Oeffe-FAES, che ha una chiara unità di obiettivi e di collaborazione con queste scuole, e mi occupo di corsi che aiutano i genitori attraverso un metodo partecipativo e lo studio di casi tratti dalla vita familiare (relazione coniugale, rapporto con figli piccoli, problematiche dei figli adolescenti ecc.). In particolare, mi piace lavorare con le coppie giovani e aiutarle a fondare la loro famiglia su basi solide in un momento in cui incontrano tante difficoltà legate alle caratteristiche del mondo del lavoro, alle incertezze che avvertono per il futuro e all’influenza della cultura attuale, certo non favorevole alla formazione di famiglie sane.

Negli ultimi anni siamo stati invitati a due Convegni per presentare le attività del FAES e dell’Oeffe a New York nel 2004 e l’anno scorso a Città del Messico: in entrambi ha suscitato molto interesse l’esperienza della trasmissione RAI “Diario di famiglia”, fatta con la nostra collaborazione, che presenta sessioni di Orientamento familiare con la nostra metodologia.

Carmen: In questi due Convegni mi ha colpito molto lo spirito d’iniziativa e l’intraprendenza in ambito sociale dei partecipanti dei Paesi dell’America latina, dove le politiche contro la famiglia, la natalità e la vita sono molto più esplicite che da noi. Mi sono domandata che cosa stiamo facendo in Europa per contrastare questa ondata, che è più subdola, ma più radicata sul piano culturale.

Giorgio: Da qualche tempo partecipiamo per il FAES alle Assemblee del Forum delle Associazioni familiari e abbiamo accolto con entusiasmo la proposta del Family day del 12 maggio. Così abbiamo cominciato a darci da fare per coinvolgere il maggior numero di persone, all’interno e al di fuori dalle nostre due Associazioni, motivandole a partecipare. È stata una bellissima occasione per parlare di famiglia e per aiutare le persone a vincere le difficoltà che una giornata così impegnativa poteva comportare, soprattutto visto che si trattava di far muovere bambini anche piccolissimi e magari anche i nonni, con tutte le complicazioni che questo comporta. Tra l’altro, Oeffe, come altre Associazioni del Forum, ha organizzato giorni prima in una piazza di Milano uno stand per spiegare ai passanti l’iniziativa ed è stata un’occasione molto significativa per coinvolgere tanti su queste tematiche.

Carmen: Insomma, alla fine, insieme ad altri amici e a molte famiglie delle scuole FAES di Milano abbiamo riempito due pullman da Milano e parecchi posti in treno, ma non possiamo proprio calcolare il gran numero di famiglie che fanno capo al FAES e che sono venute da sole o con altre organizzazioni. Infatti, a motivo del numero davvero inatteso dei partecipanti, non siamo riusciti a incontrarci tutti. Questo ha reso ancora più estesa la nostra presenza, resa evidente soprattutto dal gruppo che portava lo striscione, le magliette e i cappellini con i nostri loghi.

Giorgio: Quando siamo arrivati a piazza S. Giovanni, sono sparite d’un botto la stanchezza per le tante ore di viaggio un po’ avventuroso e le preoccupazioni dei giorni precedenti: quanto sarebbe stato scomodo il viaggio, la difficoltà per arrivare, come intrattenere i bambini ma, soprattutto, quante persone ci sarebbero state e se tutto questo sforzo sarebbe servito. Ci ha entusiasmato subito la vista di quella folla immensa, festosa, fatta di gente come noi che era lì per far vedere e difendere le stesse realtà che riempiono la nostra giornata: la nostra vita di marito e moglie, i figli e la loro educazione, i nonni, la necessità di compaginare lavoro e famiglia, le esigenze economiche… In un clima di grande gioia e partecipazione abbiamo ascoltato le ragioni profonde della famiglia e condiviso lo stesso desiderio di tutti di speranza e di futuro.

Carmen: Mi hanno colpito in particolare tre cose: le stupende immagini di bambini che si vedevano dappertutto, anche ingrandite sui megaschermi; le canzoni scelte per i loro testi positivi, che mi hanno fatto pensare a San Josemaría, che ci suggeriva di rivolgere a Dio le parole e le canzoni dell’amore umano: io sono stonata, ma lì ho cantato tantissimo! ed infine la profondità dei contenuti di alcuni discorsi, mi sembra che sarà necessario farne oggetto di studio e di approfondimento e diffonderli il più possibile.

Giorgio: Proprio per il mio interesse per le famiglie giovani, mi è sembrato che in questa giornata chi sta per sposarsi o l’ha appena fatto abbia ricevuto un grande incoraggiamento. Ci auguriamo anche che il Family day non solo serva ad inaugurare una nuova stagione di politiche favorevoli alla famiglia, ma aiuti chi c’era a non sentirsi più solo nelle proprie fatiche e convinzioni, bensì più forte per ripartire con lo stesso entusiasmo di quel pomeriggio in un lavoro di impegno sociale e anche in quello faticoso, ma bellissimo, di essere una famiglia.

Link:

https://www.faes-scuole.it https://www.oeffe.it