Harambee

Iniziative di educazione in Africa e di sensibilizzazione ai problemi dell'Africa. Nato con la canonizzazione di san Josemaría Escrivà.

Il progetto Harambee è nato per iniziativa del Comitato organizzatore della canonizzazione di Josemaría Escrivà, che – come segno di gratitudine a Dio e in armonia con i sentimenti del nuovo santo – ha offerto ai partecipanti alla cerimonia di canonizzazione e a quanti desideravano unirsi all’iniziativa, la possibilità di contribuire al finanziamento di programmi di educazione in Africa.

L’Africa è un continente di enormi risorse e gravi problemi. È un richiamo pressante alla coscienza dei cristiani e di tutti gli uomini e le donne di buona volontà, perché – come diceva san Josemaría – «un uomo o una società che non reagisca davanti alle sofferenze e alle ingiustizie, e che non si sforzi di alleviarle, non è un uomo o una società a misura del Cuore di Cristo. I cristiani (….) devono condividere il comune desiderio di servire l'umanità. Altrimenti il loro cristianesimo non sarà la Parola e la Vita di Gesù; sarà un travestimento, un inganno, di fronte a Dio e di fronte agli uomini».

“Con cinque euro fai Harambee” si diceva all’inizio del progetto. Nei giorni della canonizzazione sono state raccolte moltissime buste con cinque euro, alcune con meno ed altre con molto di più: ognuno ha dato quello che poteva dare.

“Questo tipo di progetti – spiega Linda Corbi, coordinatrice di Harambee – sta diventando frequente in occasione dei grandi incontri convocati dal Papa, ad esempio le Giornate mondiali delle Famiglie. Inoltre, Giovanni Paolo II, nel suo messaggio per la Quaresima dell’anno 2002, incoraggiava a concretare in un gesto di carità la gratitudine per i doni ricevuti da Dio.”

Il Progetto Harambee continua

Linda Corbi continua nella sua spiegazione “di fatto sono nate recentemente iniziative di ogni tipo. Ad esempio, la settimana scorsa un gruppo di persone ha promosso un concerto a Pisa, qui in Italia, ed ha deciso di destinare ad Harambee la somma raccolta. Sappiamo anche di varie giovani coppie che hanno proposto agli invitati al loro matrimonio di dare un contributo al Progetto Harambee.

Dall’Equador ci è giunto un contributo generoso, e un altro dalle Filippine. Una residenza universitaria di Granada, in Spagna, ci ha già fatto tre trasferimenti bancari, frutto di almeno altrettante operazioni di fund raising. Noi incoraggiamo tutti, e soprattutto li ringraziamo di cuore.

Nella pagina web ci sono informazioni sui possibili modi per collaborare. Si possono fare ancora donativi attraverso un bonifico bancario, sul conto destinato al progetto.

Tutti insieme

Margaret Ogola, medico e scrittrice di Nairobi (Kenya), ha raccontato cosa significa la parola Harambee: “tutti insieme”, per affrontare un problema, per costruire una casa, per aiutare chi ha bisogno. Ognuno offre il suo aiuto, ma in realtà tutti danno e tutti ricevono. “Noi africani siamo chiamati ad essere i protagonisti del nostro sviluppo, con l’aiuto innanzitutto dei nostri concittadini, che poi si allarga a tanti altri, in tutto il mondo. Così abbiamo pensato al Progetto Harambee , per la festa di Josemaría Escrivá, che si è fatto africano con gli africani e che è stato maestro ed educatore di donne e uomini di tutte le razze e i colori”. L’Africa è una speranza ed un impegno comune, che richiede un Harambee senza frontiere.

L’educazione, chiave dello sviluppo

“L’educazione è la chiave dello sviluppo”, ha spiegato Léon Tshilolo, medico e direttore sanitario di un ospedale a Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo). “Abbiamo deciso di destinare i fondi raccolti con Harambee al finanziamento di progetti educativi in tanti Paesi dell’Africa. Li distribuiremo attraverso un bando di concorso (già pubblico sul web) aperto a tutte le organizzazioni africane che si occupano di educazione, con speciale attenzione per la promozione della donna”.

In Africa, la vera sfida è che siano proprio le donne e gli uomini africani gli artefici dello sviluppo, mettendo davvero in atto tutte le proprie potenzialità.

Educare persone che diventino a loro volta educatori, generando un circolo virtuoso che possa a poco a poco estendersi a tutti i settori della società. L’educazione apre le porte al lavoro, all’autonomia, al progresso materiale e spirituale.

Il progetto pilota: Kimlea, a favore delle contadine di Kiambú

Per esemplificare le caratteristiche del progetto Harambee, il Comitato Organizzatore ha scelto un primo programma pilota, l’Outreach Programme, promosso da Kimlea Centre (Kenya).

Kimlea è un centro di formazione professionale, nato su incoraggiamento di san Josemaría e che già da alcune decine d’anni opera in favore dell’educazione della donna africana. Nel caso di Kimlea l’apporto di Harambee contribuirà alla promozione dell’Outreach Programme, una serie di corsi di formazione professionale per le donne che lavorano nelle piantagioni di tè, al fine di offrire a loro e alle loro famiglie nuove opportunità di crescita.

L’ Outreach Programme in Kimlea Centre

L’alto indice d’abbandono delle famiglie da parte degli uomini, alcune tradizioni locali e la scarsezza di risorse economiche della zona, fanno sì che nel distretto di Kiambù, in Kenia, molte donne debbano lavorare a giornata nelle piantagioni di tè per portare avanti la famiglia.

Quando le risorse economiche sono poche, di solito si mandano a scuola solo i ragazzi, perché si ritiene che le giovani verranno mantenute da chi le sposerà. Rimaste prive d’istruzione, le donne non hanno altra scelta che quella di lavorare a giornata nelle piantagioni di tè, dalle sei del mattino alle sei di sera per meno di due dollari, somma appena sufficiente a mantenere la famiglia. Con queste entrate non possono fornire ai loro figli un futuro migliore e non possono pensare all’educazione delle loro figlie. Si crea così un circolo vizioso di difficile soluzione.

L’Outreach Programme offre alle donne di Kiambù corsi di alfabetizzazione, di contabilità e di cultura generale. Possono così accedere a impieghi meno estenuanti e meglio remunerati.

Grazie a questi corsi molte di loro hanno avviato un piccolo commercio, hanno imparato a cucire, a coltivare un orto, a vendere prodotti alimentari, ecc. e notano i buoni risultati per le loro famiglie e le loro comunità.

Per maggiori informazioni: www.harambee-africa.org