San Josemaría, un pioniere

Proponiamo una selezione di testi in cui don Álvaro del Portillo trasmette la dottrina della santificazione nel lavoro professionale e nella vita ordinaria, che apprese dalle labbra di San Josemaría.

Mons. Álvaro del Portillo era grato a Dio perché aveva concesso alla Chiesa e all'umanità, in San Josemaría, un modello di santità così raggiungibile. In occasione del suo compleanno nel 1991 diceva: «Quando osservo i giorni della mia vita, penso alle pagine passate. Sono passate, ma non gettate nel cestino, perché restano dinanzi agli occhi di Dio. Tanti benefici del Signore! Già prima che nascessi mi preparò una famiglia cristiana religiosa, che mi ha dato una buona formazione. Poi, tanti avvenimenti che hanno segnato la mia esistenza. Al di sopra di tutto, l’incontro con nostro Padre, che cambiò totalmente la mia vita, rapidissimamente. E ancora quasi quarant’anni di continua intimità con il nostro Fondatore…» (Lettera del Prelato, marzo 2014).

Proponiamo qui una selezione di testi – pubblicati nel libro "Orar, como sal y como luz”, di José Antonio Loarte, edizioni Planeta – in cui don Álvaro del Portillo, e primo successore di San Josemaría alla guida dell'Opus Dei, trasmette la dottrina della santificazione nel lavoro professionale e nell'esistenza ordinaria, che apprese dalle labbra del fondatore.

Gesù ci vuole santi! questo è il messaggio che con forza inesauribile e per più di cinquant'anni fece risuonare monsignor Escrivá de Balaguer, altoparlante di Cristo; messaggio che raggiunge i cuori di giovani e anziani, e che il Concilio Vaticano II ha rinnovato per gli uomini e le donne del nostro tempo, che anche se sembrano affannarsi perseguendo solo ideali passeggeri, hanno nel fondo una fame insaziabile di Dio, e cercano Dio anche senza saperlo. Se come cristiani portiamo il Redentore con noi, dentro di noi […], allora veramente dovremo rendere presente Cristo nel nostro cammino: farlo conoscere, farlo amare.

Omelia in un anniversario della morte di San Josemaría. Roma, Basilica di Sant'Eugenio, 26-VI-1982

Attraverso questo cammino di contemplazione, vissuta nell'ambito delle occupazioni terrene, lo Spirito Santo condusse il Beato Josemaría fino alle vette della vita mistica, all'unione con la Trinità divina. Il dialogo filiale con Dio diventava allora così intimo che —come lui stesso spiegava— «le parole vengono meno, la lingua non riesce ad esprimersi; anche l'intelletto si acquieta. Non si discorre, si ammira. E l'anima erompe ancora una volta in un cantico nuovo, perché si sente e si sa ricambiata dallo sguardo amoroso di Dio, in ogni istante della giornata […].

Il mio cuore trabocca d'emozione nel testimoniare oggi, qui, con profonda gratitudine verso Nostro Signore, di aver assistito per quarant'anni, giorno dopo giorno, alla vita santa del Beato Josemaría, al suo amore per Dio e per tutte le anime, alla sua eroica corrispondenza alla grazia di Cristo, che Dio concede copiosamente a chi è umile (Cfr I Pt 5, 5; Gc 4, 6) […].

«Mentre consideriamo la vita di coloro che hanno seguito fedelmente Cristo —insegna il Concilio Vaticano II— per un motivo in più ci sentiamo spinti a cercare la città futura (cfr. Eb 13,14 e 11,10) e insieme ci è insegnata la via sicurissima per la quale, tra le mutevoli cose del mondo, potremo arrivare alla perfetta unione con Cristo» (Lumen Gentium, 50. La santità raggiunta dal Beato Josemaría non rappresenta un ideale impossibile; è un esempio che non si rivolge soltanto a poche anime elette, bensì a innumerevoli cristiani, chiamati da Dio a santificarsi nel mondo: nell'ambito del lavoro professionale, della vita familiare e sociale. È un esempio illuminante di come le occupazioni quotidiane non siano un disturbo per lo sviluppo della vita spirituale, ma possano e debbano trasformarsi in orazione: egli stesso costatava per iscritto nei suoi appunti personali, con una certa sorpresa, che vibrava d'Amore per Dio proprio «per strada, fra il rumore delle automobili, dei mezzi pubblici, della gente», perfino «leggendo il giornale!» (Appunti intimi 673). È un esempio particolarmente vicino, poiché il Beato Josemaría è vissuto fra di noi: siete in molti, qui presenti, ad averlo conosciuto di persona. Egli ha partecipato intensamente alle ansie della nostra epoca, e proprio nelle attività di ogni giorno, mediante il compimento fedele dei doveri quotidiani nello Spirito di Cristo (Cfr . Colletta della Messa di San Josemaría Escrivá), ha raggiunto la santità.

Omelia in una delle Messe di ringraziamento della beatificazione del fondatore dell'Opus Dei. Roma, piazza San Pietro, 18-V-1992. Pubblicato in Romana, 14 (1992), p. 2

Il desiderio di San Josemaría fu sempre unire tutte le anime alla Chiesa e al Papa, per condurle a Gesù per mezzo di Maria. Tutti!, perché anche se siamo pochi nell'immensa moltitudine dell'umanità, se diamo completamente la nostra vita a Dio saremo come il grano di sale, capace di dare sapore; come la piccola quantità di lievito, che fa fermentare tutta la massa; come queste luci che illuminano e danno risalto all'immensa oscurità del firmamento. "Quello che l'anima è nel corpo, questo sono i cristiani nel mondo" (Lettera a Diogneto 5). Cristo, uno solo, ha dato la sua vita per tutti (Cfr. Gv 11, 15), e ciascuno di noi potrà essere sale, luce e lievito, se si identifica con Lui e dà la sua vita per la gloria di Dio Padre.

Omelia in una delle Messe di ringraziamento della beatificazione del fondatore dell'Opus Dei. Roma, Basilica di Sant'Eugenio, 21-V-1992. Pubblicato in Romana, 14 (1992) p. 55

Noi, che abbiamo conosciuto e abbiamo intrattenuto rapporti di grande familiarità con il Beato Josemaría sulla terra, non siamo stupiti nel constatare la sua incessante attività nel Cielo. Quando viveva fra di noi non era capace di rimanere indifferente alle pene, alle allegrie, alle necessità spirituali e materiali del prossimo. Con quel cuore grande che Dio gli aveva concesso, sempre disposto a spargere amore, soffriva per le sofferenze altrui, si riempiva di gioia con i loro momenti di allegria, si prodigava per offrire il rimedio della sua orazione e della sua penitenza a favore di quanti glielo richiedevano. Adesso, con il potere di intercessione che Dio gli ha concesso, il Fondatore dell'Opus Dei continua a occuparsi di ciascuna, di ciascuno di quelli che si rivolgono a lui, con l'affetto di un padre e la efficacia di un santo. Ce lo aveva promesso molte volte mentre ancora era sulla terra, quando affermava che dal Cielo, per la misericordia di Dio, avrebbe potuto aiutarci meglio. E ora sta mantenendo questa promessa.

Sì, ricorriamo alla sua intercessione e contemporaneamente, sulle orme del suo esempio, chiediamo la grazia di saper impregnare di senso cristiano tutta la nostra esistenza, dalle questioni più importanti a quelle più minute, perché in tutte c'è Dio ad attenderci.

Omelia nella festa dell'allora beato Josemaría. Roma, Basilica di Sant'Eugenio, 26-VI-1993. Pubblicato in Romana, 16 (1993), p. 39.

Ora che nostro padre [San Josemaría] ci guarda dal Cielo, chiediamogli di ottenerci dal Signore la decisione di alzare gli occhi per scoprire ancora più intensamente la piena dimensione del nostro lavoro: la bussola divina, che porta all'ordine soprannaturale tutte le occupazioni di questo mondo, ogni giorno con più amore.

Discorso durante l'atto in memoriam di San Josemaría, nell'Università di Navarra, Pamplona, 12-IV-1976. Pubblicato in Una vida para Dios, p. 59