Monsignor Fernando Ocáriz: Siamo tutti sulla stessa barca per remare insieme

Il 27 agosto 2023 è stato pubblicato sul portale aciprensa.com un articolo firmato da Walter Sánchez Silva dal titolo “El Opus Dei no desea ser una excepción, asegura el Prelado” (L'Opus Dei non vuole essere un'eccezione, assicura il prelato). Condividiamo una nostra traduzione dell’articolo che commenta un report più esteso sull’Opus Dei a cura della rivista El País Semanal.

Monsignor Fernando Ocáriz, prelato dell'Opus Dei, ha affermato che l'istituzione che dirige dal gennaio 2017 "non vuole essere un'eccezione" nella Chiesa cattolica.

È quanto ha dichiarato il 27 giugno a El País Semanal che l’ha pubblicato sabato 26 agosto in un servizio intitolato "Opus Dei, al bivio".

Alla domanda se papa Francesco, con le riforme stabilite per l’Opus Dei, abbia deciso di liquidare la "specificità" dell'istituzione, il prelato si permette di dissentire "educatamente" e precisa: "La specificità dell'Opus Dei risiede nel suo carisma o spirito, piuttosto che nella sua veste giuridica. Alla base c'è la chiamata universale alla santità attraverso il lavoro e le realtà ordinarie della vita. D’altra parte – sottolinea il prelato – l'Opus Dei non vuole essere un'eccezione”.

Il fatto che finora l’Opera sia stata "l'unica prelatura personale potrebbe essere stato percepito come 'eccezione', ma non è così: penso, invece, che sarebbe molto bello se ci fossero altre prelature personali per contribuire all'evangelizzazione di tanti ambiti particolarmente bisognosi di ispirazione cristiana", ha osservato mons. Ocáriz.

Opus Dei, in latino, significa Opera di Dio, quindi i suoi membri si riferiscono familiarmente all'istituzione come "l'Opera". La sua specificità o carisma è la santificazione mediante il lavoro quotidiano. È costituito da sacerdoti, da laici celibi, chiamati numerari e aggregati, e da soprannumerari, che sono i membri sposati.

Fondato da san Josemaría Escrivá il 2 ottobre 1928 ed eretto come prelatura personale il 28 novembre 1982 da san Giovanni Paolo II, dal marzo 2022 l'Opus Dei è al centro di una serie di riforme volute da papa Francesco.

La più recente, quella dell'8 agosto di quest'anno, equipara le prelature personali alle associazioni pubbliche clericali che hanno facoltà di incardinare chierici.

Poco più di un anno fa, il 22 luglio 2022, con il motu proprio “Ad charisma tuendum” ("Per tutelare il carisma"), il Santo Padre ha trasferito le competenze circa le prelature personali dal Dicastero per i Vescovi a quello per il Clero, e ha stabilito che il prelato, che attualmente è mons. Ocáriz, non sarà vescovo, pur mantenendo il titolo onorifico di monsignore.

Il beato Álvaro del Portillo e mons. Javier Echevarría, primi due successori di san Josemaría alla guida dell'Opus Dei, furono nominati vescovi da san Giovanni Paolo II.

La percezione all'esterno dell'Opus Dei

Il prelato ha anche detto a El País Semanal che "la maggior parte delle persone che ci conoscono ci apprezzano, anche se la pensano diversamente, soprattutto se conoscono le nostre iniziative (opere sociali, educative...) e quando entrano in contatto con singole persone dell’Opera, perché sono loro a costituirne la realtà".

Ci sono poi altri ambienti, continua, "che possono avere un atteggiamento più critico, a causa di un pregiudizio: di una concezione della storia della Chiesa e del suo ruolo nel mondo che porta a una valutazione negativa".

È comprensibile, quindi, "che ci siano aspetti che non rientrano nella mentalità di alcune persone. Ma questo è il pluralismo. L'unica cosa importante è il rispetto reciproco: possiamo sempre collaborare", aggiunge.

Sulle critiche all'Opus Dei, mons. Ocáriz osserva che "gli errori e le incoerenze personali fanno parte della vita. Le critiche, quando sono fondate e si basano sulla conoscenza della realtà, aiutano a migliorare ".

"Mi piacerebbe che fosse percepita meglio l’esistenza di una pluralità sociale e culturale di membri dell'Opus Dei. A volte ci si concentra su una persona di rilevanza pubblica e non su altre cento che fanno fatica ad arrivare a fine mese".

Secondo il prelato, sacerdote spagnolo di 78 anni, "in alcuni casi si è adottata una lettura stereotipata dell’Opus Dei, basata su luoghi comuni che non aiutano a comprendere una realtà più ampia e plurale".

"Vorrei anche che si capisse meglio che le persone dell'Opus Dei sono libere e responsabili. I meriti o gli errori nella vita professionale o civile, ad esempio, devono essere attribuiti alla singola persona, come avviene per qualsiasi altro cattolico", aggiunge.

Mons. Ocáriz asserisce che "le opinioni o le decisioni di un politico di sinistra o di destra sono sue e solo sue, e non possono essere attribuite alla Chiesa o a un'istituzione; sono realtà che si muovono su piani diversi. Storicamente, il meccanismo di attribuire l’operato di una persona alla sua appartenenza a un cammino spirituale ha favorito equivoci che continuano a perdurare".

L'Opus Dei è oggi presente in quasi 70 Paesi e conta più di 93.000 membri laici, per il 57% donne e per il 43% uomini, oltre a 2.095 sacerdoti. 

Una lotta tra progressisti e conservatori nella Chiesa?

Sulla "lotta" tra conservatori e progressisti nella Chiesa cattolica, mons. Ocáriz ricorda che, "quando gli fu posta una domanda analoga, il Papa affermò che si trattava di un'interpretazione mondana, estranea alla dimensione religiosa. Credo che troppo spesso si tenda a leggere la realtà in termini di potere e polarizzazione, di gruppi che si contrappongono senza cercare di capirsi".

Tuttavia, spiega il prelato, "la logica che deve prevalere nella Chiesa è quella del servizio e della collaborazione. Remiamo tutti sulla stessa barca, disposti a essere aiutati a migliorare".

A proposito del "vecchio conflitto" tra gesuiti e membri dell'Opus Dei di cui parla il giornale spagnolo, il prelato precisa: "Personalmente posso dirle che sono un ex studente della scuola della Compagnia di Gesù di Madrid e che sono molto grato della formazione e dell'esempio che ho ricevuto dai gesuiti".

Una richiesta di preghiere

La riforma voluta dal Papa, che prevede la modifica degli statuti dell'Opera, ha comportato la celebrazione di un congresso mondiale, svoltosi a Roma nell'aprile di quest'anno, al quale hanno partecipato 126 donne e 148 uomini, di cui 90 sacerdoti.

“Il Motu proprio dell'8 agosto dovrà essere preso in considerazione anche nell'adattamento e nell'aggiornamento degli statuti dell'Opera […]. Pertanto, rinnovo ora la richiesta di preghiere che vi ho già rivolto qualche mese fa, affinché tale lavoro giunga felicemente in porto”. Così ha scritto mons. Ocáriz in una lettera ai membri dell'Opus Dei, due giorni dopo la pubblicazione di questo documento papale.

Por Walter Sánchez Silva