Il prelato a Madrid (28 giugno - 3 luglio)

I recenti incontri del prelato con le persone dell’Opus Dei a Madrid hanno avuto inizio con alcune brevi parole nelle quali ha condiviso le idee che in questi giorni ha nella testa e nel cuore. Qui di seguito si trascrivono le parole pronunciate in uno di questi incontri, che possono servire da riassunto della sua permanenza a Madrid.

Le giornate del viaggio pastorale di mons. Fernando Ocáriz a Madrid

Giovedì 29 giugnoVenerdì 30 giugnoSabato 1 luglioDomenica 2 luglioLunes 3 de julio


“Con l’ultimo Congresso generale è cominciata nell’Opera una nuova tappa, che può servire anche a noi per ricominciare personalmente. È una buona occasione perché ognuno si proponga di cominciare nuovamente, per sentire l’Opera nelle nostre mani con più gratitudine e più responsabilità. Possiamo avere la certezza e la fiducia che, anche se l’Opus Dei è nelle nostre povere mani, continua ad essere di Dio.

Vi ricordo la prima conclusione dello scorso Congresso generale: mettere Cristo al centro della nostra vita, sia sul piano personale che nell’attività apostolica, nel compito della formazione. Riprendo l’idea di san Paolo che tante volte ci ha ripetuto san Josemaría: “per me, vivere è Cristo”.


Gesù Cristo è il punto di riferimento nella lotta per essere felici

Gesù Cristo è il punto di riferimento nella lotta per essere felici. La nostra vita non comporta una serie di esigenze di fedeltà a un ideale, a certi modi di procedere, ma fondamentalmente la fedeltà a Gesù Cristo.

Perciò la nostra attività apostolica – come quella di tutta la Chiesa, della quale l’Opera è una piccola parte – si concentra nell’aiutare le persone a conoscere Gesù, avvicinandolo attraverso il Vangelo.


Dobbiamo comprendere, scusare, imparare a convivere con le limitazioni degli altri, per lo stesso motivo di ogni altra cosa: Cristo

Curate la fraternità. Lo dice quel “grido di san Josemaría”: Amatevi! Dobbiamo comprendere, scusare, imparare a convivere con le limitazioni degli altri, per lo stesso motivo di ogni altra cosa: Cristo. Così vedremo ribollire negli altri il sangue di Cristo.

Vedere il Signore negli altri ci aiuta a scusare, a servire. Sul piano umano questo affetto vuol dire anche amare la libertà e spargere a piene mani attorno a noi il buon umore, che è l’espressione della gioia. Malgrado le difficoltà esterne e gli errori personali, abbiamo sempre motivi per essere contenti.


L’amore alla libertà si esprime anche nello stimolare la libertà di spirito. Mai dobbiamo sentirci forzati da alcunché

L’amore alla libertà si esprime anche nello stimolare la libertà di spirito. Mai dobbiamo sentirci forzati da alcunché. Questa libertà non è mancanza di impegno, perché l’atto proprio della libertà è l’amore, e si è liberi quando si ama. Lo spiega bene la conosciutissima frase di sant’Agostino: “Ama e fa’ ciò che vuoi”. Quando c’è libertà e amore, ciò che facciamo è ciò che ci fa piacere; e questa è la ragione più soprannaturale del nostro modo di agire e di essere.

In questi ultimi tempi spesso mi ritorna alla mente una frase di san Josemaría: “Non è lecito pensare che si può fare con gioia solo ciò che ci piace”. No. Con la fede e con la ragione, possiamo compiere liberamente, amare, i nostri doveri, benché in certi casi non siano ciò che più ci faccia piacere.


Vorrei anche approfittare di questo incontro per invitarvi a portare Cristo alle anime, anche se l’ambiente non sia per nulla propizio in un mondo che amiamo

Vorrei anche approfittare di questo incontro per invitarvi a portare Cristo alle anime, anche se l’ambiente non sia per nulla propizio in un mondo che amiamo. Però dobbiamo vivere sempre con molta speranza. È il Signore che fa l’Opera, malgrado le difficoltà e le nostre limitazioni!

Dobbiamo pregare di più: “Allegri nella speranza, costanti nell’orazione”, dice san Paolo, perché conosciamo bene i nostri limiti, ma anche la forza di Dio. Chiedete per ogni persona più fede nell’amore di Dio.


Infine, pregate molto per il Papa e per la Chiesa. Sul Romano Pontefice pesano tutta la Chiesa e tutto il mondo

Infine, pregate molto per il Papa e per la Chiesa. Sul Romano Pontefice pesano tutta la Chiesa e tutto il mondo. Papa Francesco chiede preghiere per sé, perché sente questa necessità, e non possiamo non aiutarlo per tutto ciò che sta in noi”.


Lunedì 3 luglio

Questa mattina il prelato dell’Opus Dei ha fatto una visita agli specialisti e ai malati dell’Ospedale Centro di Cure Laguna. Emozionato e grato per il lavoro che svolge questo centro specializzato nella sollecitudine sanitaria verso coloro che sono giunti alla fine della loro vita, ha potuto salutare e incoraggiare personalmente molti pazienti, confortandoli con parole di speranza. Durante l’incontro con gli specialisti sanitari di Laguna ha ricordato una sua visita del 2012 insieme al precedente prelato dell’Opus Dei, mons. Javier Echevarría, e ha mostrato la sua riconoscenza per l’affetto che mettono nella relazione con ogni malato.

Inoltre li ha invitati a considerare che – come ha ricordato recentemente il Papa – con il loro lavoro si stanno prendendo cura della carne di Cristo, anche quando il loro lavoro richiede più impegno e si sente la stanchezza: “Dovete vedere Cristo in ogni persona e in ogni momento”.

Il vivo impulso di san Josemaría

Allo stesso modo il prelato ha suggerito al personale di Laguna di ricorrere spesso all’intercessione di san Josemaría, perché grazie al suo spirito e al suo aiuto dal cielo è stato possibile realizzare questo centro di cure palliative, che è nato nel 2002 proprio come un’opera sociale in occasione del centenario della nascita del fondatore dell’Opus Dei, che durante i suoi primi anni da sacerdote a Madrid dedicava molte ore a curare e assistere le persone gravemente malate, molte delle quali senza prospettive di guarigione. Laguna lavora ogni giorno affinché, grazie all’assistenza sanitaria alle persone anziane e ai malati che richiedono cure palliative, essi si sentano sempre assistiti, compresi e benvoluti sino alla fine dei loro giorni. Con i suoi quindici anni di esistenza, Laguna deve essere considerato un centro di accurato servizio sanitario e di grande ripercussione sociale, soprattutto per le famiglie del quartiere madrileno di Carabanchel.

Domenica 2 luglio

La fede, la speranza e “la certezza dell’impossibile”

Il 2 luglio mons. Ocáriz ha partecipato a Madrid a due incontri con persone dell’Opera. Fra le altre cose, ha invitato i presenti a dare la priorità, ogni giorno, alle loro famiglie e a essere i protagonisti nel compito di “portare il mondo a Dio” con audacia e speranza”.
Il prelato dell’Opus Dei ha invitato i presenti a “chiedere a san Josemaría di dare a tutti noi la certezza dell’impossibile”, visti i problemi che ci propone la vita di ogni giorno. Ha suggerito a tutti di coltivare tale certezza sia nel rapporto con Dio come nel vivo desiderio di portare il mondo a Dio con la testimonianza della propria vita cristiana.

Allo stesso tempo, ha raccomandato di saper conciliare la vita di famiglia, le esigenze del proprio lavoro e la vita spirituale, affrontando ordinatamente gli imprevisti e dando la priorità alla relazione personale con Dio e alla dedizione alla propria famiglia.

Mons. Ocáriz ha voluto ringraziare il personale di manutenzione della scuola Retamar per il lavoro di questi giorni. Foto: Álvaro García Fuentes.

Inoltre ha sottolineato la necessità di mettere Cristo al centro dell’intera giornata mediante l’orazione e il modo di vivere il rapporto con l’Eucaristia, “perché da lì proviene la vera forza per prendersi cura della famiglia, santificare il lavoro e voler bene alle persone”.

Amore alla libertà
Davanti a un pubblico per lo più formato da genitori, mons. Ocáriz ha ricordato che “l’amore alla libertà è un’eredità di san Josemaría”. Questo amore alla libertà – ha affermato – si deve manifestare in modo particolare nell’educazione dei figli. Ha invitato i genitori ad essere molto amici dei figli, spiegando loro il perché delle raccomandazioni ed evitando che l’autorità paterna sia più esigenza che affetto. Il prelato dell’Opus Dei li ha invitati a pregare per i loro figli, “perché questa è una preghiera sempre efficace”.

All’inizio dell’incontro il prelato ha salutato alcuni dei presenti. Foto Álvaro García Fuentes.

Sabato 1 luglio

“La nostra vita – ha detto don Fernando – non è un romanzo rosa ma un poema epico, però sempre con gioia perché possiamo fare affidamento sull’aiuto del Signore. Non siamo mai soli. Grazie alla comunione dei santi formiamo un solo Corpo con Gesù Cristo”.
In diversi momenti ha incoraggiato i presenti a lottare contro le difficoltà, le limitazioni personali e la mancanza di tempo appoggiandosi in modo particolare sull’Eucaristia.

Una madre gli ha raccontato con molto garbo quanto le è costato la donazione a Dio di due sue figlie, anche se ora è felice, e gli ha chiesto qualche consiglio per comprendere e aiutare i figli quando decidono di seguire la chiamata di Dio. Mons. Ocáriz le ha raccomandato di considerare che la vocazione è sempre un dono di Dio. “È chiaro che la separazione costa, è umano; però dobbiamo pensare che Dio si è messo nella loro vita e questo è una gioia”. Alla fine le ha consigliato di continuare a pregare per le sue figlie sempre, perché la preghiera delle madri ha un grande valore dinanzi a Dio.
Una ragazza portoghese gli ha detto che è andata a studiare a Pamplona perché sua madre voleva che ricevesse la formazione migliore, e questo le ha cambiato la vita. Ora lavorerà nell’azienda familiare in Angola, ma è un po’ preoccupata perché là sarà l’unica persona dell’Opus Dei. Mons. Ocáriz ha cercato di farle coraggio: “Non sei sola – le ha detto -; sei con Lui e con tutta l’Opera attraverso la comunione dei santi. Dio si affida a te per cominciare in quel paese e avrai tutto il suo aiuto. Sono i suoi progetti per te. Inoltre, noi ci organizzeremo per poter esserti vicino”.

Evangelizzare testimoniando
In un altro incontro, iniziato alle 17,00 alla scuola Retamar, una partecipante, facente parte di un gruppo pop, gli ha detto che trovava difficile rendere attraente la fede ad amici che vivono lontani da Cristo. Il prelato ha insistito sul valore della testimonianza e sul fatto che condividere la propria esperienza, nel caso dell’evangelizzazione, “è molto più efficace dei discorsi teorici”.
Dell’esperienza condivisa ha parlato Rosa María che, dopo aver vissuto e superato una situazione familiare difficile, ha potuto unirsi ad altre coppie di coniugi che si trovavano in situazioni simili e le ha aiutate a dare un senso alle loro situazioni. Mons. Fernando Ocáriz le ha spiegato come solo alla “luce della fede possiamo comprendere il valore della sofferenza” e l’ha invitata a mostrare la bellezza del matrimonio come qualcosa che da sempre ha fatto parte dei piani di Dio per gli uomini.

A proposito di una domanda su come aiutare a lasciarsi coinvolgere nell’unirsi ad altre coppie di coniugi nella formazione e nel lavoro educativo dei figli, il prelato ha parlato della necessità di aiutare i fidanzati, ma anche i coniugi, a “imparare ad amare al di là del sentimento”, perché molte crisi coniugali sono dovute proprio al fatto di non saper amare... amando anche i difetti dell’altro. “È un compito importante – ha aggiunto – perché se la famiglia va in rovina, va in rovina la società”.
Ha parlato anche dell’importanza del lavoro come un servizio alla società, e pertanto della necessità di metterlo prima di tutto al vertice dalla propria attività, lavorando bene e godendo di prestigio tra i colleghi di lavoro.
Come altre volte precedenti, il prelato ha terminato l’incontro chiedendo preghiere per il Papa e per la Chiesa.

Venerdì 30 giugno

«Avere e trasmettere speranza» per superare la cultura del lamento

Mons. Fernando Ocáriz ha avuto il 30 giugno un incontro con persone dell’Opera. Durante il colloquio ha invitato tutti a mettere Cristo al centro della loro vita. Durante la mattinata ha visitato la scuola Los Tilos e la parrocchia di Sant’Alberto Magno nel quartiere di Vallecas.

Vallecas ha ricevuto oggi la visita del prelato dell’Opus Dei. La prima tappa è stata la scuola Los Tilos che all’inizio, 50 anni fa, ha ricevuto l’incoraggiamento personale di san Josemaría in uno dei suoi viaggi a Madrid e da dieci anni svolge l’attività educativa in questo quartiere di Madrid. Sulla soglia della scuola è stato ricevuto dal Consiglio di Amministrazione e da varie famiglie. Nel percorrere i locali della scuola ha salutato le insegnanti dei diversi livelli educativi. Marta, maestra dell’asilo, gli ha raccontato che molte bambine arrivano a scuola senza sapere chi è Gesù e qui imparano a pregare “recitando non solo semplici preghiere vocali, ma anche raccontandogli le loro cose”. Un’altra insegnante gli ha raccontato che aveva chiesto alle alunne di pregare per il viaggio pastorale del Padre. Mons. Ocáriz ha ringraziato commentando che la preghiera è la sua fortezza.

Diverse persone gli hanno parlato della devozione che c’è nella scuola per il beato Álvaro e gli hanno detto che ogni mattina recitano la preghiera della sua immaginetta chiedendo la guarigione di una alunna che ha un linfoma, di una insegnante che è in coma e di un sacerdote molto malato che ha lavorato nella scuola sin dall’inizio. La bambina è guarita ed è in piena convalescenza. Il prelato ha benedetto la foto dell’insegnante in coma e ha salutato personalmente il sacerdote, che ha potuto raggiungere la scuola su una sedia a rotelle.

Poi mons. Ocáriz si è recato nella vicina parrocchia di Sant’Alberto Magno, dov’è sepolto il Venerabile Isidoro Zorzano. Insieme ai fedeli presenti nel tempio, ha recitato a voce alta la preghiera della sua immaginetta; poi ha chiesto di ricorrere alla sua intercessione e di chiedere al Signore che arrivi presto il miracolo che permetta la sua beatificazione. Ha fatto anche una preghiera speciale per le vocazioni sacerdotali, “tanto necessarie per tutta la Chiesa”.

La centralità di Cristo

Nel pomeriggio, in un incontro con persone dell’Opus Dei, mons. Ocáriz ha sottolineato l’importanza della centralità di Cristo in tutti gli aspetti della vita: le relazioni sociali, la professione, la famiglia, le amicizie, ecc., e ha invitato a proporre la lettura del Vangelo: “Dio si è reso visibile in Gesù Cristo e la sua vita è presente nel Vangelo”.

Alcuni dei presenti hanno approfittato dell’incontro per chiedergli consiglio. Un giovane medico gli ha domandato come si può aiutare a capire il significato del dolore. Mons. Ocáriz gli ha risposto che è bene riconoscere che il dolore è un mistero, soprattutto la sofferenza che non è frutto della libertà. Il significato del dolore si capisce un poco nel guardare la Croce. In ogni caso, Dio è tanto grande che non entra nella testa, ma entra nel cuore. E per fede ci rendiamo conto che dietro a tutto c’è l’amore di Dio. Alla domanda su come superare un ambiente pieno di lamentele per una società che tende a corrompersi, ha detto che non possiamo essere ingenui e ignorare la realtà, ma che il mondo non si costruisce con la cultura del lamento e che per trasmettere speranza bisogna averla.

Giovedì 29 giugno

Il primo viaggio pastorale del prelato dell’Opus Dei in Spagna è cominciato dal sud di Madrid. Ad Alcorcón mons. Fernando Ocáriz ha visitato le scuole Fuenllana e Andel; dopo si è recato nella parrocchia di san Josemaría, dove ha chiesto di pregare di più per Papa Francesco nel giorno di san Pietro e san Paolo.

Intorno alle 11 del mattino mons. Ocáriz è arrivato a Fuenllana, una scuola che ha circa 1.500 alunni, un’ampia offerta educativa, un corpo docente giovane e un prestigio avallato dal rapporto PISA. Il prelato dell’Opus Dei ha invitato tutti a continuare a lavorare per portare avanti la scuola, conservandone il livello accademico e l’impegno nella promozione sociale di tutte le persone che fanno parte del progetto. Inoltre ha ringraziato per il lavoro educativo svolto dai docenti responsabili “dando sempre la priorità alle famiglie”.

Durante il primo giorno a Madrid, il prelato dell'Opus Dei ha visitato le scuole Fuenllana e Andel, nella parte sud della città.

Successivamente ha visitato la scuola Andel, un centro educativo di Alcorcón che ha già 12 anni di vita e circa 830 alunni. Lì è stato ricevuto dal consiglio di Amministrazione, dal consiglio scolastico, dai responsabili dell’Associazione di Genitori degli Alunni e dal consiglio direttivo delle fondazioni che sostengono l’attività educativa di questo centro. Allo stesso modo, ha salutato gli insegnanti, li ha ringraziati per il loro lavoro e ha chiesto loro di continuare a crescere nel loro impegno professionale.

Ignazio, un alunno di Andel che ha appena terminato il 3° anno di scuola media, gli ha offerto un gagliardetto della scuola. Come racconta, “si tratta di un riconoscimento ai migliori alunni. Sappiamo che don Fernando è stato un ottimo studente, soprattutto di Fisica, e gli vogliamo regalare questo segno distintivo”. Pablo, di un anno più piccolo, gli ha consegnato decine di lettere scritte dai suoi compagni, che lo ringraziano di aver voluto far visita alla scuola, impegnandosi a pregare per lui e chiedendogli di pregare per loro e per le loro famiglie.

Più preghiere per il Papa

Il prelato dell’Opus Dei si è recato anche nella parrocchia di san Josemaría, appartenente alla diocesi di Getafe, e ha approfittato della festa di san Pietro e di san Paolo per chiedere preghiere per Papa Francesco, “che porta sulla spalle il peso di tutta la Chiesa e di tutto il mondo”.

Mons. Fernando Ocáriz con José Juan Lozano, parroco di San Josemaría (Alcorcón, Madrid)

Inoltre ha invitato i presenti ad approfondire gli scritti di san Josemaría, perché danno molti spunti per essere buoni cristiani comuni. A una domanda sull’importanza della catechesi, ha suggerito di chiedere aiuto allo Spirito Santo affinché ci renda capaci di esporre il Vangelo in un modo comprensibile a tutti.