Meditazioni: Sabato della 7ª settimana del Tempo Ordinario

Riflessioni per meditare nel sabato della settima settimana del Tempo Ordinario. I temi proposti sono: Il Regno di Dio è di quelli che sono come bambini; Un cammino di infanzia spirituale; Farsi come bambini richiede maturità.

- Il Regno di Dio è di quelli che sono come bambini

- Un cammino di infanzia spirituale

- Farsi come bambini richiede maturità


Ai tempi di Gesù era normale che i capi della sinagoga benedicessero i bambini; lo stesso succedeva tra padri e figli o tra maestri e discepoli. Perciò alle persone che ascoltavano il Signore sembrava naturale avvicinare i loro figli al Maestro perché li prendesse in braccia e li benedicesse. Eppure ai discepoli questo buon desiderio parve inopportuno. Forse pensarono che si trattava di una interruzione da evitare, sicché decisero di rimproverare quelli che tentavano di avvicinarsi a Cristo. Il Vangelo ci dice che, «al vedere questo, Gesù s’indignò e disse loro: “Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso”» (Mc 10, 14-15).

Occorre tenere presente in che considerazione nell’antichità erano tenuti i bambini: la verità è che contavano a mala pena, e a nessuno sarebbe venuto in mente che da un bambino si potesse imparare qualcosa. Invece, «quanto importante è il bambino agli occhi di Gesù! Si potrebbe addirittura osservare che il Vangelo è profondamente permeato dalla verità sul bambino. Lo si potrebbe persino leggere nel suo insieme come il “Vangelo del bambino”. Che vuol dire, infatti, “Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno dei cieli”? Non pone forse Gesù il bambino come modello anche per gli adulti? Nel bambino c'è qualcosa che non può mai mancare in chi vuol entrare nel Regno dei cieli. Al cielo sono destinati quanti sono semplici come i bambini, quanti come loro sono pieni di fiducioso abbandono, ricchi di bontà e puri»[1].

San Josemaría consigliava: «Non voler essere adulto. – Bambino, bambino sempre [...]. La tua triste esperienza quotidiana è piena di ostacoli e di cadute. Che sarebbe di te se non fossi sempre più bambino? Non voler essere adulto. – Bambino, e, quando inciampi, ti risolleva la mano di tuo Padre-Dio»[2].


«Noi siamo in un secolo di invenzioni – scriveva santa Teresa de Lisieux alla fine del XIX secolo –. Ora non è più necessaria la fatica di salire i gradini di una scala; a casa dei ricchi un ascensore li sostituisce con vantaggio. Io vorrei anche per me trovare un ascensore per innalzarmi fino a Gesù, perché sono troppo piccola per salire la rude scala della perfezione. Allora ho cercato nei libri santi l’indicazione dell’ascensore, oggetto del mio desiderio, ed io ho letto queste parole uscite dalla bocca della Sapienza Eterna: “Se qualcuno è piccolissimo, che venga a me” (Pr 9, 4)»[3].

Farsi piccoli: Dio ha fatto scoprire a Santa Teresa del bambino Gesù questa via per accedere alla santità. «Io ho sempre desiderato di essere una santa – scriveva un’altra volta –ma ohimè! ho sempre constatato, quando mi sono paragonata ai santi, che c’è tra loro e me la stessa differenza che esiste tra una montagna la cui cima si perde nei cieli e il granello di sabbia oscuro calpestato sotto i piedi dei passanti; invece di scoraggiarmi, io mi sono detta: il Buon Dio non potrebbe ispirarmi desideri irrealizzabili, io posso dunque malgrado la mia piccolezza, aspirare alla santità»[4].

Anche san Josemaría ebbe in vita esperienze analoghe, anche se con sfumature e accenti diversi. In Cammino dedica tutto un capitolo a numerose considerazioni sotto il titolo Infanzia spirituale. Il fondatore dell’Opus Dei si è sempre visto davanti a Dio come un bambino, come uno strumento inadeguato che, tuttavia, si sentiva al sicuro nelle braccia di suo Padre del cielo: «La mia orazione, in ogni circostanza, è stata la stessa, pur con toni differenti. Gli ho detto: “Signore, Tu mi hai messo qui; Tu mi hai confidato questa o quella cosa e io confido in Te. So che sei mio padre e ho sempre visto i piccoli fidarsi pienamente dei loro genitori”»[5]. Inoltre consigliava: «Siate molto bambini! Quanto più piccoli, tanto meglio [...]. Alimentate l’ansia, la bramosia di essere come bambini. Convincetevi che è il modo migliore di vincere la superbia. Persuadetevi che è l’unico rimedio perché il nostro modo di operare sia buono, grande, divino»[6].


«Cammino d’infanzia. – Abbandono. – Fanciullezza spirituale. – Tutto questo non è infantilismo, bensì forte e solida vita cristiana»[7]. Diventare come dei bambini davanti a Dio non ha nulla da vedere con il sentimentalismo o la puerilità, ma «richiede una volontà forte, una maturità ben temprata, un carattere fermo e aperto»[8]. La vita d’infanzia «comporta una viva fede nell’esistenza di Dio, una sottomissione pratica al suo potere e alla sua misericordia, un ricorso fiducioso alla Provvidenza di Colui che ci dà la sua grazia per evitare ogni male e ottenere ogni bene»[9].

La persona che inizia questo percorso dovrà adeguare il suo cuore ad accogliere i doni di Dio e acquisire le virtù del bambino, che si ottengono soltanto se siamo disposti a «rinunciare alla superbia, alla sufficienza, a riconoscere che, per imparare a camminare e perseverare nel cammino, da soli non possiamo nulla, ma abbiamo bisogno della grazia, del potere di Dio nostro Padre. Essere piccoli significa abbandonarsi come sanno abbandonarsi i bambini, credere come credono i bambini, pregare come pregano i bambini»[10].

«E tutte queste cose le impariamo nell’intimità con Maria. La devozione alla Vergine non è qualcosa di dolciastro, di poco virile: è consolazione e gioia che riempiono l’anima proprio in quanto presuppongono un esercizio profondo e pieno della fede, tale da farci uscire da noi stessi e riporre la speranza nel Signore [...]. Poiché Maria è Madre, la sua devozione ci insegna a essere figli»[11].


[1] San Giovanni Paolo II, Lettera ai bambini, 13-XII-1994.

[2] San Josemaría, Cammino, n. 870.

[3] Santa Teresa de Lisieux, Storia di un’anima, Manoscritto C, 2v. 3r.

[4] Ibid.

[5] San Josemaría, Amici di Dio, n. 143.

[6] Ibid., n. 147.

[7] San Josemaría, Cammino, n. 853.

[8] San Josemaría, È Gesù che passa, n. 10.

[9] Benedetto XV, Discorso, 14-VIII-1921.

[10] San Josemaría, È Gesù che passa, n. 10.

[11] Ibid.