Meditazioni: Mercoledì della prima settimana del Tempo Ordinario

Riflessioni per meditare nel mercoledì della prima settimana del Tempo Ordinario. I temi proposti sono: Gesù guarisce la suocera di Simone; Nell’orazione scopriamo i desideri di Dio; Preghiamo per preparare la nostra anima alla grazia divina.

- Gesù guarisce la suocera di Simone

- Nell’orazione scopriamo i desideri di Dio

- Preghiamo per preparare la nostra anima alla grazia divina


LA SUOCERA DI SIMONE HA LA FEBBRE, che non sembra essere passeggera. Perciò san Marco, che si rifà alla predicazione di san Pietro, ci parla della fretta che hanno per comunicarlo a Gesù e per chiedergli che andasse a farle una visita. È la stessa fretta che ha questa buona donna, una volta guarita, di mettersi a servire il Signore e i suoi discepoli. La febbre scompare e immediatamente si mette a collaborare in pieno nelle attività di Gesù.

Nella missione di ogni cristiano la grazia si coniuga con la libera corrispondenza di ciascuno, tutta l’iniziativa di Dio con il nostro piccolo granello di sabbia. «Per la nostra vita spirituale è essenziale osservare i comandamenti, ma anche in questo non possiamo contare sulle nostre forze: è fondamentale la grazia di Dio che riceviamo in Cristo, quella grazia che ci viene dalla giustificazione che ci ha dato Cristo, che ha già pagato per noi. Da Lui riceviamo quell’amore gratuito che ci permette, a nostra volta, di amare in modo concreto»[1]. Questa donna dimentica immediatamente la propria situazione e si dispone a condividere con gioia quello che ha ricevuto; però può farlo soltanto perché Cristo l’ha guarita. Per questo è venuto, per salvarci, per far diventare realtà i nostri desideri e le nostre aspettative più profonde.

Questo miracolo è il primo di una serie di segni che Gesù compie in questo paese sulle rive del lago. L’intero paese si accalcava alla porta della casa di Simone. Gesù sta restituendo entusiasmo e speranza a tutta una generazione. La suocera di Simone contribuisce con il suo servizio ed è facile immaginare la sua felicità per la visita del maestro di Nazaret. «Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni» (Mc 1, 34), narra il Vangelo. La suocera di Simone era felice che tanta gioia fosse diffusa nella sua casa, all’ombra del suo tetto.


IL VANGELO DI OGGI CI MOSTRA COME iniziavano le giornate di Gesù: «Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava» (Mc 1, 35). È anche una immagine di ciò che nella sua vita occupa il primo posto. Si può avvertire chiaramente il contrasto quando si dice che al mattino presto va a pregare e dopo il tramonto del sole avvengono le guarigioni. La forza che esce da lui, e che guarisce tutti, proviene dal contatto con suo Padre. Nella preghiera anche noi impariamo a identificarci con le aspirazioni di Dio. Facciamo in modo che la giornata non ci colga di sorpresa, non vogliamo perdere l’occasione di godere della missione di Gesù.

Come Cristo, cercare il primo momento della giornata per la preghiera è un modo di esercitare la libertà. Non andiamo all’incontro con Dio perché dobbiamo farlo, ma perché, fra le mille cose della giornata, non vogliamo che ci sfugga quella più importante. Forse ci sorprende la sollecitudine di Gesù nell’isolarsi, dato che egli era già in contatto permanente con suo Padre. Con questo racconto il Figlio di Dio ci fa vedere di aver bisogno della preghiera per portare avanti la sua missione. Anche prima della Passione, nella quale donerà la sua vita come riscatto per noi, lo vediamo, ancora una volta, ritirarsi a pregare.

Quando Simone va in cerca del suo maestro, tenta di convincerlo che è necessario incontrare la gente nuovamente. Glielo dice chiaramente: «Tutti ti cercano!» (Mc 1, 37). Però Gesù gli fa notare che in quei giorni debbono andare in altre città, vuole che tutti abbiano la possibilità di incontrare Dio. Rifiuta di rimanere lì, appagato della sua opera, e invece è mosso dalle anime che lo aspettano. Quel mattino Cristo, dopo aver dialogato con suo Padre, si mette immediatamente in cammino.


PERCHÉ DIO VUOLE CHE PREGHIAMO? Se lo chiedeva anche sant’Agostino: «Può sembrare strano che ci esorti a pregare colui che conosce le nostre necessità prima ancora che noi gliele esponiamo; ma dobbiamo capire che il nostro Dio e Signore non vuole che gli facciamo sapere quello che desideriamo, perché egli sicuramente non può ignorarlo, ma vuole che, con la preghiera, aumenti la nostra capacità di desiderare, in modo che così diventiamo più capaci di ricevere i doni che egli ci prepara. I suoi doni, infatti, sono molto grandi e la nostra capacità di riceverli è piccola»[2]. Per questo preghiamo: per aumentare la capacità del nostro cuore a ricevere tutti i doni che Dio ha preparato per noi.

Riceve di più chi più desidera e chiede, perché Dio conta su quello spazio che fa nel suo cuore. Chi sa di non avere meriti, e perciò ha il coraggio di chiedere l’impossibile, ha fatto spazio nella sua anima alle grazie che Dio vuole spargere a piene mani. «Se poco stimiamo Cristo, poco sarà anche quello che speriamo di ricevere. Quelli che, avendo ascoltato le sue promesse, credono che si tratti di doni mediocri, peccano, e noi pecchiamo anche se ignoriamo da dove siamo stati chiamati, chi ci ha chiamati e a che fine ci ha destinati»[3].

San Josemaría era convinto di quello che era capace di dare Dio a quelli che glielo chiedono: «L’orazione – perfino la mia! – è onnipotente»[4]. Pregando, chiedendo senza perdersi d’animo, facciamo eco a ciò che Dio vuole concederci. Quello che gli chiediamo, lui lo ha preparato da molto tempo, ma vuole che la richiesta parta da noi per tutelare la nostra libertà. «Madre mia, che sei madre di Dio – implorava inoltre il fondatore dell’Opus Dei, volendo rinnovare sempre le disposizioni della sua orazione –, dimmi che cosa devo dirgli, come glielo devo dire in modo che mi ascolti»[5].


[1] Papa Francesco, Udienza, 29-IX-2021.

[2] Sant’Agostino, Lettera 130, n. 17.

[3] Autore del II secolo, Liturgia delle ore, domenica XXII del tempo ordinario.

[4] San Josemaría, Forgia, n. 188.

[5] San Josemaría, In dialogo con il Signore, “Pregare con maggiore urgenza”, n. 5e.