Meditazioni: Giovedì della 1ª settimana di Quaresima

Riflessioni per meditare nel giovedì della prima settimana di Quaresima. I temi proposti sono: Pregando ci configuriamo alla volontà di Dio; Gesù ci spinge verso la preghiera di richiesta; Chiedere con il Padrenostro.

- Pregando ci configuriamo alla volontà di Dio

- Gesù ci spinge verso la preghiera di richiesta

- Chiedere con il Padrenostro


«Aiutami, perché sono orfana, e metti nella mia bocca una parola ben misurata» (Est 4, 17). Con queste parole la regina Ester supplicava il Signore di proteggere il popolo ebreo dalla distruzione. Aveva letto molte volte quello che Dio aveva fatto nei tempi antichi con i suoi antenati ed era convinta che il potere del suo braccio non fosse diventato più piccolo. Con questa medesima fede grida il salmista: «Rendo grazie al tuo Nome per il tuo amore e la tua fedeltà: hai reso la tua promessa più grande del tuo Nome» (Sal 138, 2). Generazione dopo generazione abbiamo imparato che la preghiera può tutto, perché ci configura interiormente alla volontà di Dio, e per lui niente è impossibile.

Un giorno San Josemaría propose ad alcune delle sue prime figlie nell’Opus Dei un panorama apostolico molto vasto. «Di fronte a tutto ciò – disse loro – si possono avere due reazioni: una è quella di pensare che si tratta di cose molto belle, ma chimeriche, irrealizzabili; l’altra è aver fiducia nel Signore che, se ci ha chiesto tutto questo, ci aiuterà a farlo»[1]. Non è facile vedere le cose come le vede Dio. Eppure questo è uno dei frutti principali dello Spirito Santo, il dono della sapienza, che si coltiva specialmente nella preghiera: «Dobbiamo risvegliare Cristo nel nostro cuore e solo allora potremo contemplare le cose con il suo sguardo, perché Lui vede oltre la tempesta. Attraverso quel suo sguardo sereno, possiamo vedere un panorama che, da soli, non è neppure pensabile scorgere»[2]. La sapienza che ci dà la preghiera ci aiuta a confidare nel Signore. Anche per pregare possiamo chiedere aiuto, come la regina Ester, affinché Dio metta sulla nostra bocca la parola ben misurata.


Da dove si possono trarre le forze necessarie per portare a buon fine una missione che va oltre la nostra immaginazione e le nostre capacità? L’impulso possiamo trovarlo solo nella preghiera. A una sua figlia in partenza per l’Irlanda, dove avrebbe svolto l’attività apostolica dell’Opus Dei, san Josemaría diceva: «Quando ti chiedo una cosa, figlia mia, non mi dire che è impossibile, perché lo so già. Però, da quando ho cominciato l’Opera, il Signore mi ha chiesto molti impossibili... e man mano si sono realizzati!»[3].

Davanti alla importanza delle cose che Dio chiede, si può entrare in crisi e non fare niente o, al contrario, rispondere con una richiesta ancora più audace: «Che cosa chiede un bambino a suo padre? Papà..., la luna! Cose assurde. Chiedete e riceverete, chiamate e vi sarà aperto (Mt 7, 7). Che cosa non possiamo chiedere a Dio? Ai nostri genitori abbiamo chiesto tutto. Chiedete la luna e vi sarà data; chiedete senza paura tutto quello che volete. Egli, in un modo o in un altro, ve lo darà sempre. Chiedete con fiducia»[4]. L’unica esigenza divina, così come ce la mostra il vangelo, è che chiediamo: «Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto» (Mt 7, 7). E se fossero passate un po’ nascoste le intenzioni che ha Dio di concederci tanti doni, Gesù fa due esempi uno dopo l’altro: «Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe?» (Mt 7, 9-10).

Una delle pratiche che la Chiesa raccomanda in Quaresima è proprio la preghiera. Possiamo domandarci se la nostra preghiera è piena di tanta fiducia, per cui chiediamo anche cose che sembrano impossibili. Tuttavia faremo in modo che nella nostra preghiera sia sempre inclusa l’accettazione della volontà divina, perché nessuno come Dio sa quello che ci conviene.


«Tutti abbiamo bisogno di pregare, di compiere con devozione le norme del nostro piano di vita, perché vi sia una preghiera continua, un insieme di cuori che si rivolgono al Cielo, offrendo anche le nostre miserie personali, e lasciando che il Signore agisca senza che queste miserie si interpongano come ostacoli»[5]. Nel Vangelo Gesù continua a insistere che dobbiamo confidare nella sua generosità, come chi ritiene che chiediamo poco: «Se voi che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!» (Mt 7, 11).

«La nostra preghiera molto spesso è richiesta di aiuto nelle necessità. Ed è anche normale per l'uomo, perché abbiamo bisogno di aiuto, abbiamo bisogno degli altri, abbiamo bisogno di Dio. Così per noi è normale richiedere da Dio qualcosa, cercare aiuto da Lui; e dobbiamo tenere presente che la preghiera che il Signore ci ha insegnato, il “Padre nostro”, è una preghiera di richiesta, e con questa preghiera il Signore ci insegna le priorità della nostra preghiera, pulisce e purifica i nostri desideri e così pulisce e purifica il nostro cuore»[6].

La Madonna è l’onnipotenza supplicante. A Cana, come tante altre volte, Maria ha ottenuto dal Figlio quello che considerava fosse un bene per i suoi discepoli. Abbiamo una madre che chiederà il meglio per noi e, se la lasciamo fare, otterrà dal Figlio le grazie di cui abbiamo bisogno per riempire il mondo della sua gioia.


[1] San Josemaría, citato in Vázquez de Prada, Il Fondatore dell’Opus Dei, vol. II, p. 568.

[2] Papa Francesco, Udienza, 10-XI-2021.

[3] San Josemaría, citato in Ana Sastre, Tiempo de Caminar, citaz. 51, p. 385.

[4] San Josemaría, Appunti di una meditazione, 24-XII-1967.

[5] San Josemaría, Incontro del 1962.

[6] Benedetto XVI, Udienza, 20-VI-2012.