Meditazioni: 5 dicembre, Novena dell'Immacolata

Riflessioni per meditare il 5 dicembre (Novena dell’Immacolata). I temi proposti sono: Maria muove il cuore di Dio; Madre della misericordia; Riconoscere il perdono di Gesù.

- Maria muove il cuore di Dio

- Madre della misericordia

- Riconoscere il perdono di Gesù


«Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5, 7). Una caratteristica particolare di questa beatitudine è la sua reciprocità. Cioè, ciò che diamo agli altri ci sarà a sua volta dato in dono da Dio. Ed è anche il contrario: la misericordia divina che riceviamo è ciò che ci spinge a essere misericordiosi con gli altri. Questo è ciò che vediamo nella vita di Maria Immacolata. Nella scena delle nozze di Cana, ad esempio, vediamo come Maria si commuove e ottiene la benedizione del Figlio in favore dei presenti.

Gli invitati alla festa festeggiano gli sposi. Maria, allo stesso tempo, tiene d'occhio l'intera festa. Si accorge che manca qualcosa e conclude: non c'è vino. «In mezzo al giubilo della festa, a Cana, soltanto Maria si accorge che manca il vino... L’anima giunge fino ai minimi dettagli di servizio se, come Lei, vive appassionatamente intenta ai bisogni del prossimo, per il Signore»[1].

Maria è consapevole del problema e il suo cuore la spinge a cercare una soluzione. Sa che il cuore di suo Figlio è ancora più ricco di misericordia e che non si disinteressa dei problemi degli altri. Per questo si rivolge a lui: «Non hanno più vino» (Gv 2, 3). E non dice altro. Lei stessa ha sperimentato nella sua vita che non servono grandi discorsi per smuovere il cuore misericordioso di suo Figlio. Basta presentarsi come bisognosi e, senza abbandonarci, lui fa il resto. «Maria si pone tra suo Figlio e gli uomini nella realtà delle loro privazioni, indigenze e sofferenze. Si pone «in mezzo», cioè fa da mediatrice non come un'estranea, ma nella sua posizione di madre, consapevole che come tale può - anzi «ha il diritto» - di far presente al Figlio i bisogni degli uomini»[2]. È quello che fa in questa Novena se lasciamo nelle sue mani le nostre preoccupazioni.


La RISPOSTA di Gesù alle parole di Maria potrebbe sembrare un'indifferenza: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora» (Gv 2, 4). È normale che questo modo di rivolgersi alla Madre ci lasci perplessi. «È stata lei a darti carne e sangue, il tuo corpo. E non soltanto il tuo corpo: con il suo “sì”, proveniente dal profondo del suo cuore ti ha portato in grembo e con amore materno ti ha introdotto nella vita e ambientato nella comunità del popolo d’Israele»[3].

La tradizione ha visto in queste parole un parallelo con la scena del calvario. Entrambi i momenti sono segnati dalla presenza di Maria. A Cana intercede quando l'«ora» del Figlio non è ancora giunta; sul calvario, quando quel momento si compie, a Maria «Gesù affida la sua Chiesa e l'intera umanità. Ai piedi della Croce, quando accetta Giovanni come figlio, quando chiede, insieme con Cristo, il perdono al Padre per coloro che non sanno quello che fanno (cfr. Lc 23, 34), Maria in perfetta docilità allo Spirito sperimenta la ricchezza e l'universalità dell'amore di Dio, che le dilata il cuore e la fa capace di abbracciare l'intero genere umano. È resa, in tal modo, Madre di tutti noi, e di ciascuno di noi, Madre che ci ottiene la misericordia divina»[4].

A Cana, Gesù risponde con questa apparente freddezza perché il dono che aveva in mente era molto più grande del vino: sua Madre, attraverso la quale avrebbe elargito la sua grazia in abbondanza. Il cuore dell'Immacolata, attento alle esigenze di questi sposi, è stato chiamato ad accogliere tutti gli uomini, a riunirli nell'amore infinito e incondizionato di Dio per noi. Ci ricorda che suo Figlio non è venuto a «chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mt 9, 13). Per questo «nessun peccato dell'uomo può cancellare la misericordia di Dio, può impedirle di sprigionare tutta la sua forza vittoriosa, se appena la invochiamo. Anzi, lo stesso peccato fa risplendere ancora di più l'amore del Padre che, per riscattare lo schiavo, ha sacrificato il suo Figlio: la sua misericordia per noi è redenzione»[5].


Maria non è soddisfatta della risposta del Figlio. Quindi si avvicina ai servi e dice loro: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2, 5). Gesù non fa più resistenza e compie il miracolo. Fa riempire loro le giare d'acqua e quando il maestro assaggia il contenuto, rimane stupito: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono» (Gv 2, 10).

La festa doveva proseguire come di consueto. Durante la celebrazione, la maggior parte dei presenti potrebbe non essere stata consapevole del miracolo appena avvenuto. Sicuramente si godrebbero il vino, ma senza sapere da dove proviene. Così, quando Gesù invita ad essere misericordiosi per ricevere misericordia, ci incoraggia ad elargire agli altri i doni più alti che abbiamo nel cuore, senza aspettare di dimostrare i loro buoni meriti, perché è questo che Dio fa con noi. Possiamo offrire il nostro amore anche quando abbiamo subito un torto, perché viviamo del dono di Dio: «Ognuno deve ricordare di avere bisogno di perdonare, di avere bisogno del perdono, di avere bisogno della pazienza; questo è il segreto della misericordia: perdonando si è perdonati»[6]. Dio ci precede perdonandoci affinché possiamo essere misericordiosi con gli altri.

In questa beatitudine Gesù vuole che riconosciamo questa realtà: abbiamo ricevuto più di quanto possiamo dare. In qualche modo, siamo tutti «in debito» con qualcuno. Prima di tutto verso Dio, ma anche verso tante altre persone che ci hanno dato tanto: genitori, fratelli, amici... Per questo abbiamo bisogno di misericordia, perché in molti di questi rapporti non saremo mai in grado di ripagare il tanto bene che abbiamo ricevuto. In questo cammino di preparazione per la festa dell’Immacolata, Maria ci mostra che «saremo veramente beati, felici, solo quando entreremo nella logica divina del dono, dell'amore gratuito; se scopriremo che Dio ci ha amato infinitamente per renderci capaci di amare come lui, senza misura»[7].


[1] San Josemaría, Solco, n. 631.

[2] San Giovanni Paolo II, Redemptoris Mater, n. 21.

[3] Benedetto XVI, Homilía, 11-IX-2006.

[4] San Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, n. 120.

[5] Ibid., n. 118.

[6] Francesco, Udienza, 18-III-2020.

[7] Francesco, Messaggio, 15-VIII-2015.