Meditazioni: 4 dicembre, Novena dell’Immacolata

Riflessioni per meditare il 4 dicembre (Novena dell’Immacolata). I temi proposti sono: Fame e sete di Dio; Uno sguardo di compassione; Il cibo di Gesù.

- Fame e sete di Dio

- Uno sguardo di compassione

- Il cibo di Gesù


«Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati» (Mt 5, 6). Quando Gesù ha pronunciato questa benedizione, non si riferiva tanto a un bisogno fisico, quanto a un bisogno più profondo. Non si riferiva solo a una corretta distribuzione dei beni. Piuttosto, questo bisogno è lo stesso descritto dal salmista quando dice: «Tu sei il mio Dio, dall'aurora io ti cerco, ha sete di te l'anima mia, desidera te la mia carne in terra arida, assetata, senz'acqua» (Sal 63, 2). È una fame che il cibo normale non può soddisfare. «Ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te»[1], commentava sant’Agostino.

Santa Maria Immacolata ha sperimentato questa stessa esigenza quando tornava dalla celebrazione della Pasqua a Gerusalemme. A metà del viaggio si rese conto che Gesù non era nella carovana del ritorno. Lei e Giuseppe «fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme» (Lc 2, 44-45). Possiamo immaginare la preoccupazione con cui entrambi vivevano l'assenza del Bambino; un'angoscia che possiamo fare nostra anche noi quando perdiamo l'unico che può soddisfare i nostri desideri più profondi. «Dov'è Gesù? — Maria, il Bambino… dov'è? La Madonna piange. — Anche noi due abbiamo corso inutilmente da un gruppo all'altro, di carovana in carovana: nessuno l'ha visto. — Giuseppe, dopo aver fatto vani sforzi per non piangere, piange anche lui... E tu… E io»[2].

In tutti gli uomini e le donne c'è un desiderio di pienezza che è segno della presenza di Dio nell'anima. È una fame che ci dice chi siamo e dove vogliamo andare. Pertanto, non è qualcosa che si soddisfa semplicemente nel momento, ma è chiamata a dirigere tutta la nostra vita. «Un desiderio sincero sa toccare in profondità le corde del nostro essere, per questo non si spegne di fronte alle difficoltà o ai contrattempi. È come quando abbiamo sete: se non troviamo da bere, non per questo rinunciamo, anzi, la ricerca occupa sempre più i nostri pensieri e le nostre azioni, fino a che diventiamo disposti a qualsiasi sacrificio per poterla placare, quasi ossessionati. Ostacoli e insuccessi non soffocano il desiderio, no, al contrario lo rendono ancora più vivo in noi»[3]. In questa scena, Maria sente più che mai la sete di suo Figlio, perché ha momentaneamente perso colui che dava senso alla sua vita.


«Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte» (Lc 2, 46-47). La sete di Maria per Gesù fu appagata. Tuttavia, oltre alla gioia di aver ritrovato il Figlio, c'è anche la sorpresa: cosa faceva il Bambino che insegnava ai sapienti d'Israele?

Gesù stava, a sua volta, soddisfacendo la loro fame di Dio. Era stato mandato proprio per soddisfare questo bisogno. Guardando queste persone anziane, sperimentò qualcosa di simile a ciò che avrebbe poi detto prima della moltiplicazione del pane: «Sento compassione di questa folla: ormai da tre giorni mi vengono dietro e non hanno da mangiare» (Mt 15, 32). Il Signore comprende la nostra sofferenza e, come in quell'occasione, vuole che i suoi discepoli superino l'indifferenza e si mettano al lavoro: «date loro da mangiare» (Mc 6, 37). «Vogliamo il bene, la felicità e la gioia dei nostri familiari; ci opprime il cuore la condizione di coloro che soffrono fame e sete di pane e di giustizia, di coloro che patiscono l'amarezza della solitudine, di coloro che, giunti alla fine dei loro giorni, non ricevono uno sguardo d'affetto né un gesto d'aiuto»[4].

Possiamo supporre che in qualche modo Gesù abbia sviluppato un particolare sguardo di compassione grazie a sua Madre. Sono molti i momenti in cui vediamo Maria attenta alle necessità degli altri: intuisce che sua cugina Elisabetta le sarebbe stata grata per le sue cure, si accorge che a Cana manca il vino, accompagna gli apostoli nei primi passi della Chiesa... E anche oggi continua ad aiutare tutti i suoi figli a soddisfare la loro fame e sete di Dio.


MARIA e Giuseppe si stupirono di trovare il loro Figlio in quella situazione nel tempio. Sua madre andò da lui e gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ma la risposta di Gesù, che sono le sue prime parole che la Scrittura riporta, può lasciare perplessi: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» (Lc 2, 48-49).

Gesù parla in diverse occasioni di quale sia il suo cibo. È il caso, ad esempio, dell'incontro con la samaritana. La sua sete, in realtà, non era tanto di acqua, quanto di parlare alla donna del regno di Dio. Così, quando gli apostoli insistono perché mangi, lui risponde che ha un cibo che loro non conoscono: «fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera» (Gv 4, 34). E la volontà del Padre è, come vediamo quando insegna agli anziani nel tempio, di annunciare la salvezza a tutti: «Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4, 4). questa è «più grande giustizia che si possa offrire al cuore dell’umanità, che ne ha un bisogno vitale, anche se non se ne rende conto»[5].

L'evangelista nota che Maria e Giuseppe non capirono queste parole di Gesù. Allo stesso tempo sottolinea che sua madre conservava tutte queste cose nel suo cuore immacolato (cfr. Lc 2, 51). Lei anticipa, nella propria vita, ciò che il Figlio indicherà come caratteristica essenziale dei suoi discepoli: «chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre» (Mt 12,50). Maria farà suo anche questo cibo, con il quale sazierà la sua fame e la sua sete di Dio.


[1] Sant’Agostino, Confessioni I, 1.

[2] San Josemaría, Il Santo Rosario, V mistero gaudioso.

[3] Francesco, Udienza, 12-X-2022.

[4] San Josemaría, La Chiesa nostra Madre, n. 47.

[5] Francesco, Udienza, 11-III-2020.