Il regno di Maria nelle nostre vite
La necessità della purificazione
Un cuore impaziente di servire
LA FESTA di oggi ci invita a innalzare il nostro sguardo per contemplare la Regina di tutto il creato: la Vergine Maria. In questa giornata possiamo meditare alcune parole di san Josemaría: «Voglia il Signore […] che si levi dalle nostre labbra un canto di ringraziamento: perché la Trinità Beatissima, avendo scelto Maria come Madre di Cristo, Uomo come noi, ha messo anche ciascuno di noi sotto il suo materno manto. Maria è Madre di Dio e Madre nostra»[1]. Sentirci protetti sotto il suo manto ci riempie di fiducia nelle avversità e di gioia nei successi. Da Maria Regina possiamo aspettarci la sua intercessione nelle difficoltà, e con grande piacere le offriamo le primizie dei nostri frutti di lotta e di amore.
Eppure, celebrare il regno di Maria nella nostra vita può anche generare in noi una certa preoccupazione. Di solito preferiamo rimarcare la nostra libertà e la nostra indipendenza, piuttosto che l’autorità che altri possano avere sulla nostra vita. Perciò possiamo arrivare a credere che, per mantenere una buona relazione con nostra Madre, occorra rinunciare ad essere noi stessi. Ciò nonostante, se si pensa un po’ più in profondità, ci si può rendere conto che, così come esiste un tipo di regno che ci toglie la libertà, esiste un altro tipo di dominio che, al contrario, ci rende felici e libera in noi energie che ci portano ad essere migliori. È il regno dell’amore, grazie al quale ci apriamo alla volontà di un’altra persona, che ci porta alla nostra pienezza.
«Con gioia condividiamo la bellezza di avere come nostro re Gesù: la sua signoria di amore trasforma il peccato in grazia, la morte in risurrezione, la paura in fiducia»[2]. Il regno di Cristo consiste nella trasformazione della nostra vita: egli ci innalza e ci rende figli di Dio. In qualche modo questo è stato ciò che è avvenuto alla Vergine Maria. Accettando di essere la schiava del Signore, la sua esistenza è cambiata completamente. Non si è rimpicciolita, ma tutto il contrario: col suo sì alla volontà divina, è diventata la Madre di Dio e finirà con l’essere la Madre di tutti i cristiani. A lei possiamo chiedere di aiutarci a dire di sì ai progetti divini, che sono molto più grandi e ambiziosi di quel che noi possiamo immaginare. Come scriveva san Josemaría, «Non ti eri mai sentito più libero di adesso che la tua libertà è intessuta di amore e di distacco, di sicurezza e di insicurezza: perché non ti fidi per niente di te, e ti fidi in tutto di Dio»[3].
PERCHÉ si manifesti la sovranità di Maria nella nostra vita, è necessario in primo luogo purificarsi di tutto quello che ci possa separare da lei. «Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli» (Ez 36, 25). Avvicinarsi a Maria e alla sovranità del suo amore vuol dire aprirsi alla purificazione interiore, in modo da essere capaci di ricevere senza nessun tipo di difficoltà le grazie di suo Figlio.
Il termine “purificazione”, dal punto di vista del culto e della liturgia, significa ripulire una persona o un oggetto affinché sia degno di Dio. Perciò il primo atto di purificazione nella nostra vita si compie attraverso le acque del Battesimo, che ci portano da uno stato di separazione da Dio alla filiazione divina. È bello pensare che uno dei compiti della Madonna è quello di purificarci, così da essere capaci di mantenere la nostra unione originaria con la Santissima Trinità. Alcune volte saranno le sue lacrime a ripulire le ferite dei nostri peccati, altre volte lei spargerà nelle nostre anime il balsamo della sua tenerezza, quando ci vede più scoraggiati; e nei momenti di gioia ci terrà puliti con la miscela dei suoi profumi, che donano alle nostre anime una profonda presenza di Dio.
Questo compito di purificazione richiede l’impegno quotidiano di ripulire le nostre anime per poter accogliere così il regno di Dio. Una volta san Josemaría domandò a uno dei suoi figli: «Figlio mio, desideri correggerti, purificarti, mortificarti, stare più vicino al Signore, accrescere la tua pietà, senza teatralità né manifestazioni esterne, con naturalezza?»[4]. Se vogliamo che la Madonna regni veramente nei nostri cuori, perché così ci faccia diventare buoni figli di Dio, possiamo domandarci in questo momento di orazione: quali aspetti della mia vita richiedono una purificazione? Cerco di far passare tutti i miei affetti e i miei pensieri attraverso il cuore di Maria? «Chiedi al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, e a tua Madre, di aiutarti a conoscerti e a piangere per tutte quelle cose sporche che ti hanno attraversato e che hanno lasciato – ahimè – tante incrostazioni… - E nel contempo, senza allontanarti da questa considerazione, digli: dammi, Gesù, un Amore che sia fuoco di purificazione, nel quale la mia povera carne, il mio povero cuore, la mia povera anima, il mio povero corpo si consumino, ripulendosi di tutte le miserie terrene… Poi, il mio io ormai vuoto, riempilo di Te: che non mi attacchi a nulla qui sulla terra; che mi sostenga sempre l’Amore»[5].
LA PURIFICAZIONE è il primo passo per godere della libertà che ci vuole regalare la Vergine Maria con il suo regno. Nel darcela come Madre, Gesù le ha affidato un compito ben preciso: forgiare in noi un cuore nuovo, capace di contenere gli stessi affetti di suo Figlio. Così Maria ci aiuta a far sì che in ognuno di noi trovino compimento le profetiche parole di Ezechiele: «Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme» (Ez 36, 26-27). Il compito principale di una buona madre non è forse quello di coltivare un po’ per volta la sensibilità dei suoi figli, affinché possano godere di questo mondo dando gloria a Dio?
La regalità della Madonna consiste, dunque, nel diffondere in tutto il mondo l’Amore infinito di suo Figlio sulla croce. Da lui ha imparato che l’autentico regno non si basa su privilegi o su onori. «C’è un’idea volgare, comune, di re o regina: sarebbe una persona con potere e ricchezza. Ma questo non è il tipo di regalità di Gesù e di Maria. Pensiamo al Signore: la regalità e l’essere re di Cristo è intessuto di umiltà, di servizio, di amore: è soprattutto servire, aiutare, amare. […] È regina proprio amandoci, aiutandoci in ogni nostro bisogno»[6]. Maria esercita la sua regalità vegliando su di noi e offrendoci la sua protezione materna; ma per ricevere questo amore e trasmetterlo alle persone più vicine, occorre possedere un cuore nuovo impaziente di servire. La Madonna vuole rompere la crosta del nostro egoismo, che ci porta a chiuderci in noi stessi, in modo che possiamo aprirci alla grazia di suo Figlio e alle necessità di tutti gli uomini. Come ai servi della parabola delle nozze del figlio del re, la Madonna non si stanca di invitare tutti gli uomini e tutte le donne a scoprire che, solo quando cerchiamo di fare la volontà di Dio, la nostra esistenza si trasforma in una grande festa. «Ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!» (Mt 22, 4).
Possiamo terminare questo momento di orazione rivolgendoci alla nostra Madre con alcune parole di san Josemaría: «Maria Santissima, Regina Apostolorum, Regina di tutti coloro che anelano di far conoscere l’amore del tuo Figlio: tu che tanto comprendi la nostra miseria, chiedi tu perdono per noi, per la nostra vita: per tutto quello che in noi sarebbe potuto essere fuoco ed è stato cenere; per la luce che non ha illuminato, per il sale divenuto insipido»[7]. Aiutaci, Madre, ad avere un cuore altrettanto libero e limpido come il tuo.
[1] San Josemaría, Amici di Dio, n. 275.
[2] Papa Francesco, Omelia, 20-XI-2016.
[3] San Josemaría, Solco, n. 787.
[4] San Josemaría, In dialogo con il Signore, n. 5.
[5] San Josemaría, Forgia, n. 41.
[6] Benedetto XVI, Udienza, 22-VIII-2012.
[7] San Josemaría, È Gesù che passa, n. 175.