Meditazioni: Lunedì dopo Pentecoste, Santa Maria Madre della Chiesa

Riflessioni per meditare nel lunedì dopo Pentecoste. I temi proposti sono: La presenza materna della Madonna nella Chiesa; La Madre sul Calvario; La Chiesa, come Maria, porta tutti verso Cristo.

- La presenza materna della Madonna nella Chiesa

- La Madre sul Calvario

- La Chiesa, come Maria, porta tutti verso Cristo


Dopo l’Ascensione di Gesù, gli Atti ci mostrano gli apostoli riuniti nel Cenacolo. «Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù» (At 1, 14). La Tradizione ha considerato in questa scena la maternità che la Madonna esercita su tutta la Chiesa. È lei la persona che unisce due momenti chiave nella storia della salvezza: l’incarnazione del Verbo e la nascita della Chiesa. «Colei che è presente nel mistero di Cristo come madre, diventa […] presente nel mistero della Chiesa. Anche nella Chiesa continua ad essere una presenza materna»[1].

Una madre si prodiga per il proprio figlio fin dal seno materno. Sua è la responsabilità di portare avanti questo dono che Dio le ha concesso. Quando poi nasce, è chiaro che la creatura continua ad avere bisogno della sua protezione, e man mano va crescendo l’aiuta a cavarsela da solo nella vita. Il Vangelo ci mostra alcuni momenti di questa delicatezza della Madonna verso Gesù. E negli Atti notiamo questa stessa disposizione verso la Chiesa nascente, vegliando con gli apostoli e i primi cristiani. Era un tempo di gestazione, tra persecuzioni e difficoltà, nel quale avevano bisogno del suo aiuto in modo particolare. Ella è «la protagonista, umile e discreta, dei primi passi della Comunità cristiana: Maria ne è il cuore spirituale, perché la sua stessa presenza in mezzo ai discepoli è memoria vivente del Signore Gesù e pegno del dono del suo Spirito»[2].

Anche oggi la Madonna continua a prodigarsi per ognuno dei suoi figli che costituiscono la Chiesa. Se ci sentiremo parte di un popolo che ha una stessa Madre, questo ci aiuterà a unirci a ognuno dei fedeli che ne facciamo parte, come i primi cristiani. «Chiedi a Dio che nella santa Chiesa, nostra Madre - diceva san Josemaría -, i cuori di tutti siano, come nella primitiva cristianità, un solo cuore, perché fino alla fine dei secoli si compiano davvero le parole della Scrittura: “Multitudinis autem credentium erat cor unum et anima una” – la moltitudine dei fedeli aveva un cuore solo e un’anima sola»[3].


Quando il Signore si rivolse a Giovanni dall’alto della Croce, gli donò una cosa di cui non aveva voluto privarsi fino a quell’ultimo istante: l’affetto di sua madre. Gesù non aveva voluto fare a meno del suo aiuto nei momenti più difficili della sua vita. Era Dio, ma aveva bisogno del suo sostegno e della sua vicinanza per salvarci. E quando ormai tutto era compiuto, ci donò l’unica cosa che gli rimaneva, pronunciando quelle parole: «Donna, ecco tuo figlio! [...] Ecco tua madre!» (Gv 19, 26-27).

La Madonna ci aiuta a perseverare quando la via diventa più impervia. Il chiaroscuro della fede non fu risparmiato a nostra Madre. Nessuno come lei ci può fare compagnia in questi momenti in modo che costituiscano un tempo di crescita e di maturità. «Possiamo farci una domanda: ci lasciamo illuminare dalla fede di Maria, che è nostra Madre? Oppure la pensiamo lontana, troppo diversa da noi? Nei momenti di difficoltà, di prova, di buio, guardiamo a lei come un modello di fiducia in Dio, che vuole sempre e soltanto il nostro bene?»[4].

Con queste parole Gesù invita tutti noi cristiani ad accogliere Maria nella nostra vita. Vuole che ci avviciniamo a lei con fiducia. «Con il suo potere davanti a Dio, ci otterrà ciò che le chiediamo; essendo Madre, vuole esaudirci. E, sempre come Madre, ascolta e comprende le nostre debolezze, incoraggia, giustifica, facilita il cammino, ha sempre pronto un rimedio, anche quando sembra che non ci sia più niente da fare»[5].


Appena Maria ebbe notizia che sua cugina era incinta, «andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta» (Lc 1, 39). A parte l’aiuto materiale che le poté dare in quei giorni, soprattutto le portò Gesù e, con lui, la gioia più completa. Sia Elisabetta che Zaccaria sarebbero stati già contenti per quella gravidanza che sembrava ormai impossibile; però è Maria che fa loro presente il gaudio completo dovuto all’incontro con Gesù e con lo Spirito Santo.

«La Madonna vuole portare anche a noi, a noi tutti, il grande dono che è Gesù; e con Lui ci porta il suo amore, la sua pace, la sua gioia. Così la Chiesa è come Maria [...], la Chiesa è mandata a portare a tutti Cristo e il suo Vangelo»[6]. Questo è il centro della vita della Chiesa e di ognuno dei cristiani: portare l’amore di Gesù a tutte le anime come fece la Madonna con Elisabetta. La Chiesa ricorda che la vera felicità non dipende dal successo, dalla ricchezza o dal piacere, ma dall’accoglienza che si fa a Cristo: solo Lui può dare la gioia più profonda.

Attraverso l’impegno nell’identificarci con la Madonna, Gesù potrà nascere, mediante la grazia, nell’anima delle persone che noi frequentiamo. «Se imitiamo Maria – diceva il fondatore dell’Opus Dei –, in qualche modo parteciperemo alla sua maternità spirituale. In silenzio, come la Madonna; senza farlo notare, quasi senza parole, con la testimonianza di un comportamento cristiano, integro e coerente, con la generosità di ripetere senza sosta un fiat che rinnovi costantemente la nostra intimità con Dio»[7].


[1] San Giovanni Paolo II, Redemptoris Mater, n. 24.

[2] Benedetto XVI, Regina Coeli, 9-V-2010.

[3] San Josemaría, Forgia, n. 632.

[4] Papa Francesco, Udienza, 23-X-2013.

[5] San Josemaría, Amici di Dio, n. 292.

[6] Papa Francesco, Udienza, 23-X-2013.

[7] San Josemaría, Amici di Dio, n. 281.