«Siamo obbligati a lavorare, e a lavorare coscienziosamente, con senso di responsabilità, con amore e perseveranza, senza trascuratezze e leggerezze: perché il lavoro è un comandamento di Dio, e a Dio, come dice il salmista, bisogna obbedire “in laetitia” — con gioia!» (San Josemaría, Forgia, n. 681).
Grazie, Signore, per il mio lavoro. Non è perfetto, e a volte mi sento frustrato a causa dei miei colleghi, di me stesso o del lavoro stesso… Ma è uno strumento che mi doni per collaborare con te nel rendere il mondo migliore, ed è stupendo. Tu hai creato il mondo e mi hai permesso di lavorarci; hai salvato il mondo e mi hai dato modo di partecipare alla tua missione.
Questo vale per ogni tipo di lavoro, ma voglio parlarti del mio. Questi sono i miei sogni per il mio lavoro… Questo è ciò che penso di poter donare alla società…
Cosa cerco quando lavoro o studio: eccitazione, autogratificazione, elogi, perfezione…? Mi misuro con le cose che faccio? Che sciocco, quando so che sono tuo figlio e che non smetterai mai di amarmi.
Ma… Quando lavoro, ti sto amando? Questo è ciò che voglio fare, Signore, ma quando è stata l'ultima volta che ti ho offerto il mio lavoro? Ti chiedo aiuto e ti ringrazio per le cose? Quando le cose sono difficili, abbraccio la sfida per amore tuo?
E come lavoro? Sono tuo figlio, chiamato alla grandezza, e questo significa agire in grande. Come potrei lavorare meglio?
Aumenterai il mio desiderio di rendere il mondo migliore? Mi aiuterai a prendermi cura delle persone di cui sono a servizio e con cui lavoro più direttamente?
Non devo sempre terminare la mia preghiera con un proposito, ma oggi voglio farlo. Mi sono fatto un esame di coscienza riguardo al lavoro. Su quali tra le cose su cui mi hai illuminato vuoi che mi concentri maggiormente? Cosa posso fare per amarti di più attraverso il mio lavoro nei prossimi giorni?