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Carlo non credeva in un Dio lontano. Credeva in un Gesù vicino.

Quando Carlo Acutis scrisse che il suo progetto di vita era “essere sempre uniti a Gesù”, non stava mettendo nero su bianco una frase carina sul suo diario. Stava riassumendo il suo modo di vivere, di pensare, di sentire. Carlo non voleva semplicemente “credere in Dio”: voleva essee connesso a Lui come chi respira è connesso con l’aria. Sempre. Senza pausa. Come il battito del cuore.

Che cosa significa essere “uniti a Gesù”?

Possiamo immaginarlo come una presa di corrente spirituale. Se non sei collegato, la luce si spegne. Così. Per Carlo, quella connessione con Gesù non era teorica né distante. Era la sua relazione più importante, la sua conversazione quotidiana, la sua fonte di gioia, la sua pace. Non un’idea, ma una Persona viva. Un Amico.

Gesù non era per lui qualcuno del passato, né un concetto astratto. Era il suo presente. La sua guida. La sua meta.

Carlo non credeva in un Dio lontano. Credeva in un Gesù vicino. E si vedeva!

Non un desiderio vago, né un’emozione passeggera, ma qualcosa da pensare, da coltivare, da costruire. Un progetto di grandezza. Come chi sogna di diventare astronauta, medico o artista. Per lui, la prima cosa era essere santo. Stare con Gesù. In tutto.

Possiamo domandarci come connettersi con Gesù nella vita di tutti i giorni, come rendere concreta questa unione, come smettere di parlare di Dio come di un’idea e iniziare a vivere con Lui come con qualcuno di reale, vicino, presente.

Per Carlo Acutis quella connessione non era un’aggiunta alla sua vita: era il suo centro, la sua chiave, la sua forza. Aveva tre punti di appoggio molto chiari che lo aiutavano a mantenere vivo, costante, autentico quel legame.

1️⃣ Il primo era l’Eucaristia. Non solo la domenica, ma tutti i giorni. Carlo andava a Messa come chi va a incontrare il suo migliore amico, non per abitudine né per obbligo, ma per un desiderio profondo, perché sapeva che lì c’era Gesù ad aspettarlo. Diceva che l’Eucaristia era la sua autostrada verso il cielo, perché in essa trovava forza, orientamento, consolazione e un amore che non si esaurisce. Quanto più riceviamo la Comunione, tanto più ci conformiamo a Gesù.

2️⃣ Il secondo era la sua amicizia con Maria. Carlo recitava il Rosario ogni giorno, ma non come un pappagallo che ripete frasi senza anima, bensì come chi conversa con sua Madre con fiducia, con affetto, con la certezza che Lei porta sempre Gesù nel cuore. La chiamava “l’unica donna della sua vita” e si appoggiava a Lei in tutto, nelle cose grandi e in quelle piccole.

3️⃣Il terzo era la confessione frequente. Carlo capiva che l’anima ha bisogno di manutenzione proprio come qualunque motore lanciato al massimo, e per questo non si vergognava di confessarsi: lo faceva con naturalezza, come un pilota di Formula 1 che entra ai box non perché sia fuori gara, ma perché vuole continuare a correre al massimo in pista, con tutto il rendimento, senza pesi, senza freni, con il cuore pulito e leggero.

Così viveva Carlo connesso a Gesù: non con formule magiche, ma con fedeltà, coerenza, e con la gioia che nasce dal sapere di essere dove doveva essere, nelle mani di Dio.

Carlo aveva 15 anni e lo aveva chiarissimo. E tu?

Non importa se tu non lo hai ancora chiaro. La bellezza dell’esempio di Carlo è che non si tratta di essere perfetti, ma di avere un centro. Una direzione. Un perché.

Domande che potresti farti oggi

● Che posto occupa Gesù nella mia giornata?

● Gli parlo con naturalezza o è solo un vetro con su scritto “rompere in caso di emergenza”?

● Cerco di restare unito a Lui o passo la giornata “scollegato”?

● Quali cose mi distraggono di più da questa connessione?

● Cosa potrei fare oggi per riconnettermi?

💡Consigli pratici per connetterti a Gesù come Carlo

Stabilisci dei “minuti sacri”

Carlo diceva che “Dio ci parla nel silenzio del cuore”. Prova a dedicare 5-10 minuti di silenzio ogni giorno. Anche sull’autobus. Senza cellulare. Solo tu e Lui.

Trasforma il tuo cellulare in una cappella

Metti un’immagine di Gesù o della Madonna come sfondo. Segui account che ti ispirino. Usa app per pregare. Metti più soul nel tuo scroll.

Inserisci una Messa feriale nel tuo calendario

Non è solo per anziani. Carlo ci andava perché sapeva che lì si giocava la vita. Inizia con una alla settimana. Vedrai l’effetto.

Invita Gesù nelle tue piccole decisioni

Prima di un esame, di un incontro, di inviare un messaggio. Dì: “Gesù, vieni con me?”. Questo cambia tutto.

Confessati per riconnetterti

Se è da tempo che non ti confessi, non rimandare ancora. Carlo sapeva che un cuore pulito capta meglio il wifi divino.

Forse non diventerai mai un programmatore informatico come lui, né verrai proclamato beato, né andrai in cielo così giovane. Ma puoi vivere con la stessa intensità, con la stessa connessione.