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Che cosa vedeva Carlo nella Messa che lo portava a viverla con tanta intensità?  

In un mondo che corre a tutta velocità, pieno di percorsi alternativi, aggiornamenti di Google Maps e segnali contraddittori, Carlo Acutis aveva un’idea chiara: c’è un’autostrada che non fallisce. Senza pedaggi, senza ingorghi, senza deviazioni inutili. Una rotta diretta al cielo: l’Eucaristia.

Per Carlo, la Messa non era un programma della domenica, era il momento più alto della giornata. Un appuntamento non negoziabile. L’Eucaristia era la sua benzina, la sua bussola, la sua mappa. Non era il “bonus” della sua fede: era il motore che muoveva tutto.

Ma cosa aveva l’Eucaristia che tanto lo appassionava? Cosa vedeva Carlo nella Messa che lo portava a viverla con tanta intensità, senza obbligo né abitudine? Per lui, la Messa non era un piano della domenica, né una pratica da sbrigare per “essere a posto con Dio”. E neppure il momento perfetto per distrarsi con il cellulare dall’ultimo banco. Era qualcosa di radicalmente diverso. Era il cuore della sua giornata. L’appuntamento più importante. Ciò che dava ordine a tutto il resto.

Carlo diceva che, se avesse dovuto scegliere tra non mangiare e non comunicarsi, per lui era chiarissimo: avrebbe preferito restare senza cibo piuttosto che senza Gesù. Perché nell’Eucaristia non vedeva un rito, né un simbolo, né una consuetudine. Vedeva una Persona. Gesù, reale, vivo, presente, che si donava per lui. Non qualcosa di bello da ricordare, ma qualcuno da incontrare davvero. E quel “qualcuno” era l’Amore della sua vita.

Così reale era per lui la presenza di Gesù nell’Eucaristia che, già dai tre anni e mezzo, chiedeva ai suoi genitori di portarlo a salutarlo. Ogni volta che passavano davanti a una chiesa, Carlo si fermava e chiedeva di entrare un momento per “dire ciao a Gesù”. A volte raccoglieva fiori al parco e li portava alla Madonna. Non perché qualcuno glielo dicesse. Gli nasceva dall’anima.

Per questo non si accontentava del minimo. Andava a Messa tutti i giorni. A undici anni era già un assiduo frequentatore del tabernacolo, e lo viveva con una naturalezza sorprendente. Non lo faceva per fare bella figura o per spuntare caselle. Lo faceva per amore. “Essere cristiano non è adempiere, è essere innamorato”, diceva. E quando si è innamorati, si cerca la persona amata. Si ha bisogno di lei. La si desidera. Le si dà priorità.

Molti giovani oggi associano la Messa a qualcosa di noioso, monotono, di altri tempi. Carlo rompeva completamente questo cliché. Per lui, la Messa era la sua “autostrada per il cielo”, perché lì c’era Gesù davvero. In ogni ostia consacrata, in ogni parola del sacerdote, in ogni silenzio. Sapeva che non andava ad ascoltare un discorso ispiratore né a compiere un rituale vuoto: andava a incontrare una Persona. E quell’incontro, giorno dopo giorno, lo trasformava dal di dentro.

A soli 11 anni creò un sito web per far conoscere i miracoli eucaristici del mondo. Raccolse testimonianze, dati, immagini e li caricò lui stesso. È ancora online oggi: semplice, diretto, senza design accattivante (non aveva Canva), ma con il cuore pieno di fede. Quel progetto non era un compito scolastico. Era il suo modo di dire al mondo: “Questo è reale. Gesù è qui.”

Carlo lo spiegava con un’immagine splendida: “Quando ci mettiamo di fronte al sole, ci abbronziamo. Quando ci mettiamo davanti a Gesù nell’Eucaristia, diventiamo santi.” Così viveva lui la Messa: come un’esposizione quotidiana alla luce che cambia l’anima, che guarisce, che dà senso a tutto.

E tu, cosa accadrebbe se facessi lo stesso? So cosa stai pensando: “ho lezione, esami, compiti, lavoro, allenamenti, riunioni, stanchezza, weekend pieni… non ce la faccio!”. Ed è vero. Siamo tutti al massimo. Ma anche Carlo aveva una vita. Andava a scuola, aveva amici, amava i videogiochi, era un appassionato di informatica… eppure, ci riusciva. Come? Perché metteva l’essenziale al centro.

Quando Gesù è al centro, tutto il resto gira.  

Quando Gesù è solo un extra che inserisci se avanza tempo, tutto il resto finisce per pesare. Carlo non era un ragazzo senza vita sociale: era un ragazzo con senso. E quel senso lo trovava, giorno dopo giorno, in quel piccolo grande appuntamento all’altare. Forse anche tu lo stai cercando. Forse oggi è un buon giorno per iniziare.

Scuse comuni per non andare a Messa (e cosa penserebbe Carlo)

“Non ho tempo”
Se hai tempo per lo scroll infinito, hai tempo per l’Infinito vero.

“Mi annoio”
Ti annoi perché non sai cosa hai davanti. Se lo sapessi, piangeresti di emozione.

“Non mi dice niente”
Gesù sì che ti dice qualcosa. Un’altra cosa è che tu non lo ascolti.

💡Consigli per mettere la Messa in modalità “autostrada per il cielo”

⏰Pianificala come un grande evento
Non aspettare di “vedere se ci sta”. Considerala un appuntamento fisso in calendario. Metti una sveglia. Preparati come se fosse qualcosa di speciale (perché lo è).

Arriva qualche minuto prima e resta qualche minuto dopo
Come nei grandi viaggi: non scendere di corsa. Goditi il paesaggio, ascolta, parla con Lui. Gesù non è un’app che apri e chiudi. È Presenza.

Offri qualcosa di concreto in ogni Messa
Un esame, un’amicizia rotta, una decisione difficile. Porta con Gesù su quell’altare la tua storia reale. Lui sa cosa farne.

Fai adorazione eucaristica, anche solo 10 minuti
Se c’è l’esposizione del Santissimo vicino, fermati un po’. Senza parole. Stai. Come chi si vuole bene e non ha bisogno di parlare.

Se non puoi andare, trova comunque uno spazio per Lui
Se un giorno non riesci, non mollare. Fai una comunione spirituale. Leggi il Vangelo del giorno.

La Messa non è una pausa nella vita. Non è una parentesi spirituale in mezzo al caos. È il centro. Carlo lo ripeteva con convinzione: se la Messa è nel cuore della tua giornata, tutto diventa più leggero, più chiaro, più tuo. Non perché i problemi scompaiano, ma perché impari a portarli con un’altra forza. Una che non è solo tua.

Nella Messa non solo ricevi Gesù. Ti unisci a Lui. Diventi uno con Lui. Il tuo corpo diventa la sua casa. La tua storia, con le sue luci e le sue ombre, si fonde con la sua. E all’improvviso, ciò che prima era incomprensibile, comincia ad avere senso. Perché quando Lui entra, qualcosa cambia. Sempre.

E ora pensa un momento: di cosa ti stai nutrendo ogni giorno? Di like, di reel, di pizza, di fretta…? E la tua anima? Quando è stata l’ultima volta che ha mangiato davvero? Che si è riempita di ciò che nutre veramente? Che si è incontrata faccia a faccia con l’Amore?

Ti proponiamo qualcosa di molto semplice. Una sfida. Un’opportunità: vai a Messa durante la settimana. Solo una volta. Ma fallo con gli occhi aperti, con il cuore desto, come se fosse la tua prima volta… o l’ultima. Ascolta davvero. Guarda con attenzione. Comunica con desiderio. Non come chi ripete, ma come chi torna a casa.

Molti vedono nell’Eucaristia solo una forma bianca, rotonda, silenziosa. Ma Carlo vedeva molto di più. Vedeva un Amore eterno che si spezza per te. Vedeva un sacrificio silenzioso che grida “ti amo” senza parole. Vedeva un Dio che si fa piccolo per entrare nel tuo mondo. Nel tuo caos. Nel tuo corpo.

Questo è l’Eucaristia. Non solo pane, ma Presenza. Non solo un rito, ma un appuntamento reale. Non solo qualcosa da “adempiere”, ma qualcuno che ti aspetta a braccia aperte. Per questo Carlo diceva senza paura che era la sua autostrada per il cielo. E tu… resterai nella corsia d’emergenza?