Commento al Vangelo: Seguire le orme di Gesù

Vangelo e commento del lunedì della 13ª settimana del tempo ordinario. Gesù vuole discepoli fedeli, capaci di rinunciare a una vita comoda per il Regno dei Cieli.

Vangelo (Mt 8, 18-22)

Vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all'altra riva. Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo». E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».


Commento

La folla è rimasta stupita dai miracoli di Gesù. Ma Egli fugge ogni ostentazione e comanda di passare all’altra riva del lago. Uno scriba riesce a raggiungerlo per sceglierlo come maestro. Riceve, però, una risposta inattesa: si trova di fronte all’umile Figlio dell’uomo che predica senza riposo il Regno di Dio. Non ha una sua casa; viene ospitato e riposa ovunque sia accolto: a Cafarnao, in casa di Pietro; a Betania, in casa di tre fratelli che sono suoi amici; a Gerusalemme, nella casa indicata da un anonimo uomo con la brocca; nella barca dei suoi discepoli, dove dormì in mezzo alla tempesta. A confronto, una volpe, per quanto movimentata possa essere la sua vita, ha la sua tana e da quella esce e ritorna. E, allo stesso modo, gli uccelli del cielo ai loro nidi. Si riposano, dopo essersi assicurati la loro sopravvivenza e quella dei loro pulcini. Magari lo scriba aveva immaginato una sequela più comoda.

Quelli che lo stanno seguendo hanno già sperimentato cosa vuol dire non aver tempo neanche per mangiare e, anche, essere invitati da Gesù a riposare un poco (cfr. Mc 6, 31). Ma, anche tra loro, proprio quelli che Lui ha scelto, ci sono conflitti tra la volontà di seguirlo e il dovere di adempiere alla legge che comanda di onorare i genitori (cfr. Es 20, 12), dandogli una degna sepoltura. Ma, non c’è legge che possa venir prima del mandato del Signore a seguirlo per annunciare la salvezza, che è la più grande carità verso il prossimo. Ritardare la risposta è come voler cambiare l’ordine dei comandamenti.

Gesù continua a dirci: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga»(Gv 15, 16). Conta sul nostro “sì” gioioso e convinto, tanto più in questo mondo così bisognevole di uomini e donne che amino come Dio ci ha amato (cfr. Gv 3, 16). Nell’ascoltare queste parole del vangelo di oggi, risuona quel consiglio di san Josemaría: «Tieni presente, figlio mio, che non sei soltanto un'anima che si unisce ad altre anime per fare una cosa buona.
Questo è molto..., ma è poco. —Sei l'Apostolo che compie un mandato imperativo di Cristo»[1].

Josep Boira


[1] San Josemaría, Cammino, n. 942.