Meditazioni: Cuore Immacolato di Maria

Riflessioni per meditare nella solennità del Cuore Immacolato di Maria. I temi proposti sono: Maria, dimora dello Spirito Santo; Beati i puri di cuore; Considerare ogni cosa nel cuore.

- Maria, dimora dello Spirito Santo

- Beati i puri di cuore

- Considerare ogni cosa nel cuore


«IO GIOISCO PIENAMENTE nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza» (Is 61, 10). La Chiesa proietta queste parole della Scrittura sulla figura di Maria. Dopo aver considerato l’ampiezza e la profondità del cuore di Gesù, rivolgiamo lo sguardo al cuore di sua Madre. Con l’obiettivo di preparare «una degna dimora allo Spirito Santo»[1], il Signore colmò il cuore di Santa Maria con innumerevoli grazie e lo rivestì di purezza.

Sant’Efren afferma che «Maria fu fatta cielo in nostro favore nel portare la divinità che, senza abbandonare la gloria del Padre, Cristo racchiuse negli angusti limiti di un seno, per portare gli uomini a una maggiore dignità»[2]. Lasciandosi inondare dalla grazia, Maria, in qualche modo, diventa cielo, luce e gloria di Dio. Ecco perché nostra Madre è piena di gioia e di serenità: perché l’amore divino coinvolge ogni cosa. Santa Maria ha in sé una dimensione che la fa prorompere in espressioni di gaudio: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, [...]. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1, 46-48).

Noi non possiamo far altro che unirci a questo coro di generazioni che si rallegrano al vedere ciò che la grazia ha operato nel cuore di Maria. Allo stesso tempo può sorgere in noi il desiderio di condividere questa felicità di nostra Madre. Ci piacerebbe cantare anche il nostro Magnificat ricordando come Dio ha operato nella nostra vita, perché Dio, con la sua gloria, vuole entrare anche nel nostro cuore. Ci possiamo unire alle preghiere che la Chiesa, nella Preghiera colletta, rivolge al Padre: «Fa’ che noi, per intercessione della Vergine Maria, finiamo con l’essere templi degni della tua gloria»[3].


«BEATI I PURI DI CUORE, perché vedranno Dio» (Mt 5, 8), dirà il figlio di Maria nella sua predicazione. La Madonna ha ricevuto il dono di vedere Dio fatto uomo fin dalla sua più tenera infanzia. Il suo sguardo puro era capace di intendere lo sguardo di Gesù, anche per indovinare molti dei suoi sentimenti e delle sue intenzioni. A Cana, per esempio, dietro a una risposta negativa, Maria sa percepire la disponibilità di suo figlio ad anticipare la propria manifestazione come Messia; anche sulla croce scopre nello sguardo di suo Figlio la dolce richiesta di non allontanarsi in quei momenti.

Lo sguardo semplice di santa Maria la porta a scoprire la mano di Dio dietro tutti i grandi e i piccoli avvenimenti della sua esistenza; da qui nasceva la sua costante gioia. La purezza di cuore ci permette di avere uno sguardo trasparente, capace di penetrare la realtà intima delle cose, perché capisce che ogni cosa ha origine e fine in Dio. Invece, quando manca l’innocenza nello sguardo, quando non ci apriamo al dono di Dio, possiamo rimanere catturati dalle apparenze e dalla superficialità.

Un cuore puro comprende le persone, evita di classificare o di apporre etichette, con facilità le ama sinceramente. La purezza non allontana le persone; al contrario, guarda tutti come figlie e figli di Dio che meritano un rapporto adeguato a una così grande dignità. Ci permette di amare molto più e molto meglio tutte le persone che frequentiamo. Un amore come quello della Madre di Gesù riesce a scoprire la maniera di dimostrare affetto anche nelle situazioni più precarie: «Maria è colei che sa trasformare una grotta per animali nella casa di Gesù, con alcune povere fasce e una montagna di tenerezza»[4].


«GUARDATE, PERÒ, che se Dio ha voluto innalzare in tal modo sua Madre, non le ha risparmiato, durante la sua vita terrena, né l’esperienza del dolore, né la stanchezza del lavoro, né il chiaroscuro della fede»[5]. Nell’episodio di Gesù bambino perduto nel Tempio scopriamo uno di questi momenti in chiaroscuro. All’angoscia dovuta al fatto che non sapeva dove era andato a finire, in seguito si unì in lei la perplessità dopo le parole del figlio: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» (Lc 2, 49).

Non possiamo pretendere di comprendere tutti i disegni del cuore di Gesù. Nella vita di tutti quelli che lo seguiamo, e anche nella vita della sua stessa Madre, vi sono dei momenti nei quali Dio ci sorprende, come se volesse ricordarci che Egli ha sempre qualcosa di più ampio dei nostri progetti. È consolante pensare che anche santa Maria è passata da questo tipo di esperienza. La Sacra Scrittura non ha difficoltà a dire che Maria e Giuseppe non compresero la risposta di Gesù. Tuttavia, aggiunge: «Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore» (Lc 2, 51).

Sapere che dietro a ogni cosa c’è la mano di Dio non vuol dire che comprendiamo immediatamente e in tutta la sua profondità ogni suo piano. Anche nella vita di preghiera vi sono momenti di oscurità nei quali il Signore ci chiede fiducia, quella fede matura che illumina i momenti della prova. Maria sapeva che lo Spirito Santo abitava nel suo cuore: quello era il luogo indicato per amare, accanto a Dio e a volte con dolore, anche quelle circostanze che con il tempo avrebbe compreso meglio. E noi, sull’esempio e con l’aiuto di nostra Madre, possiamo fare lo stesso.


[1] Messale Romano, Memoria del Cuore Immacolato di Maria, Preghiera colletta.

[2] Sant’Efren, “Sermo 3 de diversis: Opera omnia, III syr. et lat. Romæ 1743, 607”, citato nell’Ufficio delle letture della memoria della Madonna di Fatima.

[3] Messale Romano, Memoria del Cuore Immacolato di Maria, Preghiera colletta.

[4] Papa Francesco, Evangelii gaudium, n. 286.

[5] San Josemaría, È Gesù che passa, n. 172.