- Una fede messa alla prova
- Crescere nelle difficoltà
- Fortezza contro i nemici interni
DURANTE la vita su questa terra, Gesù incontra molte persone semplici e di buon cuore. Si avvicinano a Lui perché i suoi gesti e le sue parole li commuovono. Il Signore li entusiasma a vivere una vita più piena e impegnativa, ma allo stesso tempo più umana e in linea con la volontà di Dio. Molti si lasciano trasformare da quella novità che illumina la loro esistenza. Altri, invece, dubitano e si avvicinano a Lui per metterlo alla prova: «È lecito, o no, che noi paghiamo la tassa a Cesare?» (Lc 20,22); «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?» (Mt 19,2).
Fino a un certo punto, è normale il desiderio di verificare la coerenza di un nuovo messaggio con il comportamento di chi lo trasmette. È proprio quello che fanno i bambini nei confronti dei genitori e degli educatori. Ma dietro questo desiderio di verifica critica, a volte può nascondersi una radice maliziosa. Nella prima lettura di oggi, il libro della Sapienza ne parla chiaramente: «Tendiamo insidie al giusto... Vediamo se le sue parole sono vere, consideriamo ciò che gli accadrà alla fine» (Sap 2,12.17).
In questo senso, chi di noi desidera seguire Cristo da vicino noterà che la sua autenticità viene messa alla prova da certe circostanze e persone: periodi di lavoro particolarmente intensi, imprevisti economici, un parente o un collega con cui non riusciamo a trovare un’intesa... In quei momenti abbiamo più che mai bisogno di cercare supporto in Dio. Egli ci aiuterà ad affrontare quelle situazioni con speranza, sapendo che si tratta di prove attraverso cui il Signore rafforza la nostra fede. «Quando ci sembra che tutto crolli davanti ai nostri occhi, non crolla nulla, perché Tu sei il Dio della mia difesa (Sal 42, 2). Se Dio abita nell'anima nostra, tutto il resto, per importante che sembri, è accidentale, transeunte; invece noi, in Dio, siamo ciò che permane[1]».
UNA FEDE matura dona coerenza e solidità alla persona che la vive. Le permette di prendere decisioni ponderate, ascoltando attentamente lo Spirito Santo, e la aiuta a mantenere salde quelle decisioni nel tempo, senza che le avversità o le contrarietà le facciano vacillare. Questa fede struttura un’unità di vita che non solo resiste alle prove – come resiste al vento una roccia –, ma addirittura utilizza le avversità per elevarsi più in alto, proprio come gli uccelli che sfruttano il vento per volare.
Mentre gli agenti atmosferici, come l’acqua o il sole, corrodono le strutture inerti o artificiali, quegli stessi agenti favoriscono lo sviluppo degli esseri viventi. Ciò che è inerte si disgrega, si consuma. Invece, il principio di vita racchiuso in un seme non decade, ma sottoterra si sviluppa e cresce anche se di nascosto. Analogamente, di fronte alle difficoltà possiamo pregare come il salmista: anche se «stranieri contro di me sono insorti, il Signore sostiene la mia vita» (Sal 54,5-6). In questo modo costruiamo una vita capace di assimilare le difficoltà a vantaggio del proprio sviluppo, poiché Gesù ha preso su di sé i nostri peccati e ci ha resi capaci di una vita nuova, donataci da Dio.
È normale che troviamo ostacoli di vario tipo, nel nostro cammino in compagnia del Signore: periodi in cui ci sentiamo freddi nella preghiera o nell’accostarci ai sacramenti, persone che non comprendono la nostra fede, difficoltà nel capire qualche aspetto della dottrina cristiana. Tutte queste circostanze ci possono aiutare a interrogarci sulle nostre reali intenzioni e a crescere nel nostro desiderio di vivere con Dio. «Pensiamo, un desiderio sincero sa toccare in profondità le corde del nostro essere, per questo non si spegne di fronte alle difficoltà o ai contrattempi. È come quando abbiamo sete: se non troviamo da bere, non per questo rinunciamo, anzi, la ricerca occupa sempre più i nostri pensieri e le nostre azioni, fino a che diventiamo disposti a qualsiasi sacrificio per poterla placare, quasi ossessionato. Ostacoli e insuccessi non soffocano il desiderio, no, al contrario lo rendono ancora più vivo in noi[2]».
LA VIRTÙ della fortezza «assicura la fermezza e la costanza nella ricerca del bene. Essa rafforza la decisione di resistere alle tentazioni e di superare gli ostacoli nella vita morale[3]». Queste difficoltà possono essere esterne, e in questo caso la persona può fare poco per cambiarle; ma spesso si tratta di nemici interni «che vanno sotto il nome di ansia, di angoscia, di paura, di colpa: tutte forze che si agitano nel nostro intimo e che in qualche situazione ci paralizzano. (...) La maggior parte delle paure che nascono in noi sono irrealistiche, e non si avverano per nulla. Meglio allora invocare lo Spirito Santo e affrontare tutto con paziente fortezza: un problema alla volta, come siamo capaci, ma non da soli! Il Signore è con noi, se confidiamo in Lui e cerchiamo sinceramente il bene. Allora in ogni situazione possiamo contare sulla Provvidenza di Dio che ci fa da scudo e corazza[4]».
Ci sarà capitato di sperimentare sofferenza per qualche momento di incertezza: un esame che potrebbe andare male, un progetto che rischia di fallire, un problema di salute che potrebbe sconvolgere la vita nostra o di una persona amata... In certi casi, quella tensione ci permette di agire e di prevenire situazioni disastrose. Invece, altre volte questa sofferenza non ci aiuta affatto, perché ci impedisce di affrontare le situazioni reali quotidiane e ci spinge a concentrarci su ipotesi che spesso sappiamo bene che sono pura fantasia. Possiamo chiedere al Signore luce e forza per ottenere dentro di noi chiarezza e fermezza, con cui discernere se la sofferenza ci aiuta ad affrontare il presente o ce ne distrae in modo inutile. Scrive san Josemaría: «Ci sono anime che sembrano impegnate a inventarsi sofferenze, torturandosi con l’immaginazione. Poi, quando sopraggiungono pene e contrarietà oggettive, non sanno stare, come la santissima Vergine, ai piedi della Croce, con lo sguardo intento sul Figlio[5]». Possiamo concludere questo momento di preghiera chiedendo a nostra Madre Maria di aiutarci a vivere nel presente, accogliendo le difficoltà di ogni giorno con il desiderio di unirci al sacrificio di Gesù.
[1] San Josemaría, Amici di Dio, n. 92.
[2] Francesco, Udienza, 12-X-2022
[3] Catechismo della chiesa cattolica, n. 1808.
[4] Francesco, Udienza, 10-IV-2024.
[5] San Josemaría, Solco, n. 248.