Meditazioni: 1 novembre, solennità di Tutti i Santi

Riflessioni per meditare nella solennità di Tutti i Santi. I temi proposti sono: Vivere le Beatitudini che Gesù ha predicato; La santità consiste nel lasciar fare a Dio, Ci sosteniamo attraverso la comunione dei santi.

- Vivere le Beatitudini che Gesù ha predicato.

- La santità consiste nel lasciar fare a Dio.

- Ci sosteniamo attraverso la comunione dei santi.


«ECCO LA GENERAZIONE che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe» (Sal 24, 6). Così prega la Chiesa intera nel salmo della Messa della solennità di tutti i santi. E così, cercando il volto di Dio, vogliamo trascorrere questa giornata di festa. «I santi e i beati sono i testimoni più autorevoli della speranza cristiana, perché l’hanno vissuta pienamente nella loro esistenza, tra gioie e sofferenze, attuando le Beatitudini che Gesù ha predicato e che oggi risuonano nella liturgia (cfr Mt 5, 1-12a). Le Beatitudini evangeliche, infatti, sono la via della santità»[1].

Eppure, a prima vista, se ricordiamo le parole di Gesù sui beati, ci può sembrare un panorama non molto stimolante. Quello che ci viene proposto è ciò che istintivamente rifiutiamo: sofferenze, persecuzione, lotta, lacrime... Tuttavia san Josemaría osservava che queste virtù sono quelle che Gesù benedisse «in quel Sermone della Montagna, quelle che rendono veramente felici, santi, beati!... Tutte queste virtù che Gesù ci ha indicato con la sua stessa vita, le desidero per tutti i miei figli e per me»[2]. In tal modo si capisce che «la santità, la pienezza della vita cristiana non consiste nel compiere imprese straordinarie, ma nell’unirsi a Cristo, nel vivere i suoi misteri, nel fare nostri i suoi atteggiamenti, i suoi pensieri, i suoi comportamenti. La misura della santità è data dalla statura che Cristo raggiunge in noi, da quanto, con la forza dello Spirito Santo, modelliamo tutta la nostra vita sulla sua»[3]. Pertanto abbiamo bisogno di ricuperare la libertà che nasce dal comprendere che tutto si può fare attraverso l’amore di Cristo.

Oggi tutti i santi ci spingono a «incamminarci sulla via delle Beatitudini. Non si tratta di fare cose straordinarie, ma di seguire ogni giorno questa via che ci porta in Cielo, ci porta in famiglia, ci porta a casa. Oggi quindi intravediamo il nostro futuro e festeggiamo quello per cui siamo nati: siamo nati per non morire mai più, siamo nati per godere la felicità di Dio! Il Signore ci incoraggia e a chi imbocca la via delle Beatitudini dice: “Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli” (Mt 5, 12)»[4].


«CHI POTRÀ salire il monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro» (Sal 24, 3-4). Sappiamo che questa innocenza non consiste nel non commettere mai peccati né mancanze, o nel vivere senza errori. Questa purezza si riferisce soprattutto al cuore di chi si lascia amare da Dio e non ripone la sua speranza in altri idoli: certezze, controllo, indipendenza, piaceri, proprietà... «La santità è data dal contatto profondo con Dio: è farsi amico di Dio, lasciare agire l’Altro, l’Unico che può far sì, realmente, che questo mondo sia buono e felice»[5].

Siamo convinti che quando Dio ci chiede qualcosa, in realtà ci sta offrendo la sua vita, il suo affetto. Questo capì san Josemaría: «La mia felicità terrena è unita alla mia salvezza, alla mia felicità eterna: felice qui e felice là»[6]. Comprendere questo modo di fare di Dio, che si nasconde dove a volte non pensiamo di trovarlo, equivale a comprendere che egli non vuole mai la nostra infelicità, neppure qui sulla terra. «Ne sono sempre più persuaso: la felicità del Cielo è per coloro che sanno essere felici sulla terra»[7].

Che gioia si prova quando si pensa a tutti i santi del cielo! Erano come noi: con i nostri stessi problemi e le nostre difficoltà, con identiche speranze e uguali debolezze. Se nella nostra vita lasciamo fare a Dio come hanno fatto loro, se siamo fedeli, potremo ascoltare alla fine della nostra vita, dalle labbra del Signore, queste parole consolanti: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il Regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo» (Mt 25, 34). A volte possiamo immaginare che sono pochi quelli che fanno parte di quel Regno. E invece una delle letture di oggi ci ricorda una delle visioni che ebbe san Giovanni. Lì appariva «una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani» (Ap 7, 9). In questa innumerevole moltitudine la Chiesa festeggia uomini e donne, di ogni età e condizione, che godono di una felicità inimmaginabile nel cielo e che sulla terra seppero rimanere nell’amore di Dio.


QUESTA FESTA è particolarmente bella per noi che peregriniamo sulla terra, perché in quella moltitudine che loda incessantemente il Signore sono presenti molti fratelli nostri, molti amici e parenti, gente normale e ordinaria, disposta a intercedere per noi. Molti di loro li avremo anche conosciuto personalmente. Non siamo soli nel nostro cammino di santità: siamo uniti a tutti i cristiani – a quelli che ormai esultano in cielo, a quelli che si purificano nel purgatorio e a quelli che sono ancora in pellegrinaggio sulla terra – mediante un flusso di carità che ci dà vita: la comunione dei santi.

Durante la guerra che ha scosso la Spagna negli anni 30 del secolo scorso, san Josemaría scriveva spesso ai suoi figli. E in una di queste lettere li rassicurava: «Mi mancate solo voi; ma, se sapeste quanta compagnia vi faccio, a ciascuno, durante il giorno e durante la notte! È la mia missione : che siate felici dopo, con Lui, e ora, sulla terra, dandogli gloria»[8]. La comunione dei santi è la preghiera degli uni per gli altri, perché la grazia venga a guarire le ferite e a fortificare chi più ne ha bisogno. Si ripeterà così, molte volte, quella esperienza di cui parlava egli stesso: «Figliolo, come hai vissuto bene la Comunione dei Santi, se mi hai scritto: “Ieri ho sentito che lei pregava per me!”»[9].

«Pensa che Dio ti vuole contento e che, se da parte tua farai tutto il possibile, sarai felice, molto felice, felicissimo»[10]. La Vergine Santa ci otterrà la grazia di rispecchiare la bellezza del volto di Cristo, e così formare il grande mosaico di santità che Dio vuole per il nostro mondo.

[1] Papa Francesco, Angelus, 1-XI-2020.

[2] San Josemaría, Cartas 31, n. 52.

[3] Benedetto XVI, Udienza generale, 13-IV-2011.

[4] Papa Francesco, Angelus, 1-XI-2018.

[5] Card. Joseph Ratzinger, “Lasciare operare Dio”, su L’Osservatore Romano, 6-X-2002.

[6] San Josemaría, Cuadernillo-agenda 1° de Burgos, citato in Camino. Edición crítico-histórica, Rialp, Madrid 2004, p. 414.

[7] San Josemaría, Forgia, n. 1005.

[8] San Josemaría, Lettera da Avila per i suoi figli di Burgos, 11-VIII-1938.

[9] San Josemaría, Cammino, n. 546.

[10] San Josemaría, Amici di Dio, n. 141.