Commento al Vangelo: Conversione di san Paolo

Vangelo e commento nella festa della Conversione di san Paolo.

Vangelo (Mc 16,15-18)

E disse loro: "Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno".


Commento

Nella festa della Conversione di san Paolo, l’apostolo delle genti, la Chiesa ci invita a considerare nuovamente il mandato missionario che il Signore ha consegnato ai suoi discepoli prima di ascendere al cielo.

Predicare il Vangelo significa, prima di tutto, annunciare la buona notizia della Salvezza per tutti gli uomini. È interessante rendersi conto che il Signore utilizza due verbi all’imperativo - “andate” e “predicate” -, mostrando agli apostoli che non è possibile considerarsi seguaci di Gesù senza trasmettere agli altri con la propria vita, con l’esempio e con le parole ciò che hanno ricevuto.

San Josemaría diceva che l’apostolato cristiano è «un traboccare della tua vita “al di dentro”» [1], una necessità vitale che emerge spontaneamente nelle persone che sono consapevoli del dono ricevuto con la fede e con la chiamata a vivere «per Cristo, con Cristo, in Cristo», come ricordano le parole finali delle preghiere eucaristiche della Santa Messa.

Solo essendo consapevoli di tutto quello che abbiamo ricevuto da Dio, si puà capire bene il senso degli imperativi di Gesù riguardo la missione apostolica rivolta a tutti i cristiani.

Pablo Erdozáin


[1] Cammino, n. 961.