​Meditazioni: martedì della 1ª settimana di Avvento

Riflessioni per meditare nel martedì della prima settimana di Avvento. Ecco i temi proposti: Dio si fa conoscere; semplicità per comprendere gli insegnamenti di Dio; il dialogo con Gesù illumina la nostra giornata.

Dio si fa conoscere Semplicità per comprendere gli insegnamenti di Dio Il dialogo con Gesù illumina la nostra giornata


Dio si fa conoscere

Guidati dagli insegnamenti e dall’esempio di san Josemaría, abbiamo imparato ad amare appassionatamente il mondo. Godiamo di tutte le realtà nobili e buone della creazione perché sappiamo che sono un dono di Dio. Nello stesso tempo non siamo indifferenti al male che affligge il mondo, che ne diminuisce la bellezza e lo allontana dal suo progetto d’amore.

Anche se le cause di questa situazione sono molteplici, tra esse possiamo identificarne una che riveste un rilievo particolare: il fatto che molte persone non conoscono la bontà del nostro Creatore. «Si potrebbe ben dire che il più grande nemico di Dio è l’ignoranza, perché si ama Dio soltanto dopo averlo conosciuto: l’ignoranza è origine di tanti mali e grande ostacolo alla salvezza delle anime»[1]. Viceversa, quando conosciamo il suo amore per noi, quando scopriamo che Dio sogna la nostra felicità, è logico amarlo su tutte le cose, avvicinarci a colui che è l’origine di ogni bene. «Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la conoscenza del Signore riempirà la terra» (Is 11, 9).

Dio si servì di alcuni uomini e donne di diverse epoche per farsi conoscere e così dare all’uomo l’opportunità di essere più libero. «Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge» (Gal 4, 4), per portare a termine questo compito. È tanto grande il desiderio che Dio ha di farsi conoscere, che è venuto Egli stesso, personalmente, per indicarci i progetti del suo amore.

Pieni di riconoscenza e gratitudine, possiamo unirci alla preghiera di lode che, come ci ricorda il vangelo della Messa di oggi, Gesù innalzò un giorno al Padre: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti, e le hai rivelate ai piccoli» (Lc 10, 21).


Semplicità per comprendere gli insegnamenti di Dio

«Ecco, viene il Signore nostro Dio con potenza grande, illuminerà gli occhi dei suoi servi»[2]. Questa promessa di sapienza per gli uomini si è compiuta con la venuta nel mondo di Gesù, sul quale ha riposato «lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore» (Is 11, 2). Egli è sempre disposto a dialogare personalmente con ognuno di noi per istruirci, per guidarci, per incoraggiarci. Spesso Dio ci parla attraverso persone e situazioni, trasformando tutta la realtà della nostra vita in un luogo d’incontro con Lui. Se facciamo in modo di avere una vita contemplativa, in ogni avvenimento del quotidiano potremo scoprire la voce di Dio che ci cerca.

In questo dialogo il Signore aspetta che noi ci rivolgiamo a Lui con fiducia perché illumini quello che non comprendiamo. Perciò, con semplicità, noi ci mettiamo alla sua presenza e gli esponiamo i nostri dubbi da cuore a cuore, ricordando che Dio si rivela ai piccoli. Invece, ai sapienti secondo la carne, le parole del Signore possono suonare come frasi sconnesse. Ecco perché da parte nostra dobbiamo essere sempre pronti ad ascoltare la sua parola, anche se la comprendiamo soltanto in parte. «Quante contrarietà si dileguano quando interiormente ci mettiamo ben vicini al nostro Dio che non ci abbandona mai! Si rinnova, con modalità diverse, quell’amore per i suoi, per i malati, per gli infelici, che fa dire a Gesù: “Che ti succede?”. “Mi succede...” e, subito, la luce o, almeno, la forza di accettare, e la pace»[3].

Se ci avviciniamo al Signore con un’audacia da bambini, allora Egli ci rivelerà la sua sapienza e ci farà conoscere i suoi progetti. Inoltre ci colmerà di pace, di gioia, e ci concederà la fortezza per reggere alle difficoltà che la vita ci presenta.


Il dialogo con Gesù illumina la nostra giornata

In Cristo Gesù è contenuta la pienezza della rivelazione. «Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo» (Lc 10, 22). «Gesù non ci dice qualcosa di Dio, non parla semplicemente del Padre, ma è rivelazione di Dio, perché è Dio, e ci rivela così il volto di Dio»[4]. Dio si è fatto carne in Cristo perché potessimo vederlo, entrare in relazione diretta con Lui e per farci conoscere i progetti della sua sapienza. Nel momento di cercare risposte agli interrogativi della nostra vita, faremo molto bene a ricorrere a Gesù. Nel nostro dialogo con Cristo non esistono preoccupazioni superflue né dubbi inopportuni. Tutta la sapienza è contenuta nel mistero del Verbo fatto uomo: Gesù è la Parola di Dio.

È facile immaginare gli apostoli mentre chiedono a Gesù il significato più profondo di una parabola che non avevano compreso oppure si avvicinano per chiedergli una spiegazione su un certo avvenimento noto a tutti. Noi abbiamo la stessa facilità di intavolare una conversazione con il Signore. Il dialogo personale e quotidiano con Lui ci permette di conoscerlo sempre meglio, di acquisire una connaturalità con il suo modo di reagire alle diverse situazioni della vita. Dobbiamo chiedere allo Spirito Santo che il nostro dialogo con Gesù sia luce per noi e per gli altri.

Nel corso della vita impariamo molte cose. Alcune di esse sono costitutive del nostro modo di pensare, di essere e di agire. È probabile che alcuni di questi insegnamenti fondamentali li abbiamo ricevuti dalle labbra o dall’esempio delle nostre madri. La vita di Maria costituisce per noi un insegnamento meraviglioso di dialogo con il Signore. Potessimo imparare dalla Madonna quella stessa familiarità nel guardare e nell’ascoltare Gesù!


[1] San Josemaría, Lettera 11-III-1940, n. 47.

[2] Messale romano, Martedì della I settimana di Avvento, Antifona al Vangelo.

[3] San Josemaría, Amici di Dio, n. 249.

[4] Benedetto XVI, Udienza generale, 16-I-2013.