​Meditazioni: sabato della 3ª settimana di Pasqua

Riflessione per meditare il sabato della terza settimana di Pasqua. I temi proposti sono: Far diventare vita la Parola di Dio; Rispecchiarci in Gesù attraverso la Sacra Scrittura; Cercare, trovare e amare Cristo nel Vangelo.

Far diventare vita la Parola di Dio Rispecchiarci in Gesù attraverso la Sacra Scrittura Cercare, trovare e amare Cristo nel Vangelo


Far diventare vita la Parola di Dio

Gesù sta per concludere il suo discorso nella sinagoga di Cafarnao. Pochi minuti prima alcuni dei presenti avevano reagito con stupore alla rivelazione che egli avrebbe dato loro da mangiare il suo stesso corpo. Dice il Signore: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima?» (Gv 6, 61-62). Se prima ha parlato della sua carne e del suo sangue come fonte della vita eterna, ora sottolinea l’importanza delle sue parole: «Le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita» (Gv 6, 63). Questa è la ragione per la quale si dice che la Santa Messa si celebra su due tavoli: sull’ambone della Parola e sull’altare dell’Eucaristia. In ognuno di essi ci viene dato il cibo del Padre: i suoi insegnamenti e la comunione con il suo corpo e con il suo sangue.

Per assimilare meglio la ricchezza della Parola di Dio conviene, oltre che ascoltarla con attenzione nella liturgia, meditarla spesso nell’orazione, studiarla e fare in modo che diventi vita. «La Parola di Dio ascoltata e celebrata, soprattutto nell’Eucaristia, alimenta e rafforza interiormente i cristiani e li rende capaci di un’autentica testimonianza evangelica nella vita quotidiana»[1].

San Josemaría consigliava: «Nell’aprire il santo Vangelo, pensa che ciò che vi si narra – opere e detti di Cristo – non devi soltanto saperlo, ma devi anche viverlo. Tutto, ogni passo riportato, è stato raccolto, particolare per particolare, perché tu lo incarni nelle circostanze concrete della tua esistenza. – Il Signore ha chiamato noi cattolici a seguirlo da vicino e, in questo testo santo, trovi la Vita di Gesù; ma, inoltre, vi devi trovare la tua stessa vita. Anche tu imparerai a domandare, pieno d’amore, come l’Apostolo: “Signore, che cosa vuoi che io faccia?...”. – La volontà di Dio!, sentirai nella tua anima in modo perentorio. Prendi, dunque, il Vangelo ogni giorno, e leggilo e vivilo come guida concreta. – I santi hanno fatto così»[2].


Rispecchiarci in Gesù attraverso la Sacra Scrittura

«Le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita» (Gv 6, 63). Gesù è venuto per darci vita in abbondanza e ci ha lasciato la Sacra Scrittura affinché ne approfondissimo la ricchezza, affinché lo conoscessimo sempre meglio e, in tal modo, potessimo amarlo sopra ogni altra cosa. «È questo l’amore di Cristo, che ciascuno di noi deve sforzarsi di realizzare nella propria vita. Ma per essere ipse Christus bisogna rispecchiarsi in Lui. Non è sufficiente avere un’idea generica dello spirito di Gesù; bisogna imparare da Lui dettagli e atteggiamenti. E, soprattutto, bisogna contemplare il suo passaggio sulla terra, le sue orme, per trarne forza, luce, serenità, pace»[3].

Possiamo chiedere al Signore la grazia di «rispecchiarci in lui» proprio come in uno specchio. Per ottenerlo, san Josemaría soleva mettersi nelle scene del Vangelo e lo raccomandava come un mezzo efficace per crescere in amicizia con Gesù, per vedere la vita con i suoi occhi e reagire come Gesù avrebbe fatto. Allora i frutti di una tale contemplazione della vita del Signore verranno fuori spontaneamente nella nostra conversazione e nella nostra vita; questo riflesso accenderà nei nostri amici il desiderio di conoscere maggiori particolari sul passaggio di Gesù sulla terra: «È fondamentale che la Parola rivelata fecondi radicalmente la catechesi e tutti gli sforzi per trasmettere la fede. L’evangelizzazione richiede la familiarità con la Parola di Dio e questo esige [...] proporre uno studio serio e perseverante della Bibbia, come pure promuovere la sua lettura orante»[4].

San Josemaría raccontava un aneddoto della sua vita accaduto quando egli camminava per la strada leggendo il vangelo in un piccolo libro con la copertina foderata in tela. Passando accanto a degli operai sentì che questi si domandavano che cosa stava leggendo quel sacerdote; e uno di quegli uomini rispose a voce alta: “La vita di Gesù Cristo”. La conclusione soprannaturale del fondatore dell’Opus Dei si può leggere nel punto 2 di Cammino: «Ho pensato e penso che magari fossero tali il mio contegno e la mia conversazione che tutti, nel vedermi o nel sentirmi parlare, potessero dire; costui legge la vita di Gesù Cristo»[5].


Cercare, trovare e amare Cristo nel Vangelo

Il santo vangelo è il libro «che ci conserva la voce di Gesù ed è la fonte in cui la nostra orazione beve meglio l’acqua della grazia, dove il nostro desiderio di verità si sazia pienamente con la luce del cielo che troviamo nelle parole del Maestro»[6]. Molte volte prepariamo la Santa Messa meditando sui testi e ogni giorno possiamo leggere un passo del Nuovo Testamento nel quale constatiamo che quelle parole di Gesù «sono spirito e sono vita» (Gv 6, 63). San Josemaría suggeriva che «per imparare da Lui è necessario conoscere la sua vita; è necessario leggere il santo Vangelo e meditare le scene del Nuovo Testamento per addentrarci nel senso divino dell’esistenza terrena di Gesù. Dobbiamo infatti riprodurre la vita di Cristo nella nostra vita. Ma ciò non è possibile se non attraverso la conoscenza di Cristo che si acquista leggendo e rileggendo la Sacra Scrittura e meditandola assiduamente nell’orazione»[7].

Se imbocchiamo questa strada, impareremo anche a frequentare il Signore seguendo l’esempio dei personaggi del Vangelo: a chiedergli con fede come il padre del bambino malato; ad ascoltarlo con pietà, come Maria a Betania; a toccarlo con discrezione, come l’emorroissa; a seguirlo in tutto, come i discepoli. Ma anzitutto impareremo da Maria e da Giuseppe, che lo hanno conosciuto più da vicino, a compiere sempre e in tutto la volontà di Dio. Per questo motivo il fondatore dell’Opus Dei consigliava una via soprannaturale a partire dalla lettura del Santo Vangelo: «Cerca Cristo, trova Cristo, ama Cristo»[8].

Chiediamo a Maria Santissima e a san Giuseppe che ci ottengano dal Signore la grazia di trovare il loro figlio nella Scrittura, di conoscerlo e di seguirlo. «Amate la Santissima Umanità di Gesù Cristo! [...]. E dall’Umanità di Cristo passeremo al Padre, con la sua Onnipotenza e la sua Provvidenza, e al frutto della croce, che è lo Spirito Santo. E sentiremo la necessità de perderci in questo amore per trovare la vera vita»[9]


[1] Papa Francesco, Evangelii gaudium, n. 174.

[2] San Josemaría, Forgia, n. 754.

[3] San Josemaría, È Gesù che passa, n. 107.

[4] Papa Francesco, Evangelii gaudium, n. 175.

[5] San Josemaría, Appunti intimi, n. 521.

[6] San Josemaría, Appunti di una meditazione, 30-V-1937.

[7] San Josemaría, È Gesù che passa, n. 14.

[8] San Josemaría, Cammino, n. 382.

[9] San Josemaría, Appunti di una riunione di famiglia, 18-VIII-1968.