Meditazioni: 2 novembre, Commemorazione di tutti i fedeli defunti

Riflessioni per meditare nella Commemorazione di tutti i fedeli defunti: Gesù ci promette una dimora in cielo; Le anime del purgatorio e la nostra intercessione per esse; Un reciproco aiuto con le anime del purgatorio.

- Gesù ci promette una dimora in cielo

- Le anime del purgatorio e la nostra intercessione per esse

- Un reciproco aiuto con le anime del purgatorio


«NON SIA TURBATO il vostro cuore – ci dice Gesù -. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore» (Gv 14, 1-2). La memoria di tutti i fedeli defunti ci offre l’opportunità di considerare ancora una volta la realtà della vita eterna, di muovere i nostri affetti verso la speranza dell’incontro definitivo con l’amore vero e per sempre. Nessuno di noi ha oltrepassato la soglia della morte, e dunque non sappiamo come sarà quel momento. Dio ha voluto rivelarci, nel suo figlio, ciò che ci attende nelle sue dimore.

«Tra ieri e oggi tanti fanno una visita al cimitero, che, come dice questa stessa parola, è il “luogo del riposo”, in attesa del risveglio finale. È bello pensare che sarà Gesù stesso a risvegliarci. Gesù stesso ha rivelato che la morte del corpo è come un sonno dal quale Lui ci risveglia. Con questa fede sostiamo – anche spiritualmente – presso le tombe dei nostri cari, di quanti ci hanno voluto bene e ci hanno fatto del bene. Ma oggi siamo chiamati a ricordare tutti, anche quelli che nessuno ricorda»[1].

«Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi» (Gv 14, 3). «L’uomo ha bisogno di eternità ed ogni altra speranza per lui è troppo breve, è troppo limitata. L’uomo è spiegabile solamente se c’è un Amore che superi ogni isolamento, anche quello della morte, in una totalità che trascenda anche lo spazio e il tempo»[2].


«L'ETERNO RIPOSO dona loro, Signore, e splenda ad essi la luce perpetua»[3], chiediamo oggi all’inizio della Messa. La situazione in cui si trovano i fedeli defunti che ancora non sono arrivati in cielo è di sofferenza e di gioia nello stesso tempo. Nel purgatorio dolore e felicità si intrecciano misteriosamente. Il motivo di questa gioia è la certezza che vedranno Dio: hanno vinto la battaglia, hanno deciso di essere felici sulla terra e in cielo. Sono a un passo dalla gloria e per questo la tradizione cristiana le chiama «benedette anime del Purgatorio».

Anche le pene lì sono fonte di gioia, perché le anime accettano questa sofferenza, pienamente abbandonate alla volontà divina. Con un amore intenso, anche se ancora imperfetto, adorano il mistero della santità di Dio. Santa Caterina di Genova, nota soprattutto per la sua visione sul purgatorio, «non lo presenta come un elemento del paesaggio delle viscere della terra: è un fuoco non esteriore, ma interiore. Questo è il purgatorio, un fuoco interiore. La santa parla del cammino di purificazione dell’anima verso la comunione piena con Dio, partendo dalla propria esperienza di profondo dolore per i peccati commessi, in confronto all’infinito amore di Dio»[4].

Il sacerdote, in una delle preghiere eucaristiche che ci offre il Messale, chiede a Dio a nome di tutti: «Ricordati dei nostri fratelli, che si sono addormentati nella speranza della risurrezione e di tutti i defunti che si affidano alla tua clemenza: ammettili a godere la luce del tuo volto»[5]. Di tutti i suffragi che possiamo offrire, il più efficace è il Santo Sacrificio dell’Altare. La Santa Messa si può celebrare per i defunti. La Chiesa, desiderosa che arrivino in cielo quanto prima, permette oggi a tutti i sacerdoti di celebrare tre volte la santa Messa. Ci invita anche a pregare per i nostri fratelli che «dormono ormai il sonno della pace». La devozione del popolo cristiano, oltre che nell’Eucaristia, trova in alcune pratiche di pietà come il santo rosario, i responsori e le opere di penitenza, un autentico cammino di preghiera per intercedere a favore dei defunti.


LA COMUNIONE con tutta la Chiesa, e in questo caso con i defunti, fa sì che «la nostra preghiera per loro può non solo aiutarli, ma anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore»[6]. I santi si sono avvalsi sempre di questo aiuto reciproco. Sant’Alfonso Maria de Liguori afferma che possiamo credere che alle anime del purgatorio «il Signore fa conoscere le nostre preghiere, e se è così, dato che sono tanto piene di carità, possiamo con certezza ritenere che intercedono per noi»[7]. Santa Teresa del Bambino Gesù ricorreva spesso al loro aiuto e, dopo averlo ricevuto, si sentiva in debito: «Dio mio, ti supplico di ripagare tu il debito che ho contratto con le anime del purgatorio»[8]. Anche san Josemaría confessava la sua complicità con loro: «All’inizio sentivo molto forte la compagnia delle anime del purgatorio. Le sentivo come se mi tirassero per la sottana, perché pregassi per loro e perché mi raccomandassi alla loro intercessione. Da allora, per gli straordinari servizi che mi prestavano, mi è piaciuto dire, predicare e introdurre nelle anime questa realtà: le mie buone amiche, le anime del purgatorio»[9].

Questa esperienza dei santi ci dimostra che l’amore per i nostri cari può andare oltre la morte. «Nessun uomo è una monade chiusa in se stessa. Le nostre esistenze sono in profonda comunione tra loro, mediante molteplici interazioni sono concatenate una con l'altra. Nessuno vive da solo. Nessuno pecca da solo. Nessuno viene salvato da solo. Continuamente entra nella mia vita quella degli altri: in ciò che penso, dico, faccio, opero [...]. Da cristiani non dovremmo mai domandarci solamente: come posso salvare me stesso? Dovremmo domandarci anche: che cosa posso fare perché altri vengano salvati e sorga anche per altri la stella della speranza? Allora avrò fatto il massimo anche per la mia salvezza personale»[10].

«Ci rivolgiamo ora alla Madonna, che ha patito sotto la croce il dramma della morte di Cristo ed ha partecipato poi alla gioia della sua risurrezione. Ci aiuti Lei, porta del cielo, a comprendere sempre più il valore della preghiera di suffragio per i defunti. Loro ci sono vicini! Ci sostenga nel quotidiano pellegrinaggio sulla terra e ci aiuti a non perdere mai di vista la meta ultima della vita che è il paradiso»[11].

[1] Papa Francesco, Angelus, 2-XI-2014.

[2] Benedetto XVI, Udienza, 2-XI-2011.

[3] Messa della Commemorazione di tutti i fedeli defunti, antifona d’ingresso.

[4] Benedetto XVI, Udienza, 12-I-2011.

[5] Messale Romano, Preghiera Eucaristica II.

[6] Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 958.

[7] Sant’Alfonso Maria de Liguori, Il gran mezzo della preghiera, capitolo I, III.

[8] Santa Teresa del Bambino Gesù, Ultimi colloqui, 6-VIII-1897.

[9] San Josemaría, Parole trascritte nel 1967, citate in Javier Echevarría, Memoria del Beato Josemaría Escrivá, Rialp, Madrid 2000, p. 187.

[10] Benedetto XVI, Enc. Spe salvi, n. 48.

[11] Papa Francesco, Angelus, 2-XI-2014.