Un concerto in preparazione alla Canonizzazione

Un serata al Teatro Quirinetta di Roma, condotta da Piero Vigorelli, autore del noto programma TV “Miracoli”, ricca di testimonianze, documentari ed interventi. Tra coloro che hanno preso la parola Leonardo Mondatori, Mons. Flavio Capucci, Alberto Michelini, Giulio Andreotti. Concerto conclusivo del maestro Michele Campanella.

L’appuntamento al Teatro Quirinetta voleva essere un occasione in più per presentare la figura e il messaggio del nuovo santo alle persone della società civile. Si è rivelato un incontro simpatico e vivace, in cui si sono alternate testimonianze ed interventi, filmati e documentari sulla vita del Beato Josemaría Escrivá, il tutto condotto dal giornalista Piero Vigorelli.

Tra gli interventi, quello di mons. Flavio Capucci, che ha sottolineato l’attaccamento del Beato Josemaría Escrivá aveva per Roma, quando affermava “mi sento romano, perché romano vuol dire universale e cattolico”. Ha poi ricordato le 48 guarigioni scientificamente inspiegabili e la diffusione della devozione al nuovo santo in tutto il mondo e in qualunque livello della società.

“La lettura dei suoi libri, a cominciare dal capolavoro “Cammino”, mi ha fatto coniugare la mia passione per il lavoro con la fede. Ecco perché ritengo che Josemaría Escrivá mi abbia lasciato un segno forte”, ha risposto Leonardo Mondatori a un giornalista che gli chiedeva del suo ultimo libro “Conversione”.

Giulio Andreotti ha sottolineato come l’allegria, per il Fondatore dell’Opus Dei, sia uno strumento di penetrazione della fede. Quanto alla sofferenza, compatibile con la gioia cristiana, ha messo in luce come non sia possibile amare tutta l’umanità senza essere sulla croce.

Alberto Michelini a affermato che, come diceva il Beato Josemaría Escrivá, santo è colui che lotta quotidianamente contro se stesso, contro le proprie cattive inclinazioni, per trovare il cammino verso la santità ogni giorno.

Infine, il pianista Michele Campanella, a conclusione della serata, ha interpretato con grande bravura la Sinfonia n. 6 in fa maggiore “Pastorale” op. 68 composta da Beethoven nel 1808 e trascritta in seguito per pianoforte da Franz Liszt.