Risposta ad alcune dichiarazioni del regista del film "Il Codice da Vinci"

Presentiamo un comunicato stampa in cui Manuel Sánchez, dell'Ufficio Informazioni dell'Opus Dei a Roma, commenta alcuni articoli apparsi sulla stampa italiana.

“La stampa italiana ha pubblicato ieri alcune interviste a Ron Howard, regista del “Codice da Vinci”. Secondo le frasi che gli attribuiscono, Howard avrebbe detto che “negare il diritto di vedere il film è un atto fascista” e che “dire a qualcuno di non andare a vedere il film è un atto di militanza e la militanza genera odio e violenza”. Nelle interviste si nomina varie volte l’Opus Dei. Le frasi sembrano riferirsi alle recenti dichiarazioni di alcune autorità ecclesiasitiche cattoliche.

Inviterei Ron Howard a mantenere la serenità e ad esprimersi con rispetto.

Questo film è oggettivamente offensivo per i cristiani. Howard rappresenta l’aggressore e i cattolici sono vittime di un’offesa. Non si può privare l’aggredito del diritto di esprimere il suo punto di vista. Alcuni ecclesiastici hanno fatto delle dichiarazioni e l’Opus Dei ha richiesto rispettosamente di includere all’inizio del film che si tratta di un’opera di fantasia. Non c’è nulla di violento in questo. Piuttosto sono i ritratti odiosi, falsi e ingiusti che alimentano l’odio e il sospetto.

Secondo le presunte dichiarazioni Howard sostiene che si tratta soltanto di un film, di una storia inventata e che non bisogna prenderla troppo sul serio. Ma non è possibile negare l’importanza del cinema e della letteratura. Esse influiscono nel nostro modo di vedere il mondo, soprattutto fra i giovani. Certamente la creatività artististica ha bisogno di libertà, però la libertà non si può separare dalla responsabilità.

Immaginiamo un film che rappresenti la Sony dietro gli attentati delle Torri Gemelle per destabilizzare gli Stati Uniti. Oppure un romanzo che riveli che la Sony pagò l’attentatore del Papa nel 1981 per opporsi all’autorità morale del Santo Padre. Sarebbero storie inventate. Immagino che la Sony non sarebbe contenta di vedersi trattata in questo modo e non si accontenterebbe della risposta: “non si preoccupi, è solo fantasia, non bisogna prenderla sul serio, la libertà di espressione è sacra”.

Comunque i produttori del film non hanno motivo di preoccuparsi. I cristiani non reagiscono con odio né violenza ma con rispetto e carità, senza insulti né minacce. Possono continuare tranquilli a calcolare quanto il film incasserà. La libertà di guadagnare sembra l’unica libertà veramente sacra, l’unica esente da responsabilità. Probabilmente ricaveranno molto, però stanno pagando un alto prezzo in termini di prestigio e reputazione.

Spero che la polemica di questi mesi non sia sterile, che serva a riflettere sul carattere relativo dei benefici economici quando sono in gioco valori più alti. Riflettere sull’importanza della fiction e sulla responsabilità che accompagna e protegge sempre la libertà.”

La linea seguita dall’Ufficio Informazioni su questo caso si può trovare in «Tre anni con "Il Codice da Vinci" »

Manuel Sánchez, portavoce per la stampa internazionale

Ufficio Informazioni dell’Opus Dei a Roma

    Ufficio Informazioni dell'Opus Dei a Roma