Mons. Javier Echevarría, Prelato dell'Opus Dei. Roma, 26 giugno 2009

Offriamo oggi a Dio il Santo Sacrificio della Messa nella memoria liturgica di San Josemaría Escrivá, che il Signore ‘ha suscitato nella Chiesa per proclamare la vocazione universale alla santità e all'apostolato’.

Offriamo oggi a Dio il Santo Sacrificio della Messa nella memoria liturgica di San Josemaría Escrivá, che il Signore ha suscitato nella Chiesa per proclamare la vocazione universale alla santità e all'apostolato. Lo facciamo unendoci alle migliaia di persone che, in tutto il mondo, rendono grazie a Dio per il dono che ha fatto alla Chiesa e al mondo intero con questo sacerdote esemplare e santo. Sono infatti in-numerevoli gli uomini e le donne di ogni età, nazione e condizione sociale, che hanno imparato ad amare e seguire Gesù grazie all'insegnamento e all’esempio di San Josemaría.

Disegno d’amore

Sono trascorsi ormai 34 anni dalla morte di San Josemaría. In questo tempo, l’influsso della sua figura non ha smesso di crescere, e il ricorso alla sua intercessione si è diffuso anch’esso senza sosta. Si tratta di una conferma dell’attualità del messag-gio che Dio gli affidò perché lo facesse fruttificare a beneficio della Chiesa intera, at-traverso una risposta generosa e totale alla chiamata che il Signore gli aveva rivolto quando era ancora adolescente. San Josemaría raccontò più volte quei momenti ineffa-bili nei quali Dio gli fece presagire l’esistenza di un disegno d’amore e di una missione specifica per la sua vita. La risposta di quel ragazzo, che aveva allora soltanto 15-16 anni, fu un atto di generosa apertura alla Volontà di Dio, una risposta d’amore totale e incondizionato che lo condusse a farsi sacerdote, quale segno di particolare disponibili-tà a una chiamata della quale egli non conosceva ancora bene i particolari. Da quel momento e per tutta la vita San Josemaría fu un innamorato di Dio, che amò anche appassionatamente il mondo e le persone di tutti i tempi, alle quali seppe contagiare questa passione. La festa di oggi ci ricorda che un simile dialogo d’amore si rinnova tra il Creatore e ogni creatura: ricorriamo all’intercessione di que-sto sacerdote santo perché ci aiuti a rispondere con generosità e gioia al disegno che Dio ha previsto per ognuno di noi.

Anno sacerdotale, anima sacerdotale

Esortando i fedeli a pregare per la santità dei sacerdoti, egli era solito dire che "un sacerdote non va da solo in paradiso: ci va sempre attorniato da una coorte di anime". Anime che egli ha avvicinato a Dio con i sacramenti, con la predicazio-ne, con la preghiera, con lo zelo sacerdotale, con la carità pastorale. È per questo che risulta necessario pregare ogni giorno affinché lo Spirito Santo susciti molti sacerdoti santi nella Chiesa e anche perché tutti noi diventiamo sempre più consapevoli della nostra anima sacerdotale. È un dovere che riguarda tutti: uomini e donne, giovani e anziani, malati e persone sane... Tutti noi dobbiamo aver presente di continuo questa intenzione: con la preghiera, con l'offerta delle contrarietà della vita e di piccole morti-ficazioni, con la realizzazione di un lavoro professionale fatto bene, con rettitudine d'intenzione e alla presenza di Dio. In questo modo risponderemo alla raccomandazio-ne di Gesù: la messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe! (Mt 9, 37-38).

Questa petizione, sempre necessaria, si rivela di particolare attualità a proposito delle vocazioni dei sacerdoti. Una settimana fa il Santo Padre Benedetto XVI ha inau-gurato un Anno sacerdotale, con la finalità di ottenere dal Signore il dono di molti sacerdoti santi nel mondo intero. Come stiamo pregando per questa intenzione? Siamo convinti che nessuno può sostituirci in questo dovere personalissimo?

Sacrificio vivente

2. La vita del cristiano è sempre un'esistenza sacerdotale, come insegnano i santi apostoli Pietro e Paolo, Patroni di Roma e della Chiesa universale, la cui solennità li-turgica celebreremo tra pochi giorni. Il Principe degli Apostoli, nella sua prima lettera, si esprime nel seguente modo: “voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazio-ne santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce” (1 Pt 2, 9). E San Paolo scrive nella epistola ai Romani: “vi esorto, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offri-re i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale” (Rm 12, 1).

Tutti i cristiani, con il Battesimo, sono stati resi partecipi del sacerdozio di Cristo: abbiamo ricevuto il sacerdozio comune, diverso essenzialmente dal sacerdozio ministeriale proprio dei ministri sacri, ma non per questo meno ne-cessario: tutti e due, il sacerdozio dei fedeli e quello dei presbiteri, ognuno a modo suo, sono indispensabili per il compimento della missione affidata da Cristo alla Chiesa per la salvezza del mondo. Questo insegnamento del Magistero, che ha trovato espressione specialmente solenne nel Concilio Vaticano II, è stato predicato e diffuso da San Josemaría fin dal momento della fondazione dell'Opus Dei, il 2 ottobre 1928.

Fedeltà coraggiosa

Sacerdoti e laici costituiscono dunque, nella Chiesa, una stessa famiglia di figli di Dio. In questo senso, come affermava San Josemaría, il sacerdote non è da più del laico, né come uomo né come fedele(1) . Configurati a Cristo in virtù del Battesimo, tutti siamo membri di pari dignità all'interno del Corpo mistico e ugualmen-te responsabili del compimento della missione della Chiesa, che ognuno realizza in modo specifico. Poi, in chi riceve l'Ordine sacro, il sacerdozio ministeriale vie-ne ad aggiungersi al sacerdozio comune di tutti i fedeli. Pertanto, mentre sarebbe errato sostenere che un sacerdote è più cristiano di un fedele qualsiasi, è lecito affermare invece che è più sacerdote: egli appartiene, come ogni altro cristiano, al popolo sacerdotale che Cristo ha redento, ed è, in più, contrassegnato con il carat-tere del sacerdozio ministeriale (2) .

In forza della stessa ordinazione sacerdotale, il presbitero si dedica completamen-te al servizio del Popolo di Dio mediante le azioni specificamente sacerdotali: la predi-cazione della Parola di Dio, l’amministrazione dei sacramenti, in particolare quelli della Riconciliazione dell'Eucaristia, e la guida pastorale delle anime. Perché senza sacerdozio, senza sacerdoti non ci sarebbe Chiesa.

San Giovanni Maria Vianney, il Santo Curato d'Ars, diceva che «il Sacerdozio è l'amore del Cuore di Gesù». E Benedetto XVI commenta: «Questa toccante espressio-ne ci permette anzitutto di evocare con tenerezza e riconoscenza l'immenso dono che i sacerdoti costituiscono non solo per la Chiesa, ma anche per la stessa umanità. Penso a tutti quei presbiteri che offrono ai fedeli cristiani e al mondo intero l'umile e quotidiana proposta delle parole e dei gesti di Cristo, cercando di aderire a Lui con i pensieri, la volontà, i sentimenti e lo stile di tutta la propria esistenza. Come non sottolineare le loro fatiche apostoliche, il loro servizio infaticabile e nascosto, la loro carità tenden-zialmente universale? E che dire della fedeltà coraggiosa di tanti sacerdoti che, pur tra difficoltà e incomprensioni, restano fedeli alla loro vocazione: quella di amici di Cri-sto, da Lui particolarmente chiamati, prescelti e inviati?» (3).

Mentalità laicale

3. Torniamo ai testi propri della Messa di oggi. La Colletta, dopo aver messo in rilievo che San Josemaría è stato chiamato da Dio a proclamare la vocazione universa-le alla santità e all'apostolato, aggiunge: concedi anche a noi, per la sua intercessione ed il suo esempio, di essere configurati al tuo Figlio Gesù per mezzo del lavoro quoti-diano, e di servire con ardente amore l'opera della Redenzione.

Proprio il lavoro quotidiano e le circostanze normali della vita costituiscono il campo specifico dove si svolge l’impegno laicale nella ricerca della santità e nell'apo-stolato. In questo contesto si inserisce un punto molto importante della spiritualità pro-posta da San Josemaría: fare tutte le cose con anima sacerdotale e con mentalità laicale. In altre parole, ciò significa che ai fedeli laici è richiesto di svolgere la professione e le altre incombenze famigliari e sociali con una mentalità propria di per-sone che sono chiamate a lavorare in mezzo alle realtà del mondo e, nel contempo, con quello spirito sacerdotale che è una caratteristica che deriva dalla vocazione cristiana.

A questo proposito vi invito a meditare altre parole di San Josemaría, che riguar-dano in particolare i fedeli laici: voi tutti avete un'anima sacerdotale radicata nei caratteri sacramentali del Battesimo e della Cresima. Anima sacerdotale che mettete in atto non soltanto quando partecipate al culto liturgico — soprattutto al Sacrificio eucaristico, radice e centro della nostra vita interiore —, ma in tutte le attività della vostra vita (4) . In Forgia, poi, offre un consiglio specifi-co: se agisci — vivi e lavori — al cospetto di Dio, per ragioni d'amore e di ser-vizio, con anima sacerdotale, anche se non sei sacerdote, tutto il tuo agire acquista un genuino senso soprannaturale, che mantiene tutta la tua vita unita alla fonte di tutte le grazie (5) .

Pienezza dell’amore

San Josemaría predicò instancabilmente questo messaggio, fino a quella mattina del 26 giugno 1975 in cui, circa un’ora dopo aver parlato proprio di questi temi in un incontro, il Signore lo chiamò a sé. È anche compito nostro rendere presente questo messaggio, facendo scoprire a tante e a tanti nostri amici e colleghi la bellezza di que-sta realtà: siamo tutti chiamati alla santità, che è l’unione con Gesù Cristo e la pienezza dell’amore, possibile in qualsiasi condizione, età e luogo.

Lo ripeteremo tra poco con parole della liturgia: “Accogli, Padre Santo, i doni che ti offriamo nel ricordo di San Josemaría e, mediante il sacrificio offerto da Cristo sul-l'altare della croce, e reso presente in questo sacramento, santifica tutte le nostre ope-re”.

Affidiamo all'intercessione della Madonna tutte queste aspirazioni, ben uniti alla Persona e alle intenzioni del Romano Pontefice. Madre nostra, ottiene per noi dal tuo Figlio una messe abbondante di sacerdoti santi, forgiati alla misura del Cuore di Cristo, che con il loro ministero, con il loro esempio e con la loro preghiera spalanchino a molte anime le porte della vita eterna. Così sia.

1. San Josemaría, Omelia Sacerdote per l'eternità, 13-IV-1973.

2. Ibid.

3. Benedetto XVI, Lettera ai sacerdoti per l'Anno sacerdota-le, 16-VI-2009.

4. San Josemaría, Lettera 6-V-1945, n. 27.

5. San Josemaría, Forgia, n. 369.