Intervista al postulatore della causa di Guadalupe Ortiz de Landázuri

In occasione del passo che rende possibile la beatificazione di Guadalupe Ortiz de Landázuri, vengono poste alcune domande al sacerdote Antonio Rodríguez de Rivera, postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione. Si includono parti dell'intervista che il postulatore ha rilasciato il 4 maggio 2017, quando è stato approvato il decreto sull'eroicità delle virtù di Guadalupe.

Antonio Rodríguez de Rivera, postulatore della causa di Guadalupe. Foto: JM Sanmillan.

Leggi di più sull'approvazione del miracolo di Guadalupe Ortiz de Landázuri

1. Papa Francesco ha appena approvato un miracolo attribuito all'intercessione di Guadalupe Ortiz de Landázuri, di che cosa si tratta?

Si tratta della guarigione, in una notte, di un carcinoma basocellulare. Il 28 novembre 2002, l'uomo che soffriva di questo cancro della pelle, localizzato accanto all'occhio destro, invocò Guadalupe con fede e intensità prima di andare a letto, e quando si svegliò il giorno seguente, il 29 novembre, scoprì che era guarito: la lesione era completamente scomparsa e non lasciava alcun segno. Gli esperti medici della Congregazione hanno giudicato che questo fatto non ha alcuna spiegazione scientifica. I consulenti teologi e, più tardi, i cardinali e i vescovi hanno dichiarato che fosse da attribuire all'intercessione di Guadalupe presso Dio.

2. Questo miracolo apre le porte alla beatificazione, si sa già quando e dove avverrà?

In questo momento non è possibile parlare di date o luoghi, perché è solo dal giorno in cui si approva il miracolo che si può iniziare ad organizzare la cerimonia di beatificazione. Spetta alla Santa Sede prendere la decisione finale sulla città e sulla data della beatificazione.

3. Potrebbe dirci brevemente chi è stata Guadalupe Ortiz de Landázuri?

È stata una donna di grande livello umano, allegra e umile, che ha goduto di un grande prestigio professionale ed è sempre vissuta aiutando gli altri nelle loro necessità spirituali e materiali. È sta una persona innamorata di Dio, piena di fede e di speranza.

È nata a Madrid il giorno della festa della Madonna di Guadalupe dell’anno 1916. Ha studiato Scienze Chimiche all’Università Centrale di Madrid. Nel suo corso le donne iscritte erano soltanto cinque. Si distingueva per la sua serietà nello studio e per il suo sorriso contagioso. Terminata la guerra civile, si è laureata e ha cominciato a dare lezioni di Fisica e Chimica nella Scuola delle Irlandesi e nel Liceo Francese di Madrid.

All’inizio del 1944 ha conosciuto l’Opus Dei. Il suo primo incontro con san Josemaría la segnò profondamente. Più tardi affermerà: «Ho avuto la chiara sensazione che Dio mi parlava attraverso quel sacerdote». In quello stesso anno chiese l’ammissione in questa istituzione della Chiesa. A Madrid e a Bilbao ha diretto alcuni centri dell’Opus Dei per ragazze giovani. Nel 1950 si è trasferita in Messico per dare inizio all’attività apostolica con le donne: è stata un’avventura vissuta con una generosità e una fede straordinaria. Fra le altre cose, ha avviato un centro di promozione umana e professionale per contadine in una zona agricola dello Stato di Morelos.

Nel 1956 si è stabilita a Roma, dove ha collaborato con san Josemaría nella direzione dell’Opus Dei. Due anni dopo, per motivi di salute, è ritornata in Spagna e ha ripreso l’insegnamento e la ricerca. Ha ottenuto il dottorato in Chimica col massimo dei voti e alla sua tesi è stato concesso il premio Juan de la Cierva. È stata una pioniera del Centro di Studi e Ricerche di Scienze Domestiche (CEICID). Più tardi ha ricevuto la medaglia del Comitato Internazionale della Rayonne et des Fibres Synthétiques per un lavoro di ricerca sulle fibre tessili.

In seguito a una malattia cardiaca è morta a Pamplona, in fama di santità, il giorno della festa della Madonna del Carmelo del 1975, 20 giorni dopo che san Josemaría se n’era andato in Cielo. Aveva 59 anni.

4. Perché la Chiesa ha deciso di aprire il suo processo di canonizzazione?

Perché tutti quelli che l’hanno conosciuta in Spagna, in Messico e in Italia sono convinti della sua santità, vale a dire dell’esemplarità della sua condotta cristiana. Ora molte altre persone, che dopo la sua morte hanno avuto notizia della sua vita eroica, ricorrono alla sua intercessione dinanzi a Dio chiedendole favori. Che cosa dicono di Guadalupe le persone che l’hanno conosciuta? Citerò alcune frasi:

― «La consideravamo una persona straordinaria che si distingueva per le sue virtù». «Ha lasciato un ricordo incancellabile di santità».

― «Mostrava che era figlia di Dio e che voleva vivere fedele alla sua volontà».

― «Si vedeva che era innamorata del Signore, piena di profonda gioia che contagiava al solo vederla». «Aveva una traboccante gioia abituale; quando rideva, sembrava che comunicasse una parte del Cielo».

― «Mi colpiva come si raccoglieva durante la Messa e nel ricevere la comunione ogni giorno, quanto pregava e ci incoraggiava a pregare».

― «Il suo grande amore alla Chiesa la faceva pregare ogni giorno per il Santo Padre».

― Ha lavorato «unita al Signore, cercando di amare e aiutare tutte quelle che le stavano accanto, e con una vibrazione apostolica che neppure la malattia riuscì ad attenuare».

― «Desidero la sua canonizzazione perché la considero una santa e credo che la sua vita sia un esempio importante per il mondo di oggi».

5. Lei ha studiato la vita di Guadalupe in profondità. Personalmente, che cosa la colpisce di più di lei?

Quello che mi ha colpito di più in Guadalupe è stato “la dimenticanza di sé”. Pensava costantemente al Signore e agli altri. Un esempio è ciò che è successo in Messico nel 1952. Il penultimo giorno di un corso di ritiro spirituale per studentesse universitarie, in una casa costruita da poco e praticamente non ancora arredata, diede una lezione sulle virtù cristiane. Lei e le altre erano sedute per terra. Sentì un grande dolore per la puntura di un insetto velenoso (anche se ancora non sapeva lo fosse), ma non volle interrompere la lezione perché nessuna si preoccupasse, e nessuna infatti si accorse di nulla; poi ebbe una febbre molto alta e dovette rimanere a letto per quindici giorni. Non si è mai lamentata; non solo, ma dal letto continuava a svolgere le sue mansioni finché un’altra donna dell’Opus Dei non venne a sostituirla. Le persone che l’assistevano sono state testimoni, non solo che non si lamentava né parlava del suo malanno, ma s’interessava per coloro che andavano a trovarla e stimolava l’attività apostolica.

La dimenticanza di sé, unita alla sua profonda vita spirituale, ha fatto sì che fosse un vulcano di iniziative e di attività per aiutare gli altri, umanamente e spiritualmente.

In questo senso colpiscono anche il suo coraggio e la sua fortezza. Una fortezza che sul piano umano si era forgiata, in parte, nel periodo in cui risiedeva a Tetuán – dove era stato destinato suo padre, che era un militare –, in una scuola nella quale era l’unica ragazza. La fortezza e la fede di Guadalupe si manifestarono in maniera ammirevole quando –con sua madre e suo fratello, nella notte fra il 7 e l’8 settembre 1936, in piena guerra civile– tenne compagnia a suo padre che sarebbe stato fucilato all’alba. Fu Guadalupe che l’aiutò, senza una lacrima, a pregare e a prepararsi all’incontro con Dio.

6. Quali tratti del carattere di Guadalupe metterebbe in evidenza?

Molte persone che l’hanno conosciuta sottolineano la sua gioia traboccante, il suo sorriso abituale. Era accogliente con tutti. Trasmetteva pace e fiducia alle contadine come alle universitarie e a donne di qualunque livello sociale. La sua gioia non era frutto di uno sforzo umano, ma la conseguenza di sapersi figlia di Dio, della sua intimità con Cristo; in altre parole, era un dono dello Spirito Santo. Per questo era costante e serena, e questo l’aiutava considerevolmente nell’apostolato e nel servizio alla Chiesa e alla società.

Una giovane universitaria, che ha conosciuto Guadalupe l’anno dopo il suo arrivo in Messico, diceva: «Confesso che ero curiosa di conoscerla, perché tutti mi parlavano della risata di Guadalupe, della sua gioia costante». E suo fratello Eduardo, descrivendo i suoi ultimi momenti, ha scritto: «Questo è stato il grande “segreto” di Guadalupe: accettare sempre come buono tutto quello che le succedeva. Attorno a lei, in quelle ore di angoscia mortale, tutti erano ammirati: il suo sorriso indimenticabile era sempre lo stesso».

7. Si potrebbe dire che Guadalupe incarna lo "spirito delle beatitudini" di cui parla papa Francesco in Gaudete et Exsultate?

Penso di sì, perché la sua vita, molto normale e allo stesso tempo piena di Dio, è uno splendido invito ad aprirsi agli altri. Il suo esempio incoraggia a scrollarsi di dosso la comodità per dedicarsi al servizio degli altri. Seguendo il cammino delle Beatitudini che il Papa propone in Gaudete et Exsultate, Guadalupe ci aiuta a scoprire che solo con Cristo possiamo avere una gioia profonda e permanente.

8. C’è una devozione popolare? Che cosa chiedono le persone a Guadalupe Ortiz de Landázuri?

La devozione privata a Guadalupe si sta estendendo sempre più. Molte persone scrivono alla postulazione per rendere note le grazie che Dio ha loro concesso dopo aver invocato Guadalupe. Negli ultimi 10 anni abbiamo ricevuto resoconti di favori provenienti da Spagna, Messico, Belgio, Italia, Portogallo, Lituania, Kenia, India, Venezuela, Ecuador, Guatemala, Porto Rico, Stati Uniti e Canadà. Un’altra dimostrazione evidente della sua fama di santità è che a Zamora – nello stato di Michoacán, in Messico – hanno dato a una scuola elementare il nome di “Colegio Guadalupe Ortiz de Landázuri”. Questa iniziativa è stata promossa da alcune persone che hanno letto la sua biografia e sono rimaste ammirate della sua santità, della sua professionalità e della sua dedizione all’insegnamento e alla formazione della gioventù.

Le persone che ricorrono all’intercessione di Guadalupe hanno ricevuto grazie molto diverse: guarigioni, favori legati alla gravidanza e al parto, posti di lavoro, possibilità di conciliare il lavoro e la famiglia, soluzione di problemi economici, riconciliazioni familiari, avvicinamento a Dio di amici e compagni di lavoro, ecc.