Informazione e falsificazione

Recensione de “Il Codice da Vinci” di Dan Brown a cura di Pietro Micheletti, Coordinatore della Consulta Etico Religiosa per la regione Toscana, uscita su il “Secolo d’Italia” il 4 febbraio 2004.

Alcuni anni fa, in un divertente varietà televisivo, Renzo Arbore soleva fare una satira contro i messaggi pubblicitari che stravolgono la volontà dei sempliciotti inducendoli a comprare prodotti dei quali non hanno affatto bisogno. Un gruppo di ballerine brasiliane si scatenava, con i costumi colorati del Carnevale di Rio, in un samba allegro, appositamente scritto per fare la pubblicità ad un fantomatico “cacao meravigliao, lo sponsorao della nostra trasmissao" (alle parole italiane veniva cambiata la sillaba finale in “ao" di Sao Paulo per una sorta di traduzione in “brasiliano" e dare così un senso di autenticità). La canzone ebbe un successo oltre misura, al punto che molte persone chiesero nei negozi questo fantomatico “cacao" e rimasero delusi apprendendo che non esisteva. Ne approfittò un commerciante che registrò a suo nome il marchio “cacao meravigliao" con l'etichetta che appariva in televisione pensando così di fare un mucchio di soldi con la vendita del cacao sfruttando questa pubblicità gratuita. Ne scaturì una causa in tribunale.

Oggi assistiamo ad un caso simile nel campo dell'editoria. Il libro è un thriller “Il Codice Da Vinci" di Dan Brown, editore Mondadori, 523 pagine, euro 18, 60, più di 30 milioni di copie vendute, un affare di centinaia di milioni di euro! Altro che “cacao meravigliao"!

“Il Codice Da Vinci - commenta la Prelatura dell'Opus Dei di New York - è un'opera di fantasia. Malgrado il taglio dato alla campagna promozionale del libro e il suo intento di presentarsi come autentico sapere scientifico, la verità è che il romanzo distorce i dati storici sul Cristianesimo e sulla Chiesa Cattolica e dà un quadro completamente irreale dei membri dell'Opus Dei e della loro vita. Per esempio il Codice Da Vinci presenta come vera l'assurda affermazione che l'imperatore Costantino nel IV secolo abbia inventato la dottrina della divinità di Cristo, mentre già il Nuovo Testamento e gli scritti della primitiva comunità cristiana manifestano la loro fede nella divinità di Gesù. Analogamente, il romanzo afferma che fu Costantino a scegliere di inserire i 4 Vangeli nella Bibbia, quando è noto che erano già da molto tempo considerati come autentici. Il Codice Da Vinci dà inoltre una bizzarra e distorta immagine dell'Opus Dei. Le numerose inesattezze vanno dai semplici ed evidenti errori all'indegna e falsa rappresentazione di comportamenti criminali e patologici. Per esempio il romanzo descrive membri dell'Opus Dei che praticano macabre mortificazioni corporali, che uccidono persone; afferma che la Prelatura usa mezzi di coercizione e il lavaggio del cervello; fa credere che l'Opus Dei abbia narcotizzato i suoi nuovi membri per indurli a nuove esperienze religiose, e insinua che abbia prestato garanzie alla banca Vaticana in cambio del proprio costituirsi in Prelatura personale. Tutte queste affermazioni sono assurde e senza fondamento. in breve “Il Codice Da Vinci" è una “fiction": promuoverlo a qualche cosa in più, sarebbe disonesto per i lettori del romanzo e irrispettoso nei confronti della fede di milioni di cattolici e di altri cristiani".

E' mai possibile che lo Stato non intervenga contro chi specula sulla credulità della gente? Indubbiamente chi induce altri ad acquistare cose che non gli servono procura loro un danno economico perché la creazione di un bisogno diminuisce la ricchezza di cui uno dispone. Ma il danno è ancora maggiore quando per scopi puramente mercantili si induce altri a ritenere per vere cose che non hanno né capo né coda. Il pensiero non è più libero perché inficiato da false informazioni. Una vera manipolazione delle menti che porta non soltanto a un danno economico, ma anche a stravolgere il pensiero e la facoltà di decidere correttamente.

La cosa però ha in questo caso un aspetto di particolare gravità in quanto manipola la storia e offende la Chiesa Cattolica e tutti i cristiani. Con lo scopo di accendere negli animi odio contro il cattolicesimo si cerca dì far passare per vere certe fantasie da novella, si tenta di convincere che ciò che è stato scritto osserva un rigore storico che invece non c'è, si calunniano persone ed istituzioni della Chiesa. Se le stesse falsità fossero state scritte contro altre religioni non vi sarebbe stato un solo editore che avrebbe accettato dì pubblicare il libro, ed alta sarebbe stata l'indignazione. Purtroppo nella società che ha le sue origini nel cristianesimo, e che conta gli anni a partire dalla data di nascita di Gesù Cristo, per paura di apparire troppo coerenti al proprio credo, come se il credere in ciò che uno crede possa essere inteso come un sopraffare chi ha un credo diverso, si preferisce tacere anziché ribellarsi per non apparire troppo “ortodossi". La libertà di scrivere ha dei limiti ben precisi nel non offendere gli altri con affermazioni scientificamente false, e nel rispetto della dignità di un popolo. In questo libro questi limiti sono stati superati.

D'altro canto gli ordinamenti giuridici di quasi tutti gli Stati prevedono il reato di offese ad un Capo di Stato straniero, ed il Papa è un Capo di Stato, per gli effetti dei Patti Lateranensi, inoltre, in Italia l'offesa al Sommo Pontefice è equiparata all'offesa dell'onore o del prestigio del Presidente della Repubblica.

Pietro Micheletti // Secolo d’Italia