Codice da Vinci al rogo

L’autore diventerà il Salman Rushdie dei cristiani? In Libano il successo editoriale dell'anno è stato bandito dopo una protesta dei vescovi locali,Tre autorevoli esponenti della Chiesa cattolica prendono posizione sul "caso Dan Brown”.

Anche i gesuiti scendono in campo contro Dan Brown, il discusso autore de Il Codice da Vinci, il thriller a sfondo religioso-esoterico che ha scalato le classifiche editoriali di mezzo mondo. Un duro articolo per confutare le tesi di Dan Brown apparirà infatti su uno dei prossimi numeri della Civiltà Cattolica, l’autorevole quindicinale dei gesuiti che riceve 'l’imprimatur" dalla Segreteria di Stato vaticana. L'articolo che Gente e in grado di anticipare mentre è ancora tenuto sotto il più stretto riserbo, elencherà uno a uno errori storici e travisamenti teologici contenuti ne Il Codice da Vinci a cominciare dalla tesi principale del libro e cioè che Gesù fosse sposato con Maria Maddalena e i discendenti del loro figli si troverebbero in Francia. L'autore di questo articolo è un gesuita australiano, padre Gerald O'CoIlins, docente di Teologia dogmatica alla Pontificia Università Gregoriana.

Il sacerdote ci ha spiegato perché ha dedicato tanto tempo a studiare questo romanzo: "Quasi trenta anni fa in Australia ho visto un mio giovane confratello perdere la vocazione e la fede dopo aver letto un libro dove si affermava che Gesù era sposato alla Maddalena e non era morto in croce. Non vorrei che questo si ripetesse oggi con il romanzo di Dan Brown a danno di tanti altri giovani. Perciò credo che la Chiesa abbia il dovere di smascherarne gli errori grossolani e le bugie”.

E proprio per evitare che Il Codice da Vinci possa influenzare negativamente il sentimento dei credenti, i vescovi del Libano hanno recentemente ottenuto dalle autorità che la vendita sia vietata su tutto il territorio nazionale. Mentre negli Stati Uniti, dove il libro ha venduto oltre 7 milioni e mezzo di copie, prolifera una quantità innumerevole di saggi che puntano a demolirlo.

L'America che ha osannato Il film dl Mel Gibson The Passion vede ora in Dan Brown un pericoloso nemico della Chiesa e teme per l'uscita della versione cinematografica alla quale sta lavorando il regista Ron Howard, premio Oscar nel 2002 con la pellicola A Beautiful Mind. Sembrerebbe insomma che Dan Brown sia destinato a diventare per i cristiani ciò che è stato Salman Rushdie per i musulmani con quei Versetti Satanici che gli sono valsi la condanna a morte da parte delle autorità religiose. Ma padre O'Collins non è d'accordo: “Almeno Salman Rushdie sa scrivere bene, Dan Brown invece è mediocre anche come scrittore- ricorre solo a vecchi cliché oppure a invenzioni prive di fondamento. Persino gli ebrei si sono sentiti offesi da questo libro perché sostiene che nel tempio di Gerusalemme si praticava la prostituzione sacra”.

Il cardinale Ersilio Tonini condivide il giudizio severo del gesuita: “Il Codice da Vinci opera una doppia mistificazione; dal punto di vista storico e dal punto di vista artistico, per come descrive l'opera di Leonardo. E ripropone l'antica eresia poetica che negava la natura divina di Gesù”. Tuttavia, il cardinale invita a non fare inutili crociate: “Credo che molti abbiano letto il libro solo per curiosità ma non diano troppa importanza alle sue affermazioni. Tanti hanno provato a intaccare la figura di Gesù nel corso dei secoli ma non ci sono riusciti".

Non è dello stesso parere la prelatura dell'Opus Dei, presa di mira dal libro di Dan Brown che la descrive come una setta che manipola i suoi adepti, ricorrendo persino alle droghe, e nasconde le bugie della Chiesa. Si tratta di una "indegna e falsa rappresentazione" dell'Opus Dei che "dà un quadro completamente irreale" della vita dei suoi membri, replicano dalla prelatura. E aggiungono. "il Codice da Vinci è una fiction. Promuoverlo a qualcosa di più sarebbe disonesto per i lettori del romanzo e irrispettoso nei confronti della fede di milioni di cristiani".

Per il professore Francesco Calogero, docente alla Pontificia Università della Santa Croce, l’Ateneo romano dell'Opus Dei, il vero antidoto alle mistificazioni di Dan Brown non è la censura ma: “La formazione dei credenti alla fede che li aiuta a distinguere ciò che rientra nel patrimonio spirituale del Cristianesimo da ciò che ne costituisce un'interpretazione stravagante e priva di fondamento”.

Ma la sede statunitense della prelatura non sembra intenzionata a porgere l'altra guancia e ha avviato un’azione legale contro l'editore americano che ha pubblicato il romanzo.

Ignazio Ingrao // Gente