Santa Maria, Madre della Chiesa

Il lunedì successivo alla domenica di Pentecoste la Chiesa celebra la Memoria di "Maria, Madre della Chiesa". Vi offriamo alcuni contenuti per meditare questa festa liturgica.

Decreto sulla celebrazione della beata Vergine Maria Madre della Chiesa nel Calendario Romano Generale ► Scarica il PDF

Commento al Decreto del Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il cardinale Robert Sarah ► Scarica il PDF


Uno degli elementi architettonici più recenti di piazza san Pietro è il mosaico dedicato a Maria "Mater Ecclesiae" insieme al testo Totus Tuus, un'ulteriore dimostrazione dell'amore per la Madonna di Giovanni Paolo II ► La storia del mosaico di Maria, Madre della Chiesa


Le parole di papa Francesco

Continuando le catechesi sulla Chiesa, oggi vorrei guardare a Maria come immagine e modello della Chiesa. Lo faccio riprendendo un’espressione del Concilio Vaticano II. Dice la Costituzione Lumen gentium: «Come già insegnava Sant’Ambrogio, la Madre di Dio è figura della Chiesa nell’ordine della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo» (n. 63).

1. Partiamo dal primo aspetto, Maria come modello di fede. In che senso Maria rappresenta un modello per la fede della Chiesa? Pensiamo a chi era la Vergine Maria: una ragazza ebrea, che aspettava con tutto il cuore la redenzione del suo popolo. Ma in quel cuore di giovane figlia d’Israele c’era un segreto che lei stessa ancora non conosceva: nel disegno d’amore di Dio era destinata a diventare la Madre del Redentore. Nell’Annunciazione, il Messaggero di Dio la chiama “piena di grazia” e le rivela questo progetto. Maria risponde “sì” e da quel momento la fede di Maria riceve una luce nuova: si concentra su Gesù, il Figlio di Dio che da lei ha preso carne e nel quale si compiono le promesse di tutta la storia della salvezza. La fede di Maria è il compimento della fede d’Israele, in lei è proprio concentrato tutto il cammino, tutta la strada di quel popolo che aspettava la redenzione, e in questo senso è il modello della fede della Chiesa, che ha come centro Cristo, incarnazione dell’amore infinito di Dio.

Come ha vissuto Maria questa fede? L’ha vissuta nella semplicità delle mille occupazioni e preoccupazioni quotidiane di ogni mamma, come provvedere il cibo, il vestito, la cura della casa... Proprio questa esistenza normale della Madonna fu il terreno dove si svolse un rapporto singolare e un dialogo profondo tra lei e Dio, tra lei e il suo Figlio. Il “sì” di Maria, già perfetto all’inizio, è cresciuto fino all’ora della Croce. Lì la sua maternità si è dilatata abbracciando ognuno di noi, la nostra vita, per guidarci al suo Figlio. Maria è vissuta sempre immersa nel mistero del Dio fatto uomo, come sua prima e perfetta discepola, meditando ogni cosa nel suo cuore alla luce dello Spirito Santo, per comprendere e mettere in pratica tutta la volontà di Dio.

Possiamo farci una domanda: ci lasciamo illuminare dalla fede di Maria, che è nostra Madre? Oppure la pensiamo lontana, troppo diversa da noi? Nei momenti di difficoltà, di prova, di buio, guardiamo a lei come modello di fiducia in Dio, che vuole sempre e soltanto il nostro bene? Pensiamo a questo, forse ci farà bene ritrovare Maria come modello e figura della Chiesa in questa fede che lei aveva!

2. Veniamo al secondo aspetto: Maria modello di carità. In che modo Maria è per la Chiesa esempio vivente di amore? Pensiamo alla sua disponibilità nei confronti della parente Elisabetta. Visitandola, la Vergine Maria non le ha portato soltanto un aiuto materiale, anche questo, ma ha portato Gesù, che già viveva nel suo grembo. Portare Gesù in quella casa voleva dire portare la gioia, la gioia piena. Elisabetta e Zaccaria erano felici per la gravidanza che sembrava impossibile alla loro età, ma è la giovane Maria che porta loro la gioia piena, quella che viene da Gesù e dallo Spirito Santo e si esprime nella carità gratuita, nel condividere, nell’aiutarsi, nel comprendersi.

La Madonna vuole portare anche a noi, a noi tutti, il grande dono che è Gesù; e con Lui ci porta il suo amore, la sua pace, la sua gioia. Così la Chiesa è come Maria: la Chiesa non è un negozio, non è un’agenzia umanitaria, la Chiesa non è una ONG, la Chiesa è mandata a portare a tutti Cristo e il suo Vangelo; non porta se stessa – se piccola, se grande, se forte, se debole, la Chiesa porta Gesù e deve essere come Maria quando è andata a visitare Elisabetta. Cosa le portava Maria? Gesù. La Chiesa porta Gesù: questo è il centro della Chiesa, portare Gesù! Se per ipotesi, una volta succedesse che la Chiesa non porta Gesù, quella sarebbe una Chiesa morta! La Chiesa deve portare la carità di Gesù, l’amore di Gesù, la carità di Gesù.

Abbiamo parlato di Maria, di Gesù. E noi? Noi che siamo la Chiesa? Qual è l’amore che portiamo agli altri? E’ l’amore di Gesù, che condivide, che perdona, che accompagna, oppure è un amore annacquato, come si allunga il vino che sembra acqua? È un amore forte, o debole tanto che segue le simpatie, che cerca il contraccambio, un amore interessato? Un’altra domanda: a Gesù piace l’amore interessato? No, non gli piace, perché l’amore deve essere gratuito, come il suo. Come sono i rapporti nelle nostre parrocchie, nelle nostre comunità? Ci trattiamo da fratelli e sorelle? O ci giudichiamo, parliamo male gli uni degli altri, curiamo ciascuno il proprio “orticello”, o ci curiamo l’un l’altro? Sono domande di carità!

3. E brevemente un ultimo aspetto: Maria modello di unione con Cristo. La vita della Vergine Santa è stata la vita di una donna del suo popolo: Maria pregava, lavorava, andava alla sinagoga… Però ogni azione era compiuta sempre in unione perfetta con Gesù. Questa unione raggiunge il culmine sul Calvario: qui Maria si unisce al Figlio nel martirio del cuore e nell’offerta della vita al Padre per la salvezza dell’umanità. La Madonna ha fatto proprio il dolore del Figlio ed ha accettato con Lui la volontà del Padre, in quella obbedienza che porta frutto, che dona la vera vittoria sul male e sulla morte.

E’ molto bella questa realtà che Maria ci insegna: l’essere sempre uniti a Gesù. Possiamo chiederci: ci ricordiamo di Gesù solo quando qualcosa non va e abbiamo bisogno, o il nostro è un rapporto costante, un’amicizia profonda, anche quando si tratta di seguirlo sulla via della croce?

Chiediamo al Signore che ci doni la sua grazia, la sua forza, affinché nella nostra vita e nella vita di ogni comunità ecclesiale si rifletta il modello di Maria, Madre della Chiesa. Così sia! (Papa Francesco, udienza del 23 ottobre 2013)


Le parole di san Josemaría

È necessario meditare spesso, perché non si cancelli dalla memoria, che la Chiesa è un mistero grande e profondo. Esso non potrà mai essere compreso in questa vita. Se la ragione, per sé sola, tentasse di spiegarlo, scorgerebbe soltanto un insieme di persone che compiono alcuni precetti, che pensano in modo simile. Ma questo non sarebbe la santa Chiesa.
Nella santa Chiesa noi cattolici troviamo la nostra fede, le nostre norme di condotta, la nostra orazione, il senso della fraternità, la comunione con tutti i fratelli defunti che si purificano nel Purgatorio — la Chiesa purgante — o che godono già della visione beatifica — la Chiesa trionfante — amando eternamente il Dio tre volte Santo. È la Chiesa che permane quaggiù, e nello stesso tempo trascende la storia. La Chiesa che è nata sotto il manto della Madonna e che ora continua — sulla terra e nel Cielo — a onorarla come Madre. (Il fine soprannaturale della Chiesa)

Certamente anche voi, vedendo che in questi giorni tanti fedeli esprimono in mille maniere il loro amore alla Vergine Maria, vi sentirete più inseriti nella Chiesa, più fratelli dei vostri fratelli.
Accade come in una riunione di famiglia, quando i figli più grandi, che la vita ha separato, si ritrovano accanto alla madre in occasione di qualche festa. E se anche hanno avuto delle divergenze o si sono trattati male tra di loro, quel giorno no: quel giorno si sentono uniti e si ritrovano vincolati in un comune affetto. (È Gesù che Passa, n. 139)

Innalzo in questo momento il mio cuore a Dio e gli chiedo, con la mediazione della Vergine santissima — che è nella Chiesa ma sopra la Chiesa: tra Cristo e la Chiesa, per proteggere, per regnare, per essere Madre degli uomini, come lo è di Gesù Cristo Signore nostro —; gli chiedo di concedere la prudenza a tutti, e soprattutto a noi che, inseriti nel sistema circolatorio della società, vogliamo lavorare per Dio; dobbiamo davvero imparare a essere prudenti. (Amici di Dio, n. 155)

Mi piace ritornare con l'immaginazione agli anni durante i quali Gesù rimase accanto a sua Madre, e che comprendono quasi tutta la vita del Signore sulla terra. Mi piace vederlo piccolo, mentre Maria lo cura, lo bacia e lo fa giocare. Vederlo crescere, sotto gli occhi innamorati di sua Madre e di Giuseppe, suo padre putativo. Immaginate con quanta tenerezza e con quanta delicatezza Maria e il santo Patriarca si saranno occupati di Gesù nella sua infanzia e quanto, in silenzio, avranno appreso continuamente da Lui. Le loro anime dovettero certamente conformarsi all'anima di quel Figlio, Uomo e Dio. Per questo la Madre e, dopo di lei, Giuseppe, conoscono più di chiunque altro i sentimenti del Cuore di Cristo; e sono loro, pertanto, la via migliore e, si può dire, l'unica, per giungere al Salvatore.
Sia in ciascuno l'anima di Maria a magnificare il Signore — scrive sant'Ambrogio —; sia in ciascuno l'anima di Maria a esultare in Dio. E questo Padre della Chiesa aggiunge delle considerazioni che a prima vista sembrano audaci, ma che hanno un chiaro senso spirituale per la vita del cristiano: Se, secondo la carne, una sola è la Madre di Cristo, secondo la fede tutte le anime generano Cristo(SANT'AMBROGIO, Expositio Evangelii secundum Lucam, 2, 26 [PL 15, 1561]).
Se ci identifichiamo con Maria, se imitiamo le sue virtù, potremo far sì che Cristo nasca, per virtù della grazia, nell'anima di molti che si identificheranno con Lui per opera dello Spirito Santo. Se imitiamo Maria, in qualche modo parteciperemo alla sua maternità spirituale. In silenzio, come la Madonna; senza farlo notare, quasi senza parole, con la testimonianza di un comportamento cristiano, integro e coerente, con la generosità di ripetere senza sosta un fiat che rinnovi costantemente la nostra intimità con Dio.

Il molto amore alla Madonna e una certa mancanza di cultura teologica hanno indotto un buon cristiano a farmi una confidenza che voglio raccontarvi perché, pur nella sua ingenuità, è del tutto logica in una persona poco colta.
«Lo prenda — mi diceva — come uno sfogo: cerchi di capire la mia tristezza per certe cose che capitano in questi tempi. Durante la preparazione e lo svolgimento dell'ultimo Concilio, si è sentita la proposta di includervi 'il tema della Vergine'. Proprio così: 'il tema'. E così che parlano i figli? È questa la fede che i cristiani hanno sempre professato? Da quando in qua l'amore alla Madonna è un 'tema', sul quale sia consentito discutere per giudicarne la convenienza?
«Se c'è qualcosa di incompatibile con l'amore, è la taccagneria. Non ho paura di parlar chiaro; se non lo facessi — continuava — mi sembrerebbe di offendere la Madonna. Si è discusso se era o non era opportuno chiamare Maria Madre della Chiesa. Non voglio scendere ad altri particolari. Ma come può la Madre di Dio, che quindi è Madre di tutti i cristiani, non essere la Madre della Chiesa, che è l'unione di tutti coloro che sono stati battezzati e che sono rinati in Cristo, il figlio di Maria?
«Non riesco a spiegarmi — diceva ancora — da dove nasca la meschinità di lesinare questo titolo di lode alla Madonna. Com'è diversa la fede della Chiesa! Il 'tema' della Vergine! Forse che i figli si mettono a discutere 'il tema' dell'amore per la loro madre? Le vogliono bene, e basta. Le vorranno molto bene, se sono figli buoni. Del 'tema' — o dello schema — parlano gli estranei, quelli che studiano il caso come il freddo enunciato di un problema». Fin qui lo sfogo onesto e devoto, ma ingiusto, di quell'anima semplice e molto pia.

Quanto a noi, continuiamo a considerare il mistero della Maternità divina di Maria, in un'orazione silenziosa, esclamando dal fondo dell'anima: Vergine Madre di Dio, Colui che il mondo non può contenere, facendosi uomo si chiuse dentro il tuo grembo (Alleluia della Messa della Maternità della Madonna).
Guardate che cosa ci fa recitare oggi la liturgia: Beato il grembo della Vergine Maria, che ha accolto il Figlio dell'eterno Padre (Antifona alla Comunione nella Messa comune della Madonna). È un'esclamazione vecchia e nuova, umana e divina. È come dire al Signore, come si usa in certi paesi per lodare una persona: beata la madre che ti ha messo al mondo! (Amici di Dio, 281 - 282 - 283)