L’allegria e la semplicità di Montse

Il 10 luglio si compie un nuovo anniversario della nascita di Montse Grases. Ricordare qualche episodio della sua vita può essere un buon modo di festeggiare il suo compleanno e di imparare da questa giovane serva di Dio la gioia di vivere con Dio e di servire gli altri con semplicità e con un bel sorriso.

2 luglio 2015

«Il giorno che vidi per la prima volta Montse Grases era un sabato pomeriggio, non ricordo esattamente la data. Francamente, era una bella ragazza, aveva i capelli molto lunghi e in quegli anni si faceva un’unica treccia, grossa, che si lasciava cadere da un lato, davanti. Aveva occhi chiari, uno sguardo assai vivo, lineamenti assolutamente proporzionati. La sua bellezza fisica era anche il riflesso della grandezza della sua anima. Sono forse due le virtù che richiamarono di più la mia attenzione su di essa: l’allegria e la semplicità. Aveva una personalità molto attraente, le sue amiche erano numerose».

Sono i ricordi di Margoth Simán. Allora Montse – che aveva 15 o 16 anni – frequentava spesso un centro dell’Opus Dei a Barcellona per ragazze giovani, conosciuto come “Llar”. Lì riceveva una formazione cristiana intensa, adeguata alla sua età, che rafforzava quella ricevuta a casa sua.

Alcuni mesi dopo Montse sentì la chiamata di Dio e chiese l’ammissione all’Opus Dei. Allora – ricorda ancora Margoth – Montse «era molto pia, trasmetteva un tono di allegria alla vita in famiglia, sorrideva molto, si vedeva che era felice. Non ricordo in essa la minima complicazione, era straordinariamente semplice e naturale. Si notava che proveniva da una famiglia numerosa che non abbondava in mezzi economici; sapeva conciliare lo spirito di povertà con il tono umano nel modo di vestire, anch’esso semplice.

Aiutava nel Centro dell’Opera e a casa sua, utilizzava bene il tempo. Spesso cantava mentre lavorava. D’altra parte era una ragazza assolutamente normale, a volte anche esuberante.

Ricordo che andò a un corso di ritiro a Castelldaura con Ana María Suriol, e sia l’una che l’altra si misero a saltare sul letto finché una molla si spezzò. Un altro giorno, a Llar, lei e le sue amiche correvano rumorosamente su e giù nel corridoio che conduce all’oratorio dove il sacerdote stava confessando e fu costretto a richiamarle» (ricordi di Margoth Simán; AGP, MGG T-0085).

Montse era molto allegra, con una pace e un sorriso contagiosi, perché aveva dentro di sé un grande amore a Dio. Era una vera amica con tutti; sentiva uno straordinario desiderio di aiutare e di avvicinare a Dio coloro che le vivevano attorno.

Le sue amiche hanno raccontato che Montse spiegava loro che la santità non è una meta esclusiva di sacerdoti e religiosi, ma riguarda tutte le persone. Parlava di queste cose, non nelle occasioni e in certi ambienti particolari, ma nelle normali conversazioni tra amiche. Per esempio, durante le vacanze estive, in una gita a una vetta del massiccio del Montseny:

«Ricordo le circostanze – racconta una di loro – del giorno in cui forse abbiamo parlato con più profondità. Era un pomeriggio e stavamo ritornando da Les Agudes. Scese la sera, e per tutto il percorso Montse e io restammo separate dal resto del gruppo, parlando di Gesù Cristo: se quando eravamo in preda alla tristezza, gli raccontavamo le cose, questo ci aiutava a riposare in Lui» (ricordi di María Luisa Xiol; AGP, MGG T-098).

In Montse traboccava l’amore a Dio e l’amicizia con questa compagna di gite estive. Per questo approfittava di quei momenti per trasmetterle le proprie esperienze nella relazione con Gesù Cristo mediante una preghiera fiduciosa.

Orazione per chiedere a Dio un favore o un miracolo attraverso l’intercessione di Montse.