Colombia: più di 20 anni di attività nei quartieri di Cali

La fondazione Los Valles svolge programmi di formazione diretti a donne dei quartieri poveri di Cali, con l’obiettivo di prepararle al mercato del lavoro. Più di 1000 donne di Nueva Floresta, un quartiere di 75.000 abitanti, traggono beneficio da questa attività sociale.

Santiago de Cali è una città della valle del fiume Cauca, fra la cordigliera centrale e quella occidentale delle Ande colombiane, nella zona sud-occidentale del Paese. E’ una terra prospera e fertile, con un gradevole clima tropicale. Il motore principale dell’economia è l’industria che si basa sulla canna da zucchero, capace anche di attrarre persone di altre zone del Paese in cerca di migliori opportunità di lavoro. Come risultato di questo fenomeno, molti spazi sono stati invasi da costruzioni rudimentali, che hanno dato origine a insediamenti caratterizzati dalla povertà e dall’indigenza; alcune persone agiate di Cali non hanno voluto ignorare questo problema.

Una delle tante iniziative nate allo scopo di trovare un rimedio a questa situazione di povertà e di abbandono è la fondazione Los Valles, che ha iniziato ad operare nel 1980, quando Victoria de Rodríguez e un gruppo di universitarie aprirono un ambulatorio medico nel quale alle signore anziane venivano offerti servizi sanitari e la possibilità di acquistare prodotti di ogni tipo a prezzi accessibili. Le giovani volontarie partecipavano alle attività del Centro culturale Cerronaya.

Dopo un certo tempo costoro si sono rese conto della necessità di ampliare l’offerta dell’ambulatorio medico ad altre persone e in particolare alle madri di famiglia e alle donne nubili. Contemporaneamente hanno preso la decisione di avviare alcuni programmi di formazione professionale, in modo che molte persone potessero migliorare il livello di vita.

La sede di Aguablanca

Per la fondazione Los Valles il 12 ottobre 1994 è una data importante: quel giorno ha ottenuto il riconoscimento giuridico, indispensabile per svolgere l’attività programmata, che ha avuto inizio nella località di Aguablanca, dove attualmente si trova la sede della fondazione.

I suoi dirigenti, basandosi su uno studio socio-economico della zona, hanno stabilito le priorità, tenendo presenti le necessità reali della popolazione e le preferenze degli abitanti. In base a tutto questo, Los Valles ha deciso di attuare alcuni programmi di apprendimento in settori particolari: moda e confezione, artigianato, cucina e pasticceria. Fin dal principio i promotori di questa iniziativa sociale hanno voluto unire alla necessaria istruzione tecnica alcune lezioni di orientamento familiare e corsi di formazione cristiana.

Ziola Rosa, madre di tre figlie, che aspira ad aprire un laboratorio di tendaggi, di tutto quello che ha imparato a Los Valles apprezza di più ciò che ha appreso sull’importanza di educare bene i figli, sforzandosi di capire e rispettare le caratteristiche e le esigenze proprie di ogni età. “I genitori possono e devono fornire ai figli un aiuto prezioso, aprendo loro nuovi orizzonti, comunicando la propria esperienza, facendoli riflettere, in modo che non si lascino trasportare da stati d’animo passeggeri, e avviandoli a una valutazione realistica delle cose” (Colloqui con Mons. Escrivá, n. 104). Queste parole di san Josemaría sono state una scoperta e una luce per molte madri che hanno frequentato Los Valles.

Un’altra iniziativa che la fondazione promuove è la creazione di cooperative di lavoro associato, imprese di solidarietà di cui sono proprietari gli stessi lavoratori. Un altro programma che si propone di migliorare i guadagni delle famiglie è intitolato “Laboratori manifatturieri”.

A ogni programma partecipano 12 alunne che si formano per tre semestri nella manifattura di ricami e confezioni. “Per imparare a lavorare con uno spirito più responsabile – spiega María Epifania, una delle alunne -, il laboratorio ha un proprio consiglio direttivo e ogni alunna versa 5.000 pesos per comprare i materiali di cui abbiamo bisogno”. Oltre a collaborare con il laboratorio, María Epifania dà lezioni di bigiotteria e decorazione murale all’Università; in un’altra istituzione tiene un corso sulla moda. Altre alunne sono riuscite a vendere all’estero le loro creazioni, in Paesi come Messico e Stati Uniti. Alba Rocío, insegnante nel settore tendaggi, racconta che alla fine di ogni semestre è tradizione che le alunne espongano i loro prodotti e i propri lavori alle abitanti del quartiere, in una semplice e simpatica cerimonia, alla quale partecipano anche le volontarie de Los Valles, per trascorrere tutte insieme un momento di gioia.

“Imparare: questo è fecondo”

Le attività della fondazione sono portate avanti da un gruppo di circa 20 persone fra orientatrici familiari e volontarie, che impartiscono le lezioni e fanno tutto ciò che è necessario al corretto funzionamento della sede. Le volontarie tengono una riunione mensile nella quale stabiliscono un calendario di lavoro, tenendo presenti gli obiettivi e le priorità formative. “In queste riunioni – afferma Fanny de Duque, che dirige la formazione della fondazione – valutiamo il rendimento scolastico delle alunne e i successi ottenuti; per esempio, il fatto che le alunne abbiano aperto in casa loro un laboratorio di produzione”.

Essere una volontaria de Los Valles comporta impegno e spesso sacrificio, perché richiede una dedicazione di tempo e di energie non facilmente compatibili con gli obblighi di lavoro di ciascuna di loro. Oliva, per esempio, è insegnante in una scuola di Terrón Colorado, un quartiere periferico di Cali. Da quattro anni dà lezioni di alfabetizzazione a Los Valles e valuta questa esperienza come “un volontariato che ha originato in me una crescita spirituale”. E’ orgogliosa delle sue alunne. “Sono migliorate molto – dice – nella comprensione e nell’interpretazione di ciò che leggono, e hanno imparato anche a scrivere lettere. Per me è motivo di enorme gioia constatare il desiderio che hanno di imparare”. Una gioia sicuramente condivisa in Cielo da san Josemaría, che in Cammino (n. 239) aveva scritto: “Uno sguardo al passato. E... lamentarti? No: è sterile. Imparare: questo è fecondo”.

Rosita Puccini