15. Che influenza ebbe San Giovanni Battista su Gesù?

Quasi in ogni pagina del Vangelo ci imbattiamo in personaggi che si chiedono qualcosa su Gesù: da dove viene, come mai insegna con tanta autorità, da dove deriva il suo potere, perché fa miracoli, perché sembra opporsi alle tradizioni, perché le autorità lo respingono. Sono domande che si fecero allora e si sono continuate a fare lungo i secoli. A queste domande se ne sono aggiunte altre sul Gesù storico: che lingua parlava, che rapporto aveva con Qumran, è esistito davvero Ponzio Pilato?

La figura di Giovanni Battista occupa un posto importante nel Nuovo Testamento e in particolare nei 4 vangeli. Fin dall’inizio fu tenuta in gran conto nella tradizione cristiana più antica ed è calata profondamente nella pietà popolare. La Chiesa celebra la festa della sua nascita con particolare solennità da tempi molto remoti.

Negli ultimi anni è tornata al centro dell’attenzione di studiosi del Nuovo Testamento e delle origini del cristianesimo, che si interrogano in particolare, dal punto di vista della critica storica, sul tipo di rapporto che vi fu fra Giovanni Battista e Gesù di Nazaret.

Su Giovanni Battista abbiamo notizie sia da fonti cristiane e che da fonti profane. Le cristiane sono i quattro vangeli canonici e quello apocrifo di Tommaso. La fonte profana più rilevante è Flavio Giuseppe, che dedicò un ampio capitolo del suo libro Le Antichità giudaiche (18,116-119) a descrivere il martirio del Battista da parte di Erode nella fortezza di Macheronte, in Perea. Per valutare le eventuali influenze di Giovanni su Gesù può essere utile soffermarsi su quanto si sa della vita, della condotta e del messaggio di entrambi.

1. Nascita e morte. Giovanni Battista è contemporaneo di Gesù, anche se sicuramente cominciò prima l’attività pubblica. Anche se era di famiglia sacerdotale (Lc 1), non ne esercitò mai le funzioni. E per lo stile di vita e la permanenza lontana dal Tempio, si suppone che sia stato spiritualmente molto distante dall’ambiente sacerdotale gerosolimitano. Visse per un periodo nel deserto della Giudea (Lc 1,80), ma non sembra che abbia avuto contatti con il gruppo di Qumran, dato che non fu così radicale, come questa setta, nel compimento delle norme legali (halakhot). Morì condannato da Erode Antipa (Flavio Giuseppe, Ant. 18, 118; Mc 6, 17-29). Gesù, invece visse dalla prima infanzia in Galilea e si incontrò con il Battista solamente quando fu battezzato da lui nel Giordano. Fu informato della morte del Battista e ne elogiò sempre la figura, il messaggio e la missione profetica.

2. Comportamento. Della vita e condotta di Giovanni, Giuseppe Flavio segnala che era “buona persona” e che molti “accorrevano a lui e si infiammavano ascoltandolo”. Gli evangelisti ci forniscono altri dati: nominano il posto dove svolse la vita pubblica, (la Giudea, lungo le rive del Giordano), la sua condotta austera nel vestire e nel mangiare, l’autorità nei confronti dei suoi discepoli e la sua funzione di precursore, quando indicò Gesù di Nazaret come vero Messia. Gesù, invece, esteriormente non si distinse dai suoi concittadini, non si fermò a predicare solo in un luogo determinato, partecipò a pranzi di famiglia, si vestiva come gli altri, e sebbene condannasse l’interpretazione letterale della legge che facevano i farisei, compì tutte le norme legali e frequentò il Tempio con assiduità.

3. Messaggio e battesimo. Giovanni Battista, secondo Flavio Giuseppe, “esortava i giudei a praticare la virtù, la giustizia gli uni con gli altri e la pietà verso Dio, e poi a ricevere il battesimo”. I vangeli aggiungono che il suo messaggio era di penitenza, escatologico e messianico: esortava alla conversione e insegnava che il giudizio di Dio è imminente: verrà uno “più forte di me”(...) che “battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (Mt 3,11). Il battesimo che praticava era secondo Flavio Giuseppe “un bagno del corpo” e segno di limpidezza dell’anima mediante la giustizia. Per gli evangelisti era “un battesimo di conversione per il perdono dei peccati” (Mc 1,4). Gesù non rigetta il messaggio del Battista, anzi prende lo spunto da questo (Mc 1,15) per annunciare il Regno e la salvezza universale, e si identifica con il Messia che Giovanni annunciava, aprendo l’orizzonte escatologico. E, soprattutto, fa del proprio battesimo la fonte di salvezza (Mc 16,16) e la porta, attraverso la quale entriamo a partecipare dei doni affidati ai discepoli.

Riassumendo, se fra Giovanni e Gesù ci furono molti punti di contatto, è incontestabile, in base ai dati conosciuti fino ad ora, che Gesù di Nazaret superò lo schema veterotestamentario del Battista (conversione, rigore etico, speranza messianica) e aprì l’orizzonte infinito di salvezza (Regno di Dio, redenzione universale, rivelazione definitiva).