«Un piccolo miracolo avvenuto lontano dai riflettori del mondo»

Ospite dell’Università Campus Bio-Medico di Roma lo scorso mercoledì 17 febbraio, il nunzio apostolico nella Repubblica Centroafricana e in Ciad ha raccontato i sorprendenti sviluppi del viaggio del Santo Padre a Bangui, dove lo scorso 8 dicembre è stata aperta la prima Porta Santa del Giubileo della Misericordia.

“Il messaggio di Papa Francesco è stato accolto: le milizie non si scontrano più”. In questa frase si potrebbe sintetizzare il “piccolo miracolo avvenuto lontano dai riflettori del mondo” cui mons. Franco Coppola assiste continuamente. Ospite dell’Università Campus Bio-Medico di Roma lo scorso mercoledì 17 febbraio, il nunzio apostolico nella Repubblica Centroafricana e in Ciad ha raccontato i sorprendenti sviluppi del viaggio del Santo Padre a Bangui, dove lo scorso 8 dicembre è stata aperta la prima Porta Santa del Giubileo della Misericordia.

Un incontro informale aperto a dipendenti e studenti, ma decisamente commovente, durante il quale mons. Coppola ha spiegato come, dal momento della visita del Papa, siano cessati gli scontri tra le milizie islamiche e quelle cristiane. Una svolta che il nunzio ha fiducia essere duratura, e che era impensabile fino a pochi mesi fa.

Un Paese fondamentale per la stabilità del continente africano

Al momento dell’arrivo di Francesco nella Repubblica Centrafricana, il Paese era infatti in guerra da tre anni. Un conflitto estenuante, durante il quale si assisteva anche a casi di cannibalismo e a uccisioni di donne accusate di stregoneria. “Il popolo non ne poteva più. – ha ricordato più volte mons. Coppola durante l’incontro – Ma era al contempo in preda alla paura dell’altro: ciascuna delle due parti stava armata senza sapere che anche l’altra desiderava la pace”.

Il Santo Padre si voleva recare in questa terra martoriata proprio per tentare una pacificazione, così come per attirare i riflettori internazionali su un Paese che si trova al penultimo posto all’interno di quasi tutte le classifiche mondiali. Una Repubblica che è altresì fondamentale da un punto di vista geopolitico, trovandosi proprio in mezzo ai due grandi blocchi estremisti che si stanno infiltrando in tutto il continente africano. “Per questo – ha spiegato il nunzio - è fondamentale che il Centrafrica resista, e che anzi sia esempio di convivenza pacifica tra cristiani e musulmani”.

Una visita che ha cambiato completamente il clima del Paese

“Questa sera – aveva annunciato Papa Francesco aprendo la Porta Santa - Bangui diviene la capitale spirituale dell’umanità”. Parole forti, commentate da mons. Coppola sempre all’Università Campus Biomedico: “E’ stato un colpo di genio. Pensate un criminale che si sente dire questo! Loro che erano il peggio del peggio, ora hanno qualcosa da difendere: il messaggio del Pontefice ha tirato fuori tutto il meglio che c’era, e ora è motivo di fierezza per la popolazione, qualcosa per cui battersi positivamente. Se lo ripetono spesso, per non dimenticarsene”.

E’ così che la visita di Papa Francesco ha cambiato completamente il clima del Paese: “Tutti lo attendevano come un uomo di pace che avrebbe permesso loro di liberarsi dagli ‘spiriti maligni’ che li obbligavano a stare in guerra. In quei giorni, la popolazione ha quindi potuto tirare fuori tutta la gioia straripante che aveva tenuto repressa per anni. Ho assistito a scene incredibili, da Domenica delle palme”. Ha continuato a spiegare il nunzio: “Questa festa di popolo, vissuta indistintamente da cristiani e musulmani, ha permesso ad entrambe le parti di scoprirsi più simili di quanto pensassero, e ha inoltre consentito alla popolazione di prendere coscienza della propria forza. Ora la gente si ribella alla milizie, denunciando tutti coloro che ne fanno parte".

“L’incontro con mons. Coppola – ha sottolineato a conclusione dell’incontro don Robin Weatherill, promotore dell’iniziativa - ha portato l’Africa Centrale nel cuore del nostro Ateneo. Speriamo di poter continuare a coltivare un rapporto con lui e con tutta la diocesi di Bangui”.