Il fondatore dell’Opus Dei e la Svizzera

San Josemaría considerava la Svizzera molto importante, per la sua collocazione centrale in Europa e per la simpatia e le caratteristiche di ordine, precisione e laboriosità del Paese e dei suoi abitanti.

San Josemaría ha avuto con la Svizzera un rapporto particolare. Tra il 1955 e il 1969 è stato in Svizzera per ben 16 volte.

L'Opus Dei ha avuto fin dall'inizio una dimensione universale e San Josemaría ha provveduto a diffonderla in tutto il mondo. Ciò non toglie che San Josemaría amasse profondamente tutti i Paesi e che per ognuno di essi riuscisse a manifestare un affetto intenso e autentico. Per questo si può dire che avesse un affetto particolare per la Svizzera, che considerava molto importante per la sua collocazione centrale – e quindi vitale – in Europa e per la simpatia e le caratteristiche di ordine, precisione e laboriosità del Paese e dei suoi abitanti. Il suo particolare affetto e intenso rapporto con la Svizzera è dimostrato dal fatto che tra l’aprile del 1955 e l’agosto del 1969 visitò il nostro paese per ben 16 volte.

Partendo da Roma, dove abitava dal 1946, intraprese all’inizio degli anni cinquanta lunghi viaggi attraverso l’Europa. Motivo di queste trasferte era di sostenere l’inizio del lavoro apostolico dell’Opus Dei, che attraverso i suoi fedeli, faceva i primi passi nel continente.

I luoghi visitati da San Josemaría

Il primo soggiorno nel nostro paese fu dal 24 al 30 aprile del 1955. Nell’ambito di un lungo viaggio nell’Europa Centrale San Josemaría fece tappa a Basilea, Berna, Lucerna, San Gallo e Zurigo e visitò la Madonna nei santuari di Einsiedeln e Mariastein (Soletta).

Le visite compiute fino a 1956 avevano lo scopo di scrivere gli inizi della storia dell’Opus Dei in Svizzera. Nell’autunno di 1956, arrivarono i primi fedeli dell’Opera a Zurigo e crearono pochi anni dopo il primo centro in Svizzera: la storia dell’Opus Dei in Svizzera era cominciata.

La forza di attrazione della Madonna di Einsiedeln

La meta favorita dei viaggi in Svizzera di San Josemaría fu sempre Einsiedeln. Dal 1956 vi si recò praticamente ogni anno. Non appena scorgeva dall’auto le due torri della chiesa, cominciava a recitare in gioiosa attesa una Salve Regina.

Nell’agosto del 1957 trascorse addirittura tre settimane nella cittadina sia per pregare nel silenzio della Cappella delle Grazie sia per visitare, a partire da Einsiedeln, diverse città della Svizzera o dei paesi vicini. Durante le ultime visite, avvenute negli anni 1968-1969, aveva affidato alla Madonna le sue preoccupazioni per le anime e la situazione della Chiesa universale.

Inoltre in 1956 si celebrò dal 22 al 25 agosto il secondo Congresso Generale dell’Opus Dei. Don Alvaro del Portillo scrisse che il Congresso si celebrò lí “come segno tangibile dell’amore per la Vergine Maria” e perché da quel luogo “al centro dell’Europa”, il fondatore “pensava al mondo intero”. Papa Pio XII inviò a tutti i partecipanti la sua benedizione con il desiderio che “Dio lasci trasparire la sua luce sul lavoro del congresso, affinché in perfetta unione di spirito l’intenso lavoro dell’Opera porti sempre nuovi frutti.”

La Svizzera: un vulcano coperto di neve

Josemaría Escrivá paragonò a volte la Svizzera con un vulcano innevato: in superficie piuttosto freddo, ma in profondità dotato di un fuoco che deve essere portato alla luce affinché la neve si sciolga e l’acqua possa irrigare il terreno, rendendolo fecondo. Della Svizzera ha mantenuto sempre un buon ricordo: nel 1975, poco prima della sua morte improvvisa, disse: “Ho passato molte ore bellissime della mia vita in Svizzera; in questo paese sono stato sempre molto bene e molto contento... La Svizzera è un paese che può fare molto, e lo farà.”