Genitori e figlie per il banco farmaceutico

Le ragazze del club Rume e i loro genitori hanno aderito come volontari al banco farmaceutico.

Durante la giornata del banco farmaceutico vengono raccolti farmaci da banco (tutti quelli che non richiedono una prescrizione medica) che poi sono distribuiti alle persone che non possono permetterseli.

Per raccogliere questi farmaci, i volontari di diverse associazioni solitamente spiegano la natura dell’iniziativa ai clienti delle farmacie per coinvolgerli nell’acquisto di medicinali da destinare ai più bisognosi.

L’iniziativa ha avuto luogo nel mese di febbraio, stagione di picco dell’influenza.

Avendo già fatto l’esperienza del Banco alimentare, le bambine del club ospitato dalla residenza universitaria Rume di Palermo hanno voluto partecipare come volontarie anche alla giornata del banco farmaceutico. L’iniziativa ha avuto luogo nel mese di febbraio, stagione di picco dell’influenza.

Per un genitore è importante condividere questi momenti coi propri figli

Hanno aderito all’iniziativa una dozzina di ragazze e una decina di genitori, divisi in due turni di tre ore ciascuno, uno al mattino e l’altro al pomeriggio. “Ho deciso di far partecipare mia figlia all'iniziativa - racconta il papà di Ginevra, una delle ragazze - per farle capire che può procurare più gioia donare che ricevere. Per un genitore è importante condividere questi momenti coi propri figli, diventando anche un esempio di servizio e dedizione agli altri, soprattutto a chi ha più bisogno”.

C'è anche chi è rimasto più a lungo, felice di dare una mano: “Alice è tornata entusiasta da questa esperienza che ha trovato certamente più difficoltosa rispetto a quella del banco alimentare - racconta un papà - ma proprio per questo si è impegnata di più quando ha compreso quanto fosse necessario avere dei farmaci per alcune persone. Mi raccontava di essere felice quando riusciva a convincere la gente a comprare e sarebbe stata pronta a rifare tutto anche l’indomani”.

genitori, bimbe e tutor si sono suddivisi i compiti da svolgere

Rispetto al banco alimentare, il banco farmaceutico si è rivelato più complesso: genitori, bimbe e tutor si sono suddivisi i compiti da svolgere. Bisognava invitare le persone che entravano in farmacia a comprare qualche farmaco da banco; una volta donato, il farmaco andava riposto in apposite scatole. Prima di essere riposto, andava attaccato un bollino con la scritta “farmaco donato”.

“Le persone che entravano in farmacia, in un primo tempo diffidenti e senza alcuna voglia di spendere altri soldi oltre quelli per i propri farmaci - racconta Claudia, una delle tutor del club -, si sono lasciate facilmente convincere dalla gioia e dalla dolcezza delle bambine, che con grande abilità avevano imparato a spiegare in modo semplice ed efficace cosa donare e come donarlo”.